mercoledì 13 ottobre 2010

Sinodo, appello per la difesa dei Cristiani in Iraq (Izzo)

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SINODO M.O.: APPELLO PER DIFESA CRISTIANI IRAQ

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 12 ott.

"Lavorare tutti insieme per preparare un'alba nuova per il Medio Oriente".
Lo chiede il Sinodo, lanciando un appello perche' terminino i conflitti, siano emarginate le correnti aggressive dell'Islam, e ci sia rispetto per la liberta' religiosa. In particolare, in Iraq dove i cristiani sono "vittime della guerra, ma non tenuti sufficientemente in considerazione dalla comunita' internazionale", ha denunciato mons. Shlemon Warduni, vicario patriarcale di Babilonia dei Caldei, secondo il quale "per garantire la presenza dei cristiani nel Paese occorre lavorare di piu' per costruire la pace e la sicurezza".
"I cristiani - ha aggiunto - vogliono vivere in pace e liberta', invece di sopravvivere e l’esodo, definito mortale, e' una sfida che va affrontata". Inoltre – ha affermato ancora l'ausiliare di Baghdad– sono di fondamentale importanza l'unita' tra le Chiese del Medio Oriente e il dialogo interreligioso". "Il fanatismo - ha spiegato - e' il male seminato nei cuori dei terroristi che produce l'odio contro il cristianesimo, la cattiveria. Percio' noi preghiamo anche per i terroristi, perche' il Signore dia loro la grazia, l'apertura della mente e del cuore".
Durante i lavori "un pensiero - riferisce Radio Vaticana - e' andato anche all’Afghanistan: pur non presente al Sinodo come Paese del Medio Oriente, e' stato comunque ricordato nella solidarieta' dai Padri sinodali, a causa delle tribolazioni vissute dalla popolazione locale". In questo contesto "e' stata Richiamata, quindi, la responsabilita' delle potenze occidentali, in particolare di quelle che hanno commesso errori storici nei confronti del Medio Oriente, affinche' il grido di giustizia e pace nella regione non rimanga inascoltato.
Il Sinodo ha ribadito la necessita' della collaborazione tra le Chiese mediorientali e quelle del Maghreb e definisto "imperativa" l'importanza dei mass media: grazie a loro, infatti, "si possono diffondere nella popolazione le nozioni su cittadinanza, uguaglianza, accettazione della diversita', evitando la manipolazione delle masse e la deriva verso l'estremismo". Riguardo al dialogo tra cristiani e musulmani, visto come un arricchimento reciproco: dall’Islam, i cristiani possono imparare ad essere più praticanti, mentre la loro vicinanza al Vangelo fa riflettere i musulmani su una lettura critica del Corano. In quest’ottica, i Padri sinodali hanno deplorato iniziative provocatorie nei confronti dell'Islam, come le vignette satiriche o i roghi del Corano, incoraggiando invece le attivita' degli scout in cui i ragazzi sono fianco a fianco, senza distinzione di credo. Secondo i vescovi, "senza dialogo non ci saranno pace e stabilita', e le voci devono unirsi nella denuncia del grande affare economico del commercio delle armi".

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