venerdì 15 ottobre 2010

I patriarchi d’oriente vogliono più potere (ed eleggere il Papa). Il commento di Paolo Rodari

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I patriarchi d’oriente vogliono più potere (ed eleggere il Papa)

di Paolo Rodari

Si sentono la periferia della cattolicità e vogliono maggiore considerazione, soprattutto da Roma, dal Vaticano, dal Papa.
Sono le 23 chiese cattoliche orientali – in piena comunione con Roma, anche se hanno riti propri – i cui rappresentanti partecipano in questi giorni al Sinodo dei vescovi. Nelle scorse ore molti di loro hanno preso la parola avanzando precise richieste al Papa. Le parole più forti le ha pronunciate Vartan Waldir Boghossian, che guida i cattolici armeni in America Latina. Ha detto: “I patriarchi delle chiese orientali cattoliche, per la loro identità di padri e capi di chiese ‘sui iuris’ che compongono la cattolicità della chiesa cattolica, dovrebbero essere membri, ipso facto, del collegio che elegge il Sommo Pontefice, senza necessità di ricevere il titolo latino di cardinale. Per lo stesso motivo, dovrebbero anche avere la precedenza su di loro”. Una richiesta precisa, insomma, di entrare di diritto nel collegio più esclusivo della cattolicità, il collegio cardinalizio. Se la richiesta venisse accolta da Benedetto XVI, sarebbe rivoluzionata la pratica che porta all’elezione del Papa. Nei primi secoli il vescovo di Roma veniva deciso dall’interezza della comunità, nel 336 il Pontefice Marco decise che potessero aspirare al titolo solo i sacerdoti di Roma. Il diritto di voto ai cardinali risale all’undicesimo secolo. Nel 1059, qualche anno dopo lo scisma d’oriente, Niccolò II affidò l’elezione ai soli cardinali vescovi mentre nel 1179 Alessandro III dichiarò elettori tutti i cardinali.
Boghossian non si è fermato qui. Ha anche chiesto a Roma di non limitare più le attività dei patriarchi a un territorio circoscritto. Tra le chiese di rito orientale, solo quella latina non ha questo limite. Per le altre chiese è un privilegio ingiusto perché, ha detto Boghossian, “anche dal punto di vista ecumenico, la giurisdizione piena sui propri fedeli in tutti i continenti sarebbe per i fratelli separati un anticipo concreto di una situazione di comunione piena”.
E’ principalmente il problema del primato di Pietro che interpella e fa discutere il mondo orientale. Ne ha parlato il vescovo libanese Guy-Paul Noujaim. Ha ricordato che già Giovanni Paolo II auspicò “una nuova forma di esercizio del primato che non danneggi la sua missione e che sia ispirato alle forme ecclesiali del primo millennio, le quali, benché diverse, non impediscono ai cristiani di sentirsi a proprio agio in tutte queste forme, sia che riguardino la spiritualità, la vita morale o la struttura”. In sostanza, Noujaim chiede il ritorno a una chiesa nella quale i patriarchi orientali hanno più potere e privilegi. Come fare? Ecco la soluzione di Noujaim : “Sua Santità incarichi una commissione, composta da esperti teologi, storici e pastori, per proporre soluzioni concrete a queste difficoltà e la chiesa si impegni a applicarle senza attardarsi”. In scia a Noujaim anche Robert Stern, segretario generale della Catholic Near East Welfare Association, secondo cui anche se “il mistero della chiesa può essere descritto usando ‘modelli’”, nessuno è adeguato a descriverla. Certo, c’è un modello a cui gli orientali guardano maggiormente. E’ il modello in vigore nel primo millennio: “La chiesa delle origini vedeva l’unità in termini di pax et communio”. Quella stessa pax e communio che forse, oggi, non è del tutto visibile.

Pubblicato sul Foglio venerdì 15 ottobre 2010

© Copyright Il Foglio, 15 ottobre 2010 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

cioé un successore che chiede di avere "precedenza" su un altro successore degli apostoli, ma che CZO" vuol dire avere precedenza su un fratello? i fratelli non hanno precedenza, i pagani e quelli che appartengono al mondo hanno precedenza. io gli toglierei anche il titolo di patriarca, ma anche quello di diacono, andasse in una multinazionale e con le proprie capacità si fa la sua carriera. Dopo 2000 anni ancora a litigare per chi dev'essere il primo?che tristezza

Max

Abelardo ha detto...

La lotta da duemila duecento anni è sempre la stessa o Roma o l'Oriente...non fidiamoci degli orientali che aprirono le porte agli arabi senza lottare,che insultarono l'imperatore Giuliano II ,che massacrarono Ipazia la grande filosofa...E' per disposizione divina che Roma, sede del diritto, debba governare la Chiesa di Cristo e non essere governata dagli orientali!
O Augusto o Cleopatra..la scelta è sempre la stessa...

Abelardo ha detto...

Alla faccia dell'umiltà...questi vogliono spadroneggiare in Occidente!

A.R. ha detto...

Rodari è un ottimo vaticanista, ma quando si butta in teologia prende certe cantonate (volendo inerpicarsi su impossibili scorciatoie...).
Quelle che riferisce sono sintesi delle sintesi degli interventi in aula, cuciti tra loro ma provenienti da padri con idee e origini del tutto differenti.
Quando Robert Stern parla di modelli di chiesa sta evidentemente citando il fine teologo americano Avery Dulles, e non c'entrano per niente il "modello del primo millennio" a cui guardano gli orientali.
Tra l'altro nel primo millennio mai nessuno si è sognato tra i patriarchi in comunione con Roma di interferire o pretendere un ruolo nella nomina del vescovo della città capitale dell'impero. Cose inaudite ci vengono ammanite come il ritorno ad un passato mai esistito.
Per favore, guardiamo agli interventi seri del sinodo: le preoccupazioni per l'emigrazione, la sovrapposizione delle chiese, la prepotenza della mentalità latina anche in medio Oriente, le sfide dell'Islam e la necessità di evangelizzare anche nei paesi musulmani... Queste sono le priorità del Sinodo, non l'ordine di precedenza dei Patriarchi sui cardinali o il diritto di voto del papa a suffragio universale!

Il papa è il mio padre spirituale ha detto...

Io credo che la questione sia basata sull'importanza delle chiese fondate direttamente dagli apostoli.

Anonimo ha detto...

sarà che rodari prende delle cantonate ma mi pare che questo sinodo cominci male,
manco hanno iniziato, sono in via di estinzione e invece di preoccuparsi dei problemi immensi che hanno avanzano pretese,
sono rimasti quattro gatti e invece di ringraziare per l'aiuto che benedetto XVI gli sta dando accogliendoli sotto l'ala protettrice della chiesa romana vengono qui a spadroneggiare,
ma lasciamoli perdere che è meglio tanto tra poco si saranno estinti
meglio che l'evangelizazione del medio oriente la faccia la chiesa romana

gemma ha detto...

ecco una "santa" polemica che potrebbe far scoprire a qualcuno dell'esistenza di questo Sinodo, in questi giorni. Va a finire che se ne parla :)

don ha detto...

...la fede va spegnendosi in ogni parte del mondo...i cristiani fuggo dal medio oriente...l'islam avanza alla conquista dell'Europa post cristiana...al sinodo si parla anche di annacquare le venerande tradizioni liturgiche orientali (vedi fides et forma...)...e questi Santi Patriarchi stanno a discutere del "sesso degli angeli"??? Bah!

raffaele ha detto...

La proposta dei patriarchi orientali ha una sua logica, una sua coerenza: pur riconoscendo un primato al vescovo di Roma nel primo millennio i cinque patriarchi di Roma, Costantinopoli, Alessandria, Antiochia, Gerusalemme,avevano compiti particolari per la guida della Chiesa universale in quanto le loro Chiese erano considerate fondate direttamente dagli apostoli (nel caso di Costantinopoli con qualche forzatura storica) ed erano parte dell'Impero cristiano.Lo mostrano gli studi di Vittorio Peri, Cesare Alzati, Enrico Morini.