lunedì 4 ottobre 2010

La preghiera del Papa a Capaci: una sosta che ha commosso e incoraggiato (Francesco Fiorino)

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Il Papa: «Non cedete alle suggestioni della mafia»

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Il Papa: "Cari giovani di Sicilia, siate alberi che affondano le loro radici nel “fiume” del bene! Non abbiate paura di contrastare il male! Insieme, sarete come una foresta che cresce, forse silenziosa, ma capace di dare frutto, di portare vita e di rinnovare in modo profondo la vostra terra! Non cedete alle suggestioni della mafia, che è una strada di morte, incompatibile con il Vangelo, come tante volte i vostri Vescovi hanno detto e dicono!" (Discorso)

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Il Papa: Non cedete alle suggestioni della mafia, che è una strada di morte, incompatibile con il Vangelo, come tante volte i vostri Vescovi hanno detto!

Non abbiate timore di vivere e testimoniare la fede. Il commento di Michelangelo Nasca

Il Papa: don Pino Puglisi ucciso dalla mafia

Il Papa: "Il Sacerdote trova sempre, ed in maniera immutabile, la sorgente della propria identità in Cristo Sacerdote. Non è il mondo a fissare il nostro statuto, secondo i bisogni e le concezioni dei ruoli sociali. Il prete è segnato dal sigillo del Sacerdozio di Cristo, per partecipare alla sua funzione di unico Mediatore e Redentore" (Discorso)

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La partecipazione della gente alla Messa del Papa è stata massiccia, oltre le previsioni. Il dato si attesta sui 250mila fedeli. L'Ansa è pregata di rettificare il suo pezzo

Questura di Palermo: in 250 mila alla Messa al Foro Italico (Apcom)

La Santa Messa del Papa a Palermo nel commento audio di Felice Cavallaro (Corriere)

Il Papa: A Palermo, come anche in tutta la Sicilia, non mancano difficoltà. Ci si deve vergognare del male compiuto. Il popolo siciliano guardi con speranza al futuro (Izzo)

Il Papa: Non vi scoraggiate per disoccupazione e criminalità organizzata

Il Papa a Palermo: "Quando incontrate l’opposizione del mondo, sentite le parole dell’Apostolo: «Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro». Ci si deve vergognare del male, di ciò che offende Dio, di ciò che offende l’uomo; ci si deve vergognare del male che si arreca alla Comunità civile e religiosa con azioni che non amano venire alla luce!" (Omelia)

Il benvenuto del sindaco di Palermo al Papa: La nostra città crede nella liberazione dalle piaghe moderne (Apcom)
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IL PAPA IN SICILIA - La preghiera a Capaci

Una sosta che ha commosso e incoraggiato

La visita pastorale di Benedetto XVI a Palermo porterà sicuramente molto “frutto”.
Un incontro veramente significativo e ricco di indicazioni quello del Papa con le Chiese di Sicilia. Si attendevano dal Successore di Pietro parole di incoraggiamento e di speranza che non sono mancate, anzi sono state più che appropriate e indirizzate al cuore dei siciliani. Con la chiarezza che gli è connaturale il Papa ha detto: “Sono qui per darvi un forte incoraggiamento a non aver paura di testimoniare con chiarezza i valori umani e cristiani, così profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione. (…) Non abbiate timore di vivere e testimoniare la fede nei vari ambiti della società, nelle molteplici situazioni dell’esistenza umana, soprattutto in quelle difficili!
La fede vi dona la forza di Dio per essere sempre fiduciosi e coraggiosi, per andare avanti con nuova decisione, per prendere le iniziative necessarie a dare un volto sempre più bello alla vostra terra”.
Come intendere e vivere la fede oggi è stata la prima indicazione che Benedetto XVI ha voluto offrire ai cattolici dell’Isola che sono accorsi numerosi all’appuntamento ecclesiale, superando ogni ottimistica previsione. La fede – ha ricordato – è “fidarci di Cristo, accoglierlo, lasciare che ci trasformi, seguirlo fino in fondo” in ogni realtà. “Siamo servi di Dio – ha aggiunto nella sua omelia – non siamo creditori nei suoi confronti, ma siamo sempre debitori, perché dobbiamo a Lui tutto, perché tutto è suo dono. (…) Se faremo ogni giorno la volontà di Dio, con umiltà, senza pretendere nulla da Lui, sarà Gesù stesso a servirci, ad aiutarci, ad incoraggiarci, a donarci forza e serenità”.
Una grande “sintonia” si è vissuta a Palermo tra il Papa e il popolo siciliano. Carichi di profonda emotività e riconoscenza sono stati i momenti in cui Benedetto XVI ha menzionato i diversi “modelli siciliani” di santità e d’impegno civile e solidale: dalle sante Agata, Lucia e Rosalia, a sant’Annibale Maria di Francia, dai beati Giacomo Cusmano e Francesco Spoto, al più volte ricordato don Giuseppe Puglisi – “eroico esempio” da imitare, come ha affermato il Papa nell’incontro con i sacerdoti in cattedrale – dalla beata Pina Suriano, alle venerabili Maria Carmelina Leone e Maria Magro, ai servi di Dio Rosario Livatino, Mario Giuseppe Restivo. “Spesso la loro azione non fa notizia – ha detto ai giovani il Papa – perché il male fa più rumore, ma sono la forza, il futuro della Sicilia!”. Queste splendide figure vanno certamente “riscoperte” da noi siciliani e la loro testimonianza va “tradotta” nelle vicende contemporanee.
Nel discorso ai giovani e alle famiglie Benedetto XVI ha ribadito la condanna della mafia: “Non abbiate paura di contrastare il male! Insieme, sarete come una foresta che cresce, forse silenziosa, ma capace di dare frutto, di portare vita e di rinnovare in modo profondo la vostra terra! Non cedete alle suggestioni della mafia, che è una strada di morte, incompatibile con il Vangelo”. Un lungo applauso – il più lungo e intenso tributato alle parole del Pontefice – è stato la risposta convinta delle migliaia di persone presenti.
Indimenticabile poi è stato l’ultimo gesto compiuto dal Santo Padre nel punto dove il 23 maggio 1992 avvenne il tragico attentato di Capaci. Sceso dalla macchina ha deposto un mazzo di fiori presso una delle stele erette in ricordo delle vittime e si è soffermato per un momento di preghiera. Ricordare Giovanni Falcone e tutti i caduti a causa della violenza mafiosa è stato un luminoso coronamento della visita. I cattolici e le persone di buona volontà che vivono in Sicilia non possono facilmente dimenticare gli insegnamenti chiari e colmi di speranza che il Successore di Pietro ha donato. Le comunità cristiane siciliane devono essere grate al Signore per la presenza semplice, sicura e amabile, di Benedetto XVI e devono riprendere insieme con fedeltà e creatività i “compiti” esaltanti che a loro sono stati affidati: rendere più bello il volto dell’Isola e che nella Chiesa “nessuno sia emarginato o bisognoso, ma ciascuno, specialmente i più piccoli e deboli, si senta accolto e valorizzato”.

Francesco Fiorino
direttore “Condividere” (Mazara del Vallo)

© Copyright Sir

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma GMV non è contento del risalto dato dai giornali nazionali, eccezion fatta per Repubblica e Unità (!)Eufemia
== PAPA:OSSERVATORE,CONGIURA DEL SILENZIO SU VISITA SICILIA =
(AGI) - CdV, 4 ott. - La visita del Papa a Palermo "e' stato un
avvenimento importante, e certo non solo per la Sicilia. Ma la
maggioranza dei media italiani sembra non averlo valutato per
quello che veramente si e' dimostrato, tra agenzie di stampa
poco attente al suo insieme e quotidiani nazionali che magari
vi hanno dedicato spazio ma non hanno ritenuto che meritasse la
prima pagina (con l'eccezione di molte aperture televisive e
dei richiami su 'la Repubblica' e 'l'Unita''). Sino al
londinese 'The Independent', arrivato a negare la forte
condanna della mafia da parte di Benedetto XVI facendo
rimpiangere l'esemplare comportamento dei media britannici
durante la visita papale nel Regno Unito". Lo scrive oggi
l'Osservatore Romano in un editoriale a firma del direttore,
Giovanni Maria Vian. "Invece - rileva la nota - a Palermo il
Papa ha condannato la criminalita' mafiosa piu' volte, sin
dall'omelia durante la grande messa sul mare, e con una
nettezza inequivocabile: ricordando per ben tre volte don Pino
Puglisi, 'ucciso dalla mafia' in un 'barbaro assassinio', e
ricollegandosi significativamente alla predicazione, anche
attuale, dell'episcopato siciliano. Aggiungendo poi, a
conclusione della visita, un gesto simbolico che restera':
nelle luci struggenti del crepuscolo sull'autostrada, l'omaggio
e la preghiera silenziosa davanti alla stele di Capaci che
ricorda Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo,
Antonio Montinaro e Vito Schifani, vittime dell'attentato
mortale divenuto emblema della lotta contro il fenomeno
mafioso".
Siz
041709 OTT 10

Anonimo ha detto...

Qui il pezzo completo di Vian
http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/text.html#5
Alessia