domenica 1 agosto 2010
Il Papa: guardarsi dalla brama di ricchezze, potere e piaceri effimeri (Izzo)
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PAPA: GUARDARSI DA BRAMA DI RICCHEZZE, POTERE E PIACERI EFFIMERI
Salvatore Izzo
(AGI) - Castelgandolfo, 1 ago.
Il Vangelo "mette in guardia dalla brama dei beni terreni".
Benedetto XVI ha voluto ricordarlo prima dell'Angelus, ricordando come sia proprio dei santi "un cuore saggio" che si ottiene "accumulando ciò che non si corrompe e scartando quanto è
irrimediabilmente mutevole nel tempo: il potere, la ricchezza e gli effimeri piaceri".
In proposito il Papa ha citato la liturgia di oggi che presenta "la parabola del ricco stolto, il quale, avendo accumulato per sé un abbondante raccolto, smette di lavorare, consuma i suoi beni divertendosi e s’illude persino di poter allontanare la morte.
Ma Dio gli disse: 'Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?'". "L’uomo stolto nella Bibbia - ha spiegato il Pontefice agli oltre 4mila fedeli presenti nel cortile della residenza estiva di Castelgandolfo - è colui che non vuole rendersi conto, dall’esperienza delle cose visibili, che nulla dura per sempre, ma tutto passa: la giovinezza come la forza fisica, le comodità come i ruoli di potere. Far dipendere la propria vita da realtà così passeggere è, dunque, stoltezza. L’uomo che confida nel Signore, invece, non teme le avversità della vita, neppure la realtà ineludibile della morte: è l’uomo che ha acquistato 'un cuore saggio', come i Santi".
E proprio alcune di queste figure ha evocato Benedetto XVI nel breve discorso prima della preghiera mariana. "Ieri - ha rilevato - abbiamo ricordato sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù. Vissuto nel XVI secolo, si convertì leggendo la vita di Gesù e di altri Santi durante una lunga degenza causata da una ferita subita in battaglia.
Rimase talmente impressionato da quelle pagine, che decise di seguire il Signore. Oggi ricordiamo sant’Alfonso Maria de’ Liguori, fondatore dei Redentoristi, vissuto nel XVIII secolo e proclamato patrono dei confessori dal Venerabile Pio XII. Ebbe la consapevolezza che Dio vuole tutti santi, ciascuno secondo il proprio stato". "In questa settimana - ha poi aggiunto - la liturgia ci propone, poi, sant’Eusebio, primo Vescovo del Piemonte, strenuo difensore della divinità di Cristo, e, infine, la figura di san Giovanni Maria Vianney, il Curato d’Ars, che ha guidato con il suo esempio l’Anno Sacerdotale appena concluso, e alla cui intercessione nuovamente affido tutti i Pastori della Chiesa.
Impegno comune di questi Santi è stato quello di salvare le anime e di servire la Chiesa con i rispettivi carismi, contribuendo a rinnovarla e ad arricchirla".
"Scegliendo Dio - ha continuato il Papa teologo - questi uomini hanno posseduto ogni cosa necessaria, pregustando fin dalla vita terrena l’eternità".
Salutando i pellegrini polacchi nella loro lingua, Benedetto XVI e' poi tornato sulla sua riflessione iniziale. "La vita quotidiana - ha detto - ci insegna che tutto passa in questo mondo.
Ce lo ricorda la Liturgia della parola della Messa odierna. Ci mostra che la vita dell'uomo non dipende dai suoi averi e che i beni terreni non sono lo scopo, ma un mezzo nella via verso l'eternita'.
Apriamo allora i nostri cuori alle necessita' dei fratelli, diventando ricchi davanti Dio".
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