sabato 16 ottobre 2010

Il peso del card. Ruini secondo Marco Politi

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È tornato Ruini il politico dei cardinali

Marco Politi

L'ex presidente della Cei si era dimesso nel 2007: c'è chi lo dava per finito, però il Vaticano gli deve molto. Ora ricomincia a piazzare le sue pedine e rimette in pista anche Boffo
Ruini ritorna. Nell’arco di cento giorni due suoi pupilli, mons. Fisichella e mons. Nosiglia, sono balzati a cariche importanti: presidente del Consiglio pontificio per la nuova evangelizzazione il primo, arcivescovo di Torino il secondo. C’era chi frettolosamente lo dava per tramontato, quando Ruini qualche anno fa lasciò le cariche, che per quasi un ventennio ne avevano fatto uno dei porporati più potenti di Santa Romana Chiesa.

Il 7 marzo 2007 aveva abbandonato la presidenza della Conferenza episcopale italiana e l’anno seguente il posto di Vicario per la città di Roma. Sembrava che nello spoil-system (che vige anche in Vaticano) il nuovo Segretario di Stato cardinale Bertone avesse occupato tutte le caselle. Ma una personalità come Ruini, uno dei porporati intellettualmente più attrezzati e il più politico d’Italia, non può essere messa in un angolo.

Le affinità con Benedetto XVI

Papa Ratzinger gli deve non soltanto l’appoggio in conclave nella giornata decisiva che lo ha portato sul trono, ma anche la prima vittoria politica da pontefice. Quel 75 per cento di astenuti, che nel 2005 decretò la sconfitta del referendum sulla fecondazione artificiale. E soprattutto la sua sintonia a confortare Benedetto XVI in una fase dell’esistenza, in cui il pontefice sente il bisogno di appoggiarsi esclusivamente a ex collaboratori del Sant’Uffizio (come Bertone alla Segretaria di Stato, mons. Amato alle Cause dei santi, mons. Zimowski alla pastorale della Sanità) oppure a ecclesiastici di provata fedeltà perché provenienti dalla cerchia di cardinali a lui vicini. E il caso di Fisichella e di Nosiglia, che sono uomini di Ruini.

I successi dei suoi due uomini

Fisichella, oltre ad avere retto l’Università Lateranense, è stato vescovo ausiliare di Roma con Ruini dal 1998, mentre mons. Cesare Nosiglia è stato anche lui vescovo ausiliare nella Capitale nell’era ruiniana e soprattutto ha ricoperto incarichi di stretta fiducia: relatore generale del Sinodo di Roma, presidente della commissione Cei per l’educazione, presidente del comitato italiano per la Giornata mondiale della gioventù. Come presidente del Consiglio nazionale della scuola cattolica ha condotto d’intesa con Ruini tutte le battaglie per la piena parificazione e il finanziamento degli istituti confessionali.

Nominato vescovo di Vicenza nel 2003, Nosiglia è stato eletto quest’anno vicepresidente della Cei per l’area Nord. Ora, per decisione di papa Ratzinger, approda alla diocesi di Torino, fra le più prestigiose del Paese. Con queste nomine sono tre gli stretti collaboratori di Ruini, che nel loro futuro hanno la porpora cardinalizia. Fisichella, Nosiglia e mons. Giuseppe Betori, ex segretario della Cei e arcivescovo di Firenze dal 2008. Lo stesso cardinal Ruini, tuttavia, ha ricevuto da Benedetto XVI una nuova missione di grande delicatezza. Dal marzo scorso guida la commissione internazionale, che indaga sul fenomeno delle apparizioni mariane a Medjugorje. Ruini ha con sé un gruppo di venti commissari di vari paesi e riferirà direttamente al Papa e alla Congregazione per la dottrina della fede.

Un convegno sull’Unità d’Italia

L’ex presidente della Conferenza episcopale, peraltro, continua a occuparsi dell’Italia, anzi dal suo seggio di responsabile della commissione per il Progetto culturale (il vero think-tank della Cei) affronta i temi nodali del Paese con un lavoro di ampio respiro. Tra poche settimane, il 2 dicembre, riunirà a Roma l’intellighenzia cattolica per discutere del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia. Sulla copertina dell’invito sventola inequivocabile un grande tricolore a sottolineare l’impegno dell’episcopato per la tutela della unità nazionale e per un federalismo solidale e non disgregatore. Sarà l’occasione per il rientro sulla scena pubblica di Dino Boffo. L’ex direttore dell’Avvenire, insieme con Giuliano Amato, Lucio Caracciolo e Giuliano Ferrara, esaminerà in una tavola rotonda le prospettive di sviluppo della nazione italiana.
L’anno scorso, per la stessa data, Ruini aveva organizzato a Roma uno stimolante convegno su Dio e inoltre aveva pubblicato un Rapporto sulla Sfida educativa (edito da Laterza). Tema cruciale in un momento di disfacimento di regole di comportamento e norme etiche, testimoniato dal crescente esplodere di violenza quotidiana e dall’incremento di malaffare e malapolitica. L’equipe guidata da Ruini ha affrontato la questione formativa in tutte le dimensioni: scuola, famiglia, lavoro, disagio giovanile, consumi, mass media, sport, spettacolo. Nella convinzione che la formazione del cittadino è essenzialmente educazione alla capacità di mettere in relazione libertà e convivenza.
Educare alla libertà, è scritto nel Rapporto sulla sfida educativa, significa formarne l’attitudine alla socialità secondo le sue virtù (lealtà, iniziativa, servizio, solidarietà ecc.) e secondo la sua naturale apertura politica locale, nazionale, mondiale. E una premessa di base laica, su cui Ruini invita al confronto le più diverse agenzie formative e correnti culturali.
Per la fine dell’anno prossimo il cardinale e la commissione per il Progetto culturale della Cei stanno preparando, infine, un secondo rapporto dedicato al problema demografico. Un altro nodo della società italiana.

Il Papa e la sfida educativa

Sulla crisi in corso interviene lo stesso Benedetto XVI nel messaggio alle Settimane sociali cattoliche di Reggio Calabria. Il Papa denuncia il propagarsi della disoccupazione e della precarietà che impedisce ai giovani di realizzarsi, producendo disorientamento, sfiducia, diffidenza e disimpegno. Ratzinger rilancia l’esigenza di una nuova generazione di politici cattolici per uscire dalla ricerca del proprio interesse esclusivo e perseguire insieme il bene del Paese. Riprendendo il tema della sfida educativa, il pontefice esorta all’impegno socio-politico per contrastare “egoismo, cupidigia dei beni, bramosia di carriera”.

da il Fatto Quotidiano del 15 ottobre 2010

© Copyright Il Fatto Quotidiano, 15 ottobre 2010 consultabile online anche qui.

4 commenti:

Abelardo ha detto...

Non si può negare che Ruini sia un gran cardinale come Merry del Val,Rampolla del Tindaro,Antonelli e Consalvi.
Ha carattere ed è cattolico,fedele al Papa... sempre!

Abelardo ha detto...

Non si può negare che Ruini sia un gran cardinale come Merry del Val,Rampolla del Tindaro,Antonelli e Consalvi.
Ha carattere ed è cattolico,fedele al Papa... sempre!

Abelardo ha detto...

Il rientro nell'agone di Dino Boffo mi riempie di gioia perchè, ormai palese, è stato vittima di una sorta di congiura di palazzo.
Per vincere le battaglie decisive l'esercito romano si serviva dei Triarii,i più valorosi...e Dino è un valoroso.
Spero gli restituiscano la direzione dell'Avvenire.
Le sofferenze che patiamo ci rendono più vicini al Signore.

Enzo ha detto...

Dino Boffo è persona di grande cultura e, in più, grande estimatore del card Martini del quale ha diffuso e onorato il pensiero anche a Telenova.
Persona giusta a rappresentare la nuova stagione di cattolici.