mercoledì 15 settembre 2010
Cresce l'attesa per il viaggio di Benedetto XVI nel Regno Unito: intervista con mons. Nichols (Radio Vaticana)
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Cresce l'attesa per il viaggio di Benedetto XVI nel Regno Unito: intervista con mons. Nichols
Benedetto XVI sarà domani mattina ad Edimburgo, prima tappa del viaggio apostolico nel Regno Unito, 17.mo viaggio internazionale del suo Pontificato. La visita di quattro giorni culminerà, domenica prossima, nella Beatificazione del cardinale Newman a Birmingham. Il Pontefice visiterà anche Glasgow e Londra, dove avrà incontri di carattere ecumenico e rivolgerà un grande discorso alla società civile, a Westminster Hall. Sul clima della vigilia di questo viaggio, ascoltiamo il nostro inviato a Londra, Alessandro Gisotti:
“God is back”,“Dio è tornato”: il titolo di un famoso libro-inchiesta di qualche tempo fa sembra descrivere bene il clima che si respira in Gran Bretagna alla vigilia dell’arrivo di Benedetto XVI. Il viaggio apostolico è stato, infatti, preceduto in questi giorni da un vivace dibattito sui media sul ruolo della fede nella vita pubblica, come non avveniva da tempo. Un confronto animato a volte da uno spirito critico e perfino antagonista nei confronti della religione, e tuttavia mai indifferente. Con l’avvicinarsi della data del viaggio, poi, sono diventate più numerose e più forti le voci di chi mette l’accento sulle possibili sinergie tra laici e credenti, tra Santa Sede e governo britannico: dallo sviluppo all’educazione, dal disarmo alla difesa dell’ambiente. Una sinergia evocata anche dal premier Cameron in un video messaggio di benvenuto al Papa, pubblicato ieri sul sito Internet di Downing Street.
Grandi sono dunque le attese per questo viaggio apostolico, che in molti già definiscono storico, ad una generazione di distanza dalla visita di Giovanni Paolo II, nel 1982. Storici, nonché fortemente simbolici, saranno molti dei momenti di questo viaggio. Evento che ha pure rango di visita di Stato a motivo dell’invito da parte della Regina Elisabetta, che domani mattina riceverà il Pontefice al Palazzo di Holyrood house di Edimburgo. Il viaggio inizia dunque dalla Scozia, in un giorno di festa: domani si celebra, infatti, la memoria di San Niniano, evangelizzatore degli scozzesi ai quali il Papa si rivolgerà nella grande Messa al Bellahouston Park di Glasgow. Quindi, nella tappa londinese, il viaggio assumerà molteplici dimensioni. Innanzitutto pastorale, con la Messa alla Cattedrale di Westminster; ecumenica con la visita all’arcivescovo di Canterbury al Lambeth Palace e la celebrazione dei Vespri a Westminister Abbey. E, ancora, culturale con il discorso alla St. Mary University di Twickenham.
Memorabile, anche come immagine, sarà poi il discorso che Benedetto XVI rivolgerà alla società civile a Westminister Hall, cuore istituzionale del Regno Unito. Discorso, ha affermato nei giorni scorsi padre Federico Lombardi, in cui il Papa proporrà il volto di una Chiesa amica che vuole dare il suo contributo al mondo di oggi, partendo dalla propria fede. Il Papa parlerà al cuore degli inglesi, come suggerisce il motto di questo viaggio, “Cor ad Cor loquitur”, “il cuore parla al cuore”, che sabato sera verrà anche proiettato, con un gioco di luci, su alcuni edifici simbolo di Londra. E’ il motto del cardinale John Henry Newman, il grande pastore, teologo e letterato inglese del XIX secolo, che il Papa eleverà all’onore degli altari. A lui, oltre alla Beatificazione nel Cofton Park di Birmingham, domenica prossima, è dedicata anche una Veglia di preghiera ad Hyde Park sabato sera. Per una volta, i riflettori del parco londinese non si accenderanno per un concerto, ma per illuminare una moltitudine di fedeli, tantissimi i giovani, che assieme al Papa daranno vita ad una sorta di Gmg inglese.
Ultimo atto della intensa visita, l’incontro di Benedetto XVI con i vescovi d’Inghilterra e Galles. Particolarmente significativa la cornice dell’incontro: l’Oscott College di Birmingham dove, nel 1852, si tenne il primo Sinodo dopo la restaurazione della gerarchia cattolica. In tale occasione, il cardinale Newman pronunciò un’omelia divenuta celebre con il titolo di “Seconda primavera”. Una primavera di fede che ora si rinnova con il viaggio apostolico di Benedetto XVI. (Da Londra, Alessandro Gisotti, Radio Vaticana)
Pastorale, ecumenica, istituzionale e culturale: sono tante le dimensioni di questo viaggio apostolico di Benedetto XVI nel Regno Unito. Una visita che si differenzia in modo sostanziale da quella di Giovanni Paolo II in terra britannica nel 1982. E’ quanto sottolinea l’arcivescovo di Westminster, mons. Vincent Nichols, presidente della Conferenza episcopale d’Inghilterra e Galles, intervistato da Alessandro Gisotti:
R. – C’è una grande differenza tra questi due viaggi, perché Giovanni Paolo II era venuto su invito della comunità cattolica. Il Papa aveva celebrato i Sacramenti della Chiesa con la comunità cattolica e il resto della società inglese aveva assistito come spettatrice all’evento, anche se, certo, c’era curiosità tra la gente. In questo caso invece il Papa è stato invitato dalla Regina e dal governo britannico a visitare il Paese nel suo insieme. Certo, il Papa visiterà la comunità cattolica, ma si tratta di una visita di Stato che è una cosa ben diversa. Per cui il pubblico adesso è l’intera società britannica e questa particolare forma della visita ha dettato l’agenda degli eventi che avranno luogo e che culmineranno nella Beatificazione del cardinale Newman.
