lunedì 1 novembre 2010

Dal Papa una riflessione su Zaccheo e il ricordo di un vescovo martire di Romania (Sir)

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Il Papa: "Dio non esclude nessuno, né poveri né ricchi. Dio non si lascia condizionare dai nostri pregiudizi umani, ma vede in ognuno un’anima da salvare ed è attratto specialmente da quelle che sono giudicate perdute e che si considerano esse stesse tali" (Angelus)

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BENEDETTO XVI - Da ricco che era

Una riflessione su Zaccheo e il ricordo di un vescovo martire di Romania

La misericordia di Gesù è al centro del Vangelo di questa domenica. Lo ha ricordato stamattina Benedetto XVI, prima di guidare la recita dell’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in piazza San Pietro.

La misericordia di Dio. “L’evangelista san Luca – ha detto il Papa – riserva una particolare attenzione al tema della misericordia di Gesù. Nella sua narrazione, infatti, troviamo alcuni episodi che mettono in risalto l’amore misericordioso di Dio e di Cristo, il quale afferma di essere venuto a chiamare non i giusti, ma i peccatori. Tra i racconti tipici di Luca vi è quello della conversione di Zaccheo, che si legge nella liturgia di questa domenica”. Zaccheo, infatti, è un “pubblicano”, anzi, il capo dei pubblicani di Gerico, importante città presso il fiume Giordano. “I pubblicani – ha spiegato il Pontefice - erano gli esattori dei tributi che i giudei dovevano pagare all’imperatore romano, e già per questo motivo erano considerati pubblici peccatori. Per di più, approfittavano spesso della loro posizione per estorcere denaro alla gente. Per questo Zaccheo era molto ricco, ma disprezzato dai suoi concittadini”. Quando dunque Gesù, attraversando Gerico, si fermò proprio a casa di Zaccheo, “suscitò uno scandalo generale. Il Signore, però, sapeva molto bene quello che faceva. Egli, per così dire, ha voluto rischiare, e ha vinto la scommessa: Zaccheo, profondamente colpito dalla visita di Gesù, decide di cambiare vita, e promette di restituire il quadruplo di ciò che ha rubato. ‘Oggi per questa casa è venuta la salvezza’, dice Gesù, e conclude: ‘Il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e salvare ciò che era perduto’”.

Per la salvezza di tutti. Dio, ha osservato il Santo Padre, commentando questo passo di Vangelo, “non esclude nessuno, né poveri né ricchi. Dio non si lascia condizionare dai nostri pregiudizi umani, ma vede in ognuno un’anima da salvare ed è attratto specialmente da quelle che sono giudicate perdute e che si considerano esse stesse tali. Gesù Cristo, incarnazione di Dio, ha dimostrato questa immensa misericordia, che non toglie nulla alla gravità del peccato, ma mira sempre a salvare il peccatore, ad offrirgli la possibilità di riscattarsi, di ricominciare da capo, di convertirsi”. In un altro passo del Vangelo, ha proseguito Benedetto XVI, “Gesù afferma che è molto difficile per un ricco entrare nel Regno dei cieli. Nel caso di Zaccheo, vediamo proprio che quanto sembra impossibile si realizza: ‘egli – commenta san Girolamo – ha dato via la sua ricchezza e immediatamente l’ha sostituita con la ricchezza del regno dei cieli’. E san Massimo di Torino aggiunge: ‘Le ricchezze, per gli stolti sono un alimento per la disonestà, per i saggi invece sono un aiuto per la virtù; a questi si offre un’opportunità per la salvezza, a quelli si procura un inciampo che li perde’”. In realtà, “Zaccheo ha accolto Gesù e si è convertito, perché Gesù per primo aveva accolto lui! Non lo aveva condannato, ma era andato incontro al suo desiderio di salvezza”. “Preghiamo la Vergine Maria, modello perfetto di comunione con Gesù, affinché anche noi possiamo sperimentare la gioia di essere visitati dal Figlio di Dio, di essere rinnovati dal suo amore, e trasmettere agli altri la sua misericordia”, è stato l’auspicio del Papa.

La beatificazione del vescovo Bogdánffy. Dopo la recita dell’Angelus, il Pontefice ha ricordato che “ieri, nella cattedrale di Oradea Mare in Romania, il card. Peter Erdö ha