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Testimonianze dei chierichetti giunti da tutta Europa
Il volto giovane della Chiesa
di Gianluca Biccini e Matthias Hoch
Sono il volto giovane della Chiesa.
Sorridenti e gioiosi quando c'è da cantare e ballare; silenziosi e raccolti quando c'è da pregare. Gli oltre cinquantacinquemila ministranti che in questi giorni hanno invaso le strade di Roma - convocati per la decima volta dal Coetus internationalis ministrantium - testimoniano con tutta l'energia e l'entusiasmo della loro giovane età la gioia di appartenere alla Chiesa.
Tra martedì pomeriggio e mercoledì mattina questo esercito disarmato ha pacificamente invaso piazza San Pietro, per una veglia di preghiera e il successivo incontro con Benedetto XVI.
Quest'anno sono state più ragazze che ragazzi: secondo gli organizzatori, il 60 contro il 40 per cento. Nel fiume di bandiere, striscioni, cappellini e magliette di tutti i colori, prevaleva il bianco nella tonalità vaniglia dei foulard che contraddistingue i quarantacinquemila - il gruppo di gran lunga più numeroso - arrivati dalla Germania per fare festa con il "loro" Papa.
Solo dalla diocesi di Ratisbona ne sono giunti più di quattromila. La mascotte si chiama Philipp Zölch, ha compiuto tredici anni proprio ieri e indossa un copricapo di paglia modello panama, molto usato da questi ragazzi per proteggersi dal sole di Roma. "È la prima volta che partecipo a un incontro così - dice - e non riesco a descrivere le emozioni che provo. Vorrei tanto stringere la mano al Papa".
Benedetto XVI conosce bene Ratisbona, dove ha insegnato in gioventù, come conosce bene la diocesi di Monaco e Frisinga, quella che gli ha dato i natali e la formazione e che lo ha avuto come arcivescovo dal 1977 al 1981.
"Veniva da noi a cresimare i ragazzi", ricorda il responsabile del gruppo della parrocchia di Sankt Albert, periferia della città. Della vicina Planegg è Annemarie Müller, quattordicenne, che svolge il servizio all'altare dal 2005: l'anno in cui Joseph Ratzinger è stato eletto Papa, commenta.
"Se potessi avvicinarlo gli chiederei di potermi affacciare con lui per un istante dal suo balcone", scherza sorridendo. Poi si fa seria e aggiunge: "Ma soprattutto lo ringrazierei per la gioia che ci dona ogni volta che parla a noi ragazzi, ripetendo che la Chiesa è giovane".
A molti questo viaggio a Roma è costato rinunce e sacrifici, soprattutto alle loro famiglie. Ma le famiglie hanno dato un segnale forte di fiducia, continuando a mandare i loro figli in parrocchia. Per qualcuno ci sono gli studi, per altri c'erano in programma vacanze di altro genere, ma nessuno è pentito della scelta fatta. Nathalie, diciannovenne di Albstadt, Würzburg, impiegata in un ufficio pubblico è una veterana di questi incontri.
"Ero venuta già nel 2006 - spiega - e ho potuto vedere bene da vicino il Pontefice". Frederic di anni ne ha quindici e viene da Linz, in Austria. "Quattro anni fa non sono potuto venire perché ero troppo giovane - dice - ma oggi ho potuto rifarmi, ho servito la messa celebrata dal nostro vescovo diocesano all'altare della Cattedra nella basilica di San Pietro. Questo mi rende orgoglioso. Ora non vedo l'ora di incontrare il Papa". Suor Eliane è una religiosa francescana che si occupa di formazione giovanile a Ulm, nei pressi del Lago di Costanza. "Ogni volta che ci riuniamo aumenta il numero delle presenze. Questo ci fa ben sperare", commenta.
A bordo di sedici pullman sono arrivati anche dalla ex Germania Est. "La nostra diocesi di Dresden-Meissen è presente con 750 chierichetti" afferma Daniel Pomm, classe 1977, che ha iniziato il servizio all'altare quando aveva nove anni e il suo Paese era ancora diviso in due.
"Allora c'era il Muro di Berlino - spiega - oggi ci sono i muri dell'indifferenza che lascia tanti giovani senza speranza per il futuro. Per questo vorrei dire al Papa di andare avanti così e di pregare per noi giovani".
Ma non ci sono solo tedeschi. Abbiamo incontrato un ragazzo serbo, molti ungheresi e la piccolissima delegazione - una decina, tutti giovanissimi - dell'Albania. I foulard verde scuro identificano gli italiani. Sono più di settemila; provengono soprattutto dalla Sicilia, ma anche da Padova e da tante altre città. Confusi, in mezzo ai giovani, alcuni vescovi. Come il benedettino svizzero Marian Eleganti, ausiliare di Coira. "Mi occupo di pastorale giovanile - spiega - ed è meraviglioso vedere giovani che qui sperimentano la bellezza di essere Chiesa". Accennando poi allo scandalo degli abusi sessuali su minori commessi da sacerdoti, aggiunge: "Possono vedere l'altra faccia della medaglia, cioè l'appartenenza alla comunità cristiana. Ed è importante che le nuove generazioni conoscano questo lato della Chiesa universale, fatto di amicizia e di gioia. Inoltre possono sentire la vicinanza del Papa e pregare in comunione con lui".
"Per noi non ci sono mai stati quei problemi di cui si parla tanto" affermano quasi in coro Florian, Christian e Lena. Hanno rispettivamente venti, diciotto e quindici anni e arrivano da Braunschweig, diocesi di Hildesheim. "Piuttosto vorremmo far sapere a tutti - concludono - che grazie a Dio ci sono persone come il Papa, che ci confortano nella fede e ci sono vicine nei momenti di difficoltà".
(©L'Osservatore Romano - 5 agosto 2010)
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