D. – Il motto della visita è “Cor ad cor Loquitur”, “The Heart speaks unto the Heart”. Pensa che Papa Benedetto sarà capace di parlare al cuore di una società secolarizzata come quella britannica?
R. – Penso che non dobbiamo dare per scontata l’idea che tutti in questo Paese abbiano una mentalità secolarizzata. A mio avviso questo non è vero. Lo è per le istituzioni, come ad esempio i media, ma la vita della gente è molto aperta alla realtà di Dio e ci sono numerosissime espressioni di religiosità in questo Paese. Nella vita della gente comune non è assente una sensibilità alle cose di Dio. Penso che Benedetto XVI parlerà a questa realtà e che i media lo capiranno, perché la gente seguirà quanto sta facendo in televisione o partecipando direttamente ai vari eventi. L’impatto sarà dunque diretto e non letto attraverso le lenti dei media. Quindi, ritengo che sia un’opportunità e che ci sia una certa ricettività nella società inglese alle parole del Papa. Bisogna poi ricordare che il motto di questa visita è tratto dagli scritti di San Francesco di Sales, che è il Patrono dei media. Quindi prego San Francesco di Sales (io sono stato ordinato nel giorno della sua festa) che attraverso la sua intercessione si arrivi a un’intesa comune tra il Papa, il pubblico, il popolo inglese e anche i media.
D. – Lo scorso febbraio, durante la vostra visita ad limina, il Papa vi disse che la Chiesa ha diritto ad avere un ruolo nell’arena pubblica. Come rispondete a questa sfida?
R. – Penso che ci sia un tema di fondo nella visita del Papa che ho cercato di spiegare alla gente e che è il seguente: la sua intenzione, la sua missione è di fare capire che la fede in Dio non è un problema da risolvere, ma un dono da riscoprire. Questo significa che la fede in Dio è un dono da riscoprire per la nostra vita pubblica, civile, per la nostra vita insieme in questa società. A mio avviso c’è una nuova apertura al contributo che la Chiesa e le comunità religiose possono dare al bene comune in questo Paese e noto con interesse che questo nuovo governo ha già proposto un’idea di collaborazione con le comunità di fede per il bene della società che è più positiva e aperta di quanto non lo fosse qualche anno fa.
D. – Questa visita ha una significativa dimensione ecumenica. Pensa che sarà proficua per i rapporti con la Comunione Anglicana?
R. – I rapporti tra la Comunione Anglicana e la Chiesa cattolica sono abbastanza delicati in questo momento. Penso quindi che la visita di Benedetto XVI al Lambeth Palace per incontrare personalmente l’arcivescovo di Canterbury sarà un momento molto importante e proficuo. In quella stessa occasione ci sarà un incontro dei vescovi più importanti della Comunione Anglicana nel Regno Unito con i vescovi cattolici, che segue una serie di incontri precedenti che continuiamo ad avere insieme. Quindi ritengo che questa visita, e in particolare il tempo passato al Lambeth Palace, ci aiuterà molto nella prossima fase dei nostri rapporti ecumenici. C’è poi un momento importante con la più vasta famiglia cristiana di questo Paese nell’Abbazia di Westminster, dove, mettendo da parte le loro divisioni storiche, i fedeli di tutte le comunità cristiane si riuniranno per pregare con il Santo Padre e l’arcivescovo di Canterbury sulla tomba di Sant’Edoardo il Confessore, uno dei grandi sovrani inglesi proclamato Santo della Chiesa. Un’occasione per risalire alle comuni radici culturali e religiose che tanto hanno contribuito a formare la Gran Bretagna di oggi.
D. – Può spiegarci l’importanza della Beatificazione del cardinale Newman per la Chiesa e la società del Regno Unito?
R. – La Beatificazione del cardinale Newman è per molti versi il momento culminante di questa visita a cui ci stiamo preparando con grande attenzione. Sarà un momento veramente memorabile. È importante, perché il cardinale Newman aveva una straordinaria capacità di intravedere quello che sarebbe accaduto in futuro. Aveva previsto l’esperienza di un contesto in cui il cristianesimo non avrebbe avuto rilevanza pubblica. Inoltre, aveva capito che ci sarebbe stato un tempo in cui la Chiesa sarebbe stata indebolita dalla condotta di pochi suoi membri, in cui la sua reputazione sarebbe stata alla mercé del comportamento sbagliato e scandaloso di alcuni. Quindi, il cardinale Newman fu molto perspicace e preveggente, ma sapeva anche che l’esperienza della fede per l’individuo, come per la Chiesa, era qualcosa che doveva essere vissuta come un viaggio. Era convinto che come Chiesa e come singoli discepoli dobbiamo vivere l’esperienza del tempo, confidando nella costante presenza di Dio e cercando la verità. Nella sua vita e nella sua teologia ha avuto un occhio moderno e ha parlato con chiarezza. Quindi è una personalità che ha una immensa importanza nella scena culturale inglese come poeta, come uomo di lettere e come educatore. Tutte queste dimensioni si ritrovano in altri momenti della visita e trovano la loro sintesi nella Beatificazione del cardinale Newman a Cofton Park, a Birmingham, a conclusione della visita del Santo Padre.
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