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VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE A CIPRO (4 - 6 GIUGNO 2010): LO SPECIALE DEL BLOG
Su segnalazione di Eufemia leggiamo:
INTERVISTA/IL VATICANISTA SANDRO MAGISTER
Il problema è l’assenza di libertà in Medio Oriente
Per la Santa Sede il nodo da sciogliere resta la persecuzione dei cristiani
DI FABIANA CUSIMANO
«Non c’è niente di nuovo e di polemico in quanto detto dal Papa a Cipro. Solo l’ennesima sottolineatura dei rischi che questo conflitto israelo-palestinese può comportare».
Ne è convinto Sandro Magister, vaticanista de L’Espresso. Per il giornalista, infatti, l’unico passaggio nel discorso del Pontefice, che può essere interpretato come accusatorio nei confronti di Israele, è quando ha detto che se non si prendono
delle iniziative di pace efficaci, diverse da quelle finora tentate, il rischio è quello che si arrivi ad un bagno di sangue. Il resto delle frasi, attribuite inappropriatamente al Santo Padre, fa parte del testo di lavoro per il sinodo del Medio Oriente, prodotto dagli stessi vescovi che lo discuteranno.
Con queste parole la Chiesa non rischia di prestare il fianco ad altre critiche?
Si può prestare a critiche di tutti i tipi.
È naturale che, ad esempio, queste parole possano irritare i dirigenti israeliani. Ma se si guarda l’insieme sia del documento pre-sinodale, sia di quello che ha detto il Papa in questi giorni, non c’è il minimo dubbio che sono più forti e insistenti le critiche che sono state portate avanti contro l’assenza di libertà che si registra in tutti i paesi musulmani del Medio Oriente. I cristiani sono perseguitati soltanto nei paesi islamici.
L’unico paese in cui i cristiani hanno vita libera è Israele.
Possiamo dire, dunque, che quella del Papa è stata più un’apertura all’Islam che un attacco ad Israele?
Diciamo che va tenuto presente che i vescovi orientali che vivono in Terra Santa sono intimamente portati a criticare, denunciare e condannare la politica israeliana. L’hanno sempre fatto, in misura molto accentuata in alcuni casi. È la linea tipica, costante delle chiese di quelle regioni. Detto questo, è ingenuo pensare che da Roma possano venire dei giudizi politici nettamente pro israeliani. È impensabile una cosa del genere. Quello che sostanzialmente avviene è che da parte
del Vaticano ci sia sempre un tentativo di bilanciare ed equilibrare quelle che sono le critiche ad Israele che provengono da queste correnti.
Il viaggio a Cipro ne è l’esempio lampante.
Cosa rimarrà di questa prima visita a Cipro di un Pontefice?
Un duplice gesto di dialogo: da una parte quello offerto alle chiese ortodosse, di cui la chiesa di Cipro è una delle più autorevoli; dall’altra l’apertura nei confronti del mondo islamico, fatta di proposte, inviti ed offerte avanzate nel corso della visita, chiedendo a tutti di ritrovarsi in quell’alfabeto universale che devono essere i diritti della persona. Con la libertà di coscienza e di religione
al primissimo posto.
Le parole del Papa aiuteranno il processo di pace?
Beh, pur se ascoltate le sue parole sono poco incisive. Il suo obiettivo è confortare le minoranze cristiane e indurle a non abbandonare il Medio Oriente. Per evitare così la scristianizzazione di questi territori.
fa.cu.
© Copyright La Discussione, 8 giugno 2010 consultabile online anche qui.
Allo stesso link troviamo altri due articoli, sempre segnalatici da Eufemia.
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