lunedì 20 settembre 2010

Il Papa ha beatificato Newman. Da giovane lo contrappose ad Hitler (Izzo)


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PAPA:BEATIFICATO NEWMAN, DA GIOVANE LO CONTRAPPOSE A HITLER

Salvatore Izzo

(AGI) - Birmingham, 19 set.

Il card. John Henry Newman, beatificato questa mattina a Birmingham,e' stato una figura decisiva per la formazione di Joseph Ratzinger che apprese dai suoi scritti il "primato della coscienza" obnubilato all'epoca dalla dottrina hitleriana. Esattamente un anno fa il Papa aveva approvato un miracolo attribuito al cappellano dell'Universita' di Oxford che si converti' dall'anglicanesimo al cattolicesimo. Dopo essere stato uno studente modello, compiendo con singolare rapidita' l'intero cursus honorum accademico della piu' prestigiosa universita' britannica, Newman era divenuto pastore anglicano nel 1824 e poco dopo aveva fondato il "Movimento di Oxford", teso a purificare l'anglicanesimo da derive dogmatico-dottrinarie protestanti e promuovere il dialogo e la riconciliazione con Roma. Coraggioso viaggiatore per le vie della terra e della spiritualita' nel 1845, dopo un cammino interiore progressivo, franco e aperto alla Verita', giunse a Roma per l'ordinazione sacerdotale cattolica. Nel '79 Leone XIII gli concesse la berretta cardinalizia con un gesto del tutto inedito, sia perche' elevato al cardinalato da semplice sacerdote, sia perche' non residente a Roma (rimarra' nella sua Inghilterra sino alla morte, nel 1890). Nella Chiesa Cattolica, Newman fondo' gli Oratori di San Filippo Neri. La descrizione del cammino spirituale di Henry Newman e' racchiusa nei "Sermoni", composti nella fase di maturazione dall'anglicanesimo al cattolicesimo (1826-1843). Newman non ha paura del progresso e della scienza e non teme il dialogo con la filosofia, ma ama tutte le espressioni della grandezza umana. Non sempre, ammetteva Newman, i cattolici hanno operato in tal senso, ma i principi base di ogni indagine umana sono sempre gli stessi, validi e indispensabili per la speculazione filosofico-scientica quanto per quella teologica: serieta', sincerita', prudenza, modestia, pazienza. Newman, pero', non cadde nella trappola dell'indifferentismo. Ed e' netta per lui la distinzione nella sua dottrina tra la Rivelazione e la "religione naturale" di Hume. "La dottrina di Newman sulla coscienza divenne per noi il fondamento di quel personalismo teologico che ci attrasse tutti col suo fascino. La nostra immagine dell'uomo, cosi' come la nostra concezione della Chiesa, furono segnate da questo punto di partenza", aveva rivelato il card. Joseph Ratzinger commentando la figura del grande pensatore inglese nel 1990.
Lo storico Marco Roncalli, nipote di Giovanni XXIII, ha sottolineato recentemente su Avvenire che "non e' poco cio' che lega Benedetto XVI al cardinale John Henry Newman, l'anglicano passato al cattolicesimo nel XIX secolo".
"Per il giovane seminarista Joseph Ratzinger e i suoi compagni, tra i quali c'era Alfred Laepple che a Newman stava dedicando la tesi, frantumatosi il totalitarismo che alla coscienza aveva sostituito Hitler, la liberazione, aperte le pagine di Newman, fu - spiega Roncalli - anche sapere 'che il 'noi' della Chiesa non si fondava sull'eliminazione della coscienza, ma poteva svilupparsi solo a partire dalla coscienza', scrisse il futuro Papa che aggiungeva: 'Tuttavia proprio perche' Newman spiegava l'esistenza dell'uomo a partire dalla coscienza, ossia nella relazione tra Dio e l'anima, era anche chiaro che questo personalismo non rappresentava nessun cedimento all'individualismo, e che il legame alla coscienza non significava nessuna concessione all'arbitrarieta', anzi, che si trattava proprio del contrario'".
Secondo Roncalli, la beatificazione del prossimo settembre "mette sotto i riflettori non solo il leader del Movimento di Oxford, il convertito ammesso alla Chiesa di Roma nel 1845, ordinato sacerdote e creato cardinale da Leone XIII nel 1879, l'uomo che affermava 'holiness, first', 'prima di tutto la santita'', ma specialmente 'l'uomo della coscienza', per usare la definizione dell'allora cardinal Ratzinger nel centenario della morte di Newman". Secondo il nipote e biografo di Giovanni XXIII, "se gia' Paolo VI aveva individuato nel grande teologo una guida per gli smarriti 'alla ricerca di un preciso orientamento e di una direzione attraverso le incertezze del mondo moderno', se gia' Giovanni Paolo II ne aveva elencato tratti quali la 'profonda onesta' intellettuale' e la 'fedelta' alla coscienza e alla grazia', Benedetto XVI con questo nuovo gesto eleva ancor piu' il tono. E invita nei fatti ad ascoltare, dentro l'esperienza del cardinale, l'eco di una voce che non puo' coincidere con i propri desideri, con quanto puo' rivelarsi piu' vantaggioso o recare consensi: la voce della coscienza". "Additare Newman significa - conclude Marco Roncalli - sgretolare lo schema ancora imperante della contrapposizione tra i concetti di autorita' e soggettivita': il primo generalmente pensato come negante quelle liberta' per lo piu' custodite nel secondo. Significa parlare di una via della coscienza tutt'altro che avvitata sulla soggettivita', ma piuttosto via dell'obbedienza al traguardo della verita' oggettiva, sia pure chiusa negli stessi dogmi esigenti una 'Grammatica dell'Assenso'.
Equivale insomma a dire possibile quell'ascensione verso Dio che Kant ritiene impossibile verso il Trascendente, parlare di una coscienza che non puo' essere autodeterminazione affidata ai compromessi delle attese soggettive e dell'ordine sociale. E riconoscere come vera coscienza quella che germina laddove nel contatto fra l'intimita' dell'uomo e la verita' venuta da Dio, nucleo segreto dell'esperienza umana, al sottile confine fra santita' ed eresia, come avrebbe detto don Giuseppe De Luca, la soggettivita' si annulla".

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