mercoledì 16 giugno 2010

Un appello per la comunità cristiana afghana perseguitata per la sua fede (Radio Vaticana)


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Un appello per la comunità cristiana afghana perseguitata per la sua fede

Si leva dall’India l’appello rivolto a tutte le comunità cristiane del mondo per salvare un gruppo di afghani che il 31 maggio sono stati condannati a morte per essersi convertiti al cristianesimo. VijayKumar Singh, della India Bible Publishers e della Delhi Bible Fellowship, spiega ad AsiaNews che “occorre l’aiuto dei cristiani di tutto il mondo per fermare il governo afgano che arresta i cristiani afgani e li condanna a morte per esecuzione pubblica”. Secondo quanto riferisce Singh, l’emittente locale Noorin TV in un documentario trasmesso il 27 maggio ha mostrato fotografie e riprese video di persone “convertite in segreto al cristianesimo”, rivelandone nomi e volti. Tanto è bastato per causare proteste e dimostrazioni di piazza, per chiedere l’applicazione rigida della legge islamica, che prevede l’arresto e l’esecuzione per chi abiura l’islam per un’altra fede. L’indignazione popolare è stata cavalcata da personalità pubbliche che hanno chiesto immediati interventi, arrivando ad affermare che uccidere un islamico convertito al cristianesimo “non è un delitto”. Waheed Omar, portavoce del presidente Hamid Karzai, ha assicurato che egli ha già predisposto accertamenti e “compirà azioni immediate e serie per prevenire simile fenomeno”. Sono seguiti fermi in tutto il Paese, con torture agli arrestati per far confessare la fede cristiana ed estorcere il nome di altri convertiti. Singh denuncia inoltre “il preoccupante silenzio dei media” e chiede una ferma presa di posizione dei cristiani di tutto il mondo. L’esponente dell’India Bible Publishers rivela quindi una lettera scritta da Obaid S. Christ, della Comunità cristiana afgana (Acc), un piccolo gruppo di circa 150 cristiani profughi in India in cerca di asilo. Obaid spiega che tutti loro devono vivere in esilio “per salvare le vite proprie e delle famiglie, per l’ordine di esecuzione emanato dal governo per la conversione al cristianesimo”. “Il ministro afgano dell’Interno e il presidente della Intelligence – si legge ancora nella lettera - hanno detto al parlamento che quattro afgani cristiani e una famiglia sono stati arrestati, che 13 associazioni sono state sospese, che l’Intelligence afgana ha un elenco di cristiani afgani che vuole arrestare”. “Le nostre abitazioni sono controllate dalla polizia, le nostre famiglie e i genitori sono sotto indagine e alcuni sono stati arrestati, tutti i cristiani afgani sono dispersi”. Per questo la Comunità cristiana afgana chiede a tutti i cristiani di “non restare silenziosi e non chiudere gli occhi mentre migliaia di fratelli sono perseguitati”; ma di pregare per i cristiani afgani e di “far sentire la loro voce alla comunità internazionale perché chieda al governo afgano di fermare le persecuzioni e le esecuzioni, concedere la libertà religiosa e rispettare e accettare i cristiani afgani”. (M.G.)

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