giovedì 3 giugno 2010

L’arcivescovo Chrysostomos II: «La Cipro ortodossa così accoglie il Papa» (Geninazzi)


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Il Papa: "Tommaso d’Aquino mostrò che tra fede cristiana e ragione sussiste una naturale armonia. E questa è stata la grande opera di Tommaso, che in quel momento di scontro tra due culture - quel momento nel quale sembrava che la fede dovesse arrendersi davanti alla ragione - ha mostrato che esse vanno insieme, che quanto appariva ragione non compatibile con la fede non era ragione, e quanto appariva fede non era fede, in quanto opposta alla vera razionalità; così egli ha creato una nuova sintesi, che ha formato la cultura dei secoli seguenti" (Catechesi)

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IL VIAGGIO

«La Cipro ortodossa così accoglie il Papa»

Luigi Geninazzi

Sarà al fianco del Papa accompagnandolo durante l’intera visita. Lo sottolinea con evidente soddisfazione l’arcivescovo ortodosso di Cipro, Chrysostomos II, che per Benedetto XVI nutre grande stima e affetto.
L’ha incontrato in Vaticano nel giugno del 2007, a pochi mesi dalla sua nomina a capo della Chiesa locale, ed è suo l’invito ufficiale, insieme con quello del presidente della Repubblica, a visitare l’isola dove risiede la più antica comunità cristiana dopo quella di Gerusalemme. Qui il capo della Chiesa è sempre stato "etnarca", vale a dire guida della nazione, un ruolo che il famoso arcivescovo Makarios esercitò come diretto potere politico guidando la ribellione di cinquant’anni fa contro il dominio inglese. Chrysostomos, 68 anni, è uno dei leader ortodossi più aperti al dialogo ecumenico che ha promosso con molte iniziative. Alla vigilia dell’arrivo del Papa ci ha rilasciato una lunga intervista.

Sua Beatitudine, che cosa s’aspetta dalla prossima visita di Benedetto XVI a Cipro?

Si tratta di un fatto unico nella storia della nostra isola. È la prima volta che il capo della Chiesa cattolica romana viene a Cipro ed è anche la prima volta che Benedetto XVI compie una visita in un Paese ortodosso. Ci sono dunque diversi motivi per essere contenti e orgogliosi di questo suo gesto che avvicinerà ulteriormente le nostre due Chiese. Inoltre, papa Ratzinger conosce bene Cipro ed i suoi problemi. Sono sicuro che questa visita contribuirà in modo decisivo a far conoscere meglio la nostra situazione al resto d’Europa e darà un impulso al processo di riconciliazione.

In questi ultimi giorni però si sono sentite voci contrarie alla visita del Papa. Perfino due vescovi hanno dichiarato di non gradirla affatto. La Chiesa ortodossa cipriota è divisa riguardo a questo storico evento?

La Chiesa di Cipro, nella sua totalità, accoglierà il Papa non solo con profondi sentimenti di rispetto ma anche con gioia sincera. Coloro che non sono d’accordo rappresentano un’infima minoranza, i soliti estremisti che ci sono in ogni realtà. Le voglio dire una cosa: tutti i 17 vescovi membri del Santo Sinodo hanno sottoscritto una lettera con cui s’invitavano i fedeli a ricevere degnamente il vescovo di Roma. Ma due di loro, cedendo alle pressioni di ambienti esterni, negli ultimi giorni hanno cambiato posizione.

È vero che ha minacciato la loro espulsione dal Sinodo?

Ho detto semplicemente che se non rispettano le decisioni del Sinodo la loro presenza è del tutto inutile, anzi rappresenta un’offesa alla nostra assemblea episcopale.

La polizia cipriota è in pre-allarme per l’arrivo di estremisti ortodossi dalla Grecia. Teme proteste e contestazioni durante la visita del Papa?

No, sono molto tranquillo. Anche se da fuori arriverà qualche fanatico non troverà alcun sostegno tra i nostri fedeli.

Sua Beatitudine, lei pochi mesi fa si è recato nella zona nord di Cipro. Non era mai successo che l’arcivescovo della Chiesa ortodossa visitasse i territori occupati dai turchi nel 1974. Si è aperta una fase nuova?

Credo di sì. Sono in contatto con il rappresentante della comunità turco-cipriota, Dervish Eroglu, da cui ho avuto la promessa che molto presto inizieranno i lavori di restauro del monastero di Sant’Andrea. Spero sia il primo passo per ridare dignità ai nostri edifici di culto che si trovano nella parte nord e che in questi 36 anni sono stati lasciati andare in rovina o trasformati in moschee.

Perché nel programma del viaggio papale non è stata prevista una visita alla comunità turco-cipriota?

L’invito a Benedetto XVI è stato rivolto dalle autorità della Repubblica di Cipro che non hanno alcun potere sulla parte meridionale dell’isola occupata dai turchi. Devo dire che il muftì mi aveva espresso il suo desiderio che il Papa si recasse anche nella zona nord, ma a questo non ha fatto seguito alcun invito ufficiale, per quanto mi risulta.

Il problema della divisione sarà comunque toccato nel corso della visita del Papa?

Posso solo dirle che io intendo affrontarlo nel colloquio che avrò con Benedetto XVI. È un tema molto doloroso, una ferita aperta che dobbiamo assolutamente guarire in spirito di riconciliazione.

Accogliendo il Papa, Cipro rafforza il suo ruolo di punta avanzata nel dialogo tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa. Pensa che potrà favorire l’incontro tanto atteso fra il vescovo di Roma ed il Patriarca di Mosca?

Io sono convinto che prima o poi questo vertice ci sarà. Siamo entrati nel nuovo millennio che dovrà essere sotto il segno dell’unità, nessuno può tirarsi indietro rispetto a questo compito. Anche i problemi più complicati, come quello che riguarda la convivenza di cattolici e ortodossi in Ucraina, non sono irrisolvibili se c’è la buona volontà di entrambi le parti. Sono fiducioso: l’incontro tra Benedetto XVI ed il patriarca Kirill si farà.

© Copyright Avvenire, 3 giugno 2010 consultabile online anche qui.

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