martedì 12 ottobre 2010

Mons. Fisichella guiderà il nuovo dicastero per la rievangelizzazione (Apcom)

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Papa/ Il 'battagliero' Fisichella, che guiderà rievangelizzazione

Nato 59 anni fa a Codogno, in provincia di Lodi, monsignor Rino Fisichella, che da oggi prende il comando di un nuovo dicastero vaticano - il Pontificio consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione - ha un ricco curriculum accademico, grande esperienza pastorale, ma anche molti contatti con la politica e un'inclinazione al parlare franco che non gli hanno risparmiato polemiche e lo hanno reso uno dei protagonisti della scena ecclesiastica italiana degli ultimi anni. Ordinato prete nel 1976, Fisichella è stato nominato vescovo ausiliare di Roma - ossia stretto collaboratore del cardinale Camillo Ruini - nel 1998. E' stato rettore della Pontificia università Lateranense dal 2002 a quest'anno, quando è stato sostituito dal salesiano Enrico Dal Covolo, fedelissimo del cardinale Tarcisio Bertone. Dal 2008 monsignor Fisichella, nominato arcivescovo, è divenuto presidente della Pontificia Accademia per la Vita, il 'think tank' della Santa Sede sulle questioni di bioetica. Nel frattempo, è stato 'cappellano' di Montecitorio, ossia parroco della cappella di vicolo Valdina della Camera dei deputati. Un compito da poco passato a monsignor Lorenzo Leuzzi che ha permesso a Fisichella di intrecciare rapporti cordiali con molti parlamentari italiani.
Ora, infine, l'approdo a capo di un dicastero vaticano, dopo che già negli anni scorsi si era parlato di Fisichella per diverse posizioni di prestigio nell'amministrazione della Santa Sede.
Nelle ultime settimane monsignor Fisichella è assurto agli onori delle cronache per aver invitato a non drammatizzare la bestemmia contenuta in una barzelletta del presidente del Consiglio Berlusconi sulla presidente del Pd Rosy Bindi. "Va contestualizzata", ha detto l'arcivescovo della battuta, condannata con nettezza, invece, dall''Avvenire' e dall''Osservatore romano'. Risentita è stata la reazione della Bindi. Controreplica di Fisichella: "E' peggio dire un'insulsa barzelletta condita da un'imprecazione, o presentare una legge contro la famiglia e pro nozze gay?".
E' solo l'ultima delle uscite schiette di un presule battagliero. Fu lui a portare da Ratzinger, da poco eletto Papa, la scrittrice Oriana Fallaci, impegnata negli ultimi anni in una veemente polemica con l'islam. Fu lui a promuovere il controverso battesimo in mondovisione di Magdi Allam, la vigilia di Pasqua del 2008, con il parlamentare ciellino del Pdl Maurizio Lupi come padrino. Segno dei buoni rapporti intrattenuti da Fisichella con Ratzinger e il suo entourage più stretto.
Più di recente, in qualità di presidente della pontificia Academia pro Vita, Fisichella ha preso posizioni nette su svariate questioni di attualità bioetica. La sentenza della Cassazione su Eluana Englaro è "una grande sconfitta per tutti", anche "per il diritto", disse a proposito della decisione che spianò la strada alla sospensione di alimentazione e idratazione alla donna in stato vegetativo da 17 anni. Il biotestamento? "la libertà della Chiesa di esprimere il proprio insegnamento non può essere limitata dall'arroganza di alcuni scienziati o intellettuali".
Sull'aborto, Fisichella non ha mancato lodare il ministro Sacconi e la sottosegretario Roccella sull pillola Ru486 ed ha espresso il suo apprezzamento anche per l'annuncio fatto dai neogovernatori leghisti Zaia (Veneto) e Cota (Piemonte) - poi modificato nel corso del tempo - di lasciare la pillola "nei magazzini". Ma non c'è stata solo la bioetica negli interventi di Fisichella. All'epoca delle prime proteste degli studenti contro la Gelmini, l'anno scorso, l'arcivescovo difese il ministro, definendola "una persona che sa ascoltare" e aggiungendo: "E' difficile poter ascoltare le grida".
In trincea, anche nei salotti televisivi, quando si è trattato di rispondere alle accuse rivolte alla Chiesa per lo scandalo pedofilia, Fisichella ha dovuto affrontare più di una battaglia anche all'interno del mondo ecclesiale. Nel 2009, in particolare, prese posizione su un caso delicato di aborto in Brasile con un articolo sull''Osservatore romano'. Una bambina di nove anni, Carmen, interruppe la gravidanza dopo essere stata stuprata dal patrigno. Madre e medici furono scomunicati. Ma quando il vescovo di Olinda e Recife, José Cardoso Sobrinho, rilasciò interviste sul caso, intervenne la Santa Sede. Non c'era bisogno che il vescovo usasse "tanta urgenza e pubblicità" per una scomunica comminata, comunque, "in maniera automatica", scrisse Fisichella. "Carmen doveva essere in primo luogo difesa, abbracciata, accarezzata con dolcezza per farle sentire che eravamo tutti con lei; tutti, senza distinzione alcuna".
Ne nacque un caso. Il vescovo brasiliano protestò (e un anno dopo andò in pensione), dovette intervenire la Congregazione per la dottrina della fede, e anche all'interno della Pontificia accademia per la vita la vicenda dette voce a una fronda 'pro life' che chiese al Papa - senza successo - di rimuovere Fisichella. Promosso, oggi, a capo di un dicastero che intende combattere il secolarismo e la scristianizzazione.

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