giovedì 14 ottobre 2010

Lo stemma del Papa non è cambiato. «Una tantum» il drappo usato domenica (Gianni Cardinale)

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Su segnalazione di Alessia leggiamo:

Lo stemma del Papa non è cambiato
«Una tantum» il drappo usato domenica


Gianni Cardinale

ROMA. Lo stemma papale di Benedetto XVI non è cambiato.
Lo confermano fonti autorevoli interpellate da Avvenire. Domenica scorsa dalla finestra papale del Palazzo apostolico era stato calato un nuovo drappo in cui era raffigurato uno stemma differente da quello ufficiale. La variazione maggiore riguardava il fatto che al posto della mitria, sopra allo scudo, c’era la tiara. Il che ha fatto subito scatenare, specialmente su internet, un ampio e articolato dibattito sui significati ecclesiologici e teologici di questa (supposta) innovazione. In realtà il drappo, un recente regalo al Papa, è stato sì utilizzato domenica, ma «una tantum». E non è previsto un riutilizzo per il semplice fatto che non c’è nessuna disposizione per il cambiamento dello stemma che Benedetto XVI ha adottato fin dall’inizio del pontificato.
D’altronde, a pagina 4 dell’Osservatore Romano datato 13 ottobre, prima dell’incipit del testo in latino del motu proprio «Ubicumque et semper» («Dovunque e sempre») campeggiava ben visibile lo stemma ufficiale. Insomma, ribadiscono le autorevoli fonti interpellate da Avvenire: «Lo stemma rimane come è. Nihil innovetur!».

© Copyright Avvenire, 14 ottobre 2010

11 commenti:

massimo ha detto...

ma non è un problema,questo o quello stemma,nella sostanza è lo stesso con lo stesso significato,cambia solo il supporto e la cornice,una carica della tradizio l'altra più moderna,non credo che abbiamo bisogno di teologi e significati pastorali,il Papa è il Papa,il problema è che spesso il suo ruolo è stato sminuito.l'importante è renderci conto che tutta la tradizio ha ancora un significato e ricordiamo che dopo aver fatto il bagno al bambino di gettare via solo l'aqua sporca,in passato abbiamo gettato,aqua,bambino e tinozza dalla finesra.....in ogni caso il nuovo drappo è di alta qualità e più bello,è importante che artigiani specializzati contiunuiono a produrre cose belle per la religione,invece che stracci.si mantengono vivi e si trasmettono antichi mestieri e capacità che non dovremmo cacciar via..........

mariateresa ha detto...

andate avanti voi che mi viene da ridere
eheheheheheh

Andria ha detto...

Peccato!

Anonimo ha detto...

Marcia indietro...... Avvenire ti figuri!Teoria della rottura.

Anonimo ha detto...

Nessuno a mai pensato di cambiare lo stemma del Patriarca di Costantinopoli o del Patriarca di Mosca.
La mania di Piero Marini, mentre nel palazzo aleggiava il fantasma di Bugnini. Che danno!

Vatykanista ha detto...

Porre "nihil innovetur!" in un contesto simile, parrebbe piuttosto una presa per i fondelli bella e buona...

mariateresa ha detto...

io credo che per quello che riguarda papa Benedetto , sia da una parte sia dall'altra , sarebbe necessario distribuire dei grossi flaconi di flebo al valium.
Di certo con questo Papa non si fa nannino.

mariateresa ha detto...

non si fa nannino in genere. Invece i vari traduttori rimangono spesso sbadiglianti e fiacchi, diventando davvero dei "tarduttori".

Anonimo ha detto...

In realtà la tiara, diventata triregno molto dopo, non risale affatto alle Crociate, come alcuni affermano, ma è molto, molto più antica, e certo non ha mai avuto un banale significato di potere temporale. Questo si è aggiunto molto tardi: il significato della tiara era esclusivamente sacerdotale, con un diretto riferimento al Gran sacerdote del Tempio di Gerusalemme.
Allorchè l’Imperatore Costantino dichiarò il Cristianesimo Religio licita, il Papa ed i Vescovi vennero integrati nella Corte Imperiale e ne assunsero le vesti cerimoniali. Questa è l’origine dei paramenti, prima portati dal solo Papa e vescovi, poi discesi ai sacerdoti. Il bianco e il rosso, fino a Paolo VI gli unici colori portati dai Pontefici, erani i colori consolari. Quindi tutte le vesti del Pontefice sono di origine laica, ed altro non erano che l’uniforme di Corte Imperiale: l’unico elemento delle sue vesti di origine sacerdotale era appunto la tiara, copricapo sacerdotale per eccellenza fin dall’antichità.
L’abolizione della tiara ha così eliminato l’unico elemento delle vesti Pontificie di origine e significato sacerdotale e non laico.
La mitria, probabilmente di origine laica, viene molti secoli dopo.
Per quanto riguarda l'aspetto araldico, uno stemma e gli elementi che lo completano (corone, galeri, la tiara, elmi, etc.) sono precise raffigurazioni visive di una realtà giuridica: variare uno stemma o i suoi elementi ha dunque un significato preciso. Se il Papa continua a mantenere il suo speciale munus, e non è diventato nel frattempo il presidente di una repubblica episcopale, non vi è motivo di cambiare una insegna millennaria, che lo identifica precisamente.
Le chiavi non sono solo l'insegna Petrina, ma, disgiunte dalla tiara, possono avere altri significati, quello di gran ciambellano di un monarca ad esempio; la mitri poi fu assunta al tempo della riforma protestante quale insegna dai vescovi protestanti per distinguersi dai prelati cattolici.
Il risultato di questa dilettantesca variazione è dunque, leggendolo con linguaggio araldico, lo stemma di un vescovo protestante, gran ciambellano del suo sovrano.
Bel risultato!

Anonimo ha detto...

D'accordo, ma purtroppo è sempre il significato politico che da fastidio. Infatti quelli di Golias, ultimamente giù di corda, hanno già raddrizzatio le penne, tra tiara e Piacenza.Eufemia

Anonimo ha detto...

Ieri sera ho avuto la "sorpresa" di scoprire che questa sera sulla tv francese 13me rue, a Faits Karl Zéro, andrà in onda un simpatico documentario inedito di Colm O'Gorman (lo ricordate , no?)intitolato: Vatican, conspiration du silence (pédophilie). Al dibattito parteciperà, ma guarda un po', Christian Terras, caporedattore di Golias.
Ho letto le due ultime perle su Piacenza e il famoso drappo, da fuori di testa.
http://tvnews.over-blog.com/article-vatican-la-conspiration-du-silence-pedophilie-58428010.html
Alessia