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VATICANO: TANTE VERITA' NASCOSTE NEI DISILLUSI RACCONTI DI BENNY LAI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 23 giu.
"La gente mi cerca nella speranza di ottenere mio tramite un favore da quel mondo che bazzico la mattina, ritenuto importante e determinante nella vita politica nostra. Invece il Vaticano, quando non si tratta di benedizioni, sul piano concreto, e' soltanto illusione di chi lo guardava da lontano".
Parola del giornalista e scrittore ottantenne Benny Lai, glorioso corrispondente di guerra e vaticanista di lungo corso, l'unico che ancora oggi i colleghi chiamano "maestro".
Biografo e amico del card. Giuseppe Siri, grande protagonista della Chiesa italiana nel '900 e "Papa non eletto" (lo defini' cosi' in un suo fortunato titolo), Lai e' di nuovo in libreria in questi giorni con un volumetto di "Racconti vaticani" (edito da "Fede e cultura").
Sono storie dichiaratamente fantastiche, piu' parabole che favole, pero', perche' disseminate da tante verita' sul mondo vaticano che Benny Lai frequenta da 60 anni e conosce forse meglio di chiunque altro.
Cosi' quella dichiarazione di "impotenza politica" e' attribuita a un rampante funzionario laico della Segreteria di Stato ma potrebbe averla detta allo stesso Lai un vescovo o un cardinale, chissa'. Tra i racconti - ad esempio - ce ne e' uno intitolato "Un caso di coscienza" che narra del disappunto di un Papa che si vede calunniato da un intellettuale omosessuale per vendetta (la Santa Sede lo aveva snobbato in occasione di una cerimonia alla quale aspirava di essere invitato).
In effetti una disavventura simile capito' a Paolo VI.
Benny Lai, pero', non svela nel suo racconto chi fosse il Pontefice calunniato. E lavorando di fantasia "ricostruisce" invece i febbrili contatti di un premier democristiano che vorrebbe in qualche modo riparare al torto subito dal Papa, aggravato dal fatto che un ministro laico della sua coalizione aveva espresso solidarieta' al calunniatore per difendere la liberta' di pensiero e di espressione in un'Italia sempre meno cattolica ma - secondo lui - ancora troppo clericale.
Nasce cosi' la "missione impossibile" affidata dal premier a un altro ministro, cattolico e piu' introdotto in Vaticano, al quale un non meglio precisato monsignore chiede di difendere pubblicamente il Pontefice dalle parole del ministro socialista, denunciandolo se necessario per vilipendio della religione. Ed ecco il "caso di coscienza": far cadere il Governo licenziando in tronco il ministro anticlericale, col rischio di perdere le elezioni e danneggiare la presenza dei cattolici in politica e dunque la causa della Chiesa, o seguire l'indicazione del monsignore? Curiosamente una situazione per certi versi simile si e' verificata in questo Pontificato, quando nel giugno 2007, proprio alla vigilia di un incontro tra Benedetto XVI e Prodi ad Assisi, tre ministri parteciparono in piazza San Giovanni al "Gay pride" che sbeffeggio' il Papa e il suo segretario. Benny Lai forse ha unito le due vicende e comunque ne ha tratto una sua "morale": la Chiesa lasci ai politici cattolici la liberta' di iniziativa a tutela dei valori e le cose andranno meglio. Leggendo il libro ci si commuove anche: coinvolge, infatti, la storia di un monsignore che sta morendo in un ospedale e vorrebbe comunicare col suo capo dicastero ma vede tutti i suoi tentativi fallire a causa di una suora troppo ligia agli ordini dei sanitari. Ma il racconto piu' bello e' quello di un dialogo tra una statua della Vergine e un bastardino entrato ovviamente senza permesso nei Giardini Vaticani e al quale i gendarmi stanno dando la caccia armati finanche di un mitra. Gli sparano, ma alla fine si salva perche' per Benny Lai, almeno in Vaticano, alla fine il bene trionfa sempre.
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