giovedì 9 settembre 2010

Auguri del Papa agli ebrei in festa per il Capodanno: cresca in tutti noi la volontà di promuovere giustizia e pace (Radio Vaticana)


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Auguri del Papa agli ebrei in festa per il Capodanno: cresca in tutti noi la volontà di promuovere giustizia e pace

Auguri del Papa alla comunità ebraica che oggi festeggia il Capodanno entrando nell’anno 5771 e per le ricorrenze di Yom Kippur e Sukkot. In un messaggio rivolto al Rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, Benedetto XVI auspica “che queste feste possano apportare copiose benedizioni dall’Eterno ed essere fonte di intima gioia. Cresca in tutti noi – scrive il Santo Padre – la volontà di promuovere la giustizia e la pace, di cui tanto ha bisogno il mondo oggi”. “Con sentimenti di gratitudine e affetto” il Papa ricorda la sua visita al Tempio maggiore di Roma, il 17 gennaio 2009, invocando: “Dio, nella sua bontà, protegga l’intera comunità e ci conceda di crescere, a Roma e nel mondo, nell’amicizia reciproca”. Buoni auspici sono arrivati, in Italia, dal presidente Napolitano, che ha voluto sottolineare il contribuito offerto dalle comunità ebraiche “al benessere e alla cultura” del Paese, auspicando che la “loro opera feconda” continui negli anni a venire. Molte sono le tradizioni legate a questa festa. Roberta Gisotti ne ha parlato con la prof.ssa Luciana Pepi, docente di cultura e lingua ebraica all’Università di Palermo:

D. – Professoressa Pepi, qual è il significato religioso ma anche laico di questa festa? Si può paragonare al nostro Capodanno?

R. – Come è noto l’anno ebraico è un anno lunare e il giorno di Capodanno, che in ebraico si chiama “Rosh Ha-Shanah”, segna proprio l’inizio dell’anno. Quindi, in questo senso, è uguale al nostro, anche se il nostro è un calendario solare. Il significato laico è proprio quello dell’anno nuovo che inizia. Il significato religioso, invece, è legato al fatto che in questo giorno nella tradizione ebraica si usa ricordare la creazione del mondo. E’ interessante, a mio avviso, l’augurio che si scambiano gli ebrei tra di loro “Shanah Tova Umettucka”, che letteralmente significa “Che sia un anno buono e dolce”, quindi pieno di cose positive. Nell’ebraismo, come anche nella nostra tradizione culturale, ogni festa è legata a un incontro a tavola, quindi anche a dei cibi particolari. Il Capodanno è iniziato ieri sera perché le giornate nell’ebraismo iniziano dalla sera al mattino, poiché in Genesi 1 è scritto: “E fu sera e fu mattina.” Quindi, ieri sera in realtà si è già fatta la cena del Capodanno in cui si mangiano tantissimi cibi dolci. Il miele è l’elemento principe, perché è un alimento di fondamentale importanza anche nel testo biblico. La tradizione ebraica fa sempre riferimento in ogni suo aspetto al testo biblico, alla Torah. "Rosh Ha-Shanah”, il Capodanno, è anche un momento in cui bisogna riflettere sulla propria condotta morale, cioè fare un esame di coscienza, fare un bilancio di come si è svolto l’anno passato e anche porsi dei buoni propositi per l’anno che sta entrando. E, un augurio che gli ebrei religiosi fanno l’uno all’altro in italiano suona così: "Che tu possa essere scritto nel libro dei buoni".

D. – Professoressa Pepi, del mondo ebraico con il quale siamo da sempre in contatto di convivenza, a dire la verità, si continua a conoscere poco?

R. – Sì è vero. Diciamo che negli ultimi anni ci sono stati molti incontri, molti seminari dedicati proprio alla conoscenza di questa cultura che, tra l’altro, bisogna ricordare è alle radici della nostra cultura. Però, è vero, che si conosce ancora poco. Insegnando all’università, mi capita spesso di chiedere agli studenti, con cui mi piace dialogare, cosa sanno di questa tradizione culturale. Molto spesso gli studenti non hanno conoscenza di nulla, delle tradizioni culturali, delle credenze religiose. Quindi, a mio avviso, sarebbe molto importante proprio la reciproca conoscenza perché molti problemi di incomprensione nascono proprio da queste lacune. Credo anche che conoscendosi meglio si potrebbero approfondire gli aspetti in comune che sono ovviamente tanti. Io citerei il fatto che il cristianesimo e l’ebraismo hanno in comune un testo, quello che noi chiamiamo nella nostra tradizione Antico Testamento e che gli ebrei chiamano Torah. E’ un unico testo, quindi, anche quando si parla di religioni monoteiste e si fa un confronto tra religioni monoteistiche quali l’islam, il cristianesimo e l’ebraismo, l’accento sul rapporto tra ebraismo e cristianesimo è molto più forte perché abbiamo in comune un testo.

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1 commento:

Abelardo ha detto...

Luciana Pepi ha ragione :il rapporto tra cristianesimo ed ebraismo è fortissimo e indistruttibile.
Sarebbe bello diffondere la lettura de Le Antichità Giudaiche e la Storia del popolo ebraico di Giuseppe Flavio.
Auguri di Buon anno a tutti i fratelli ebrei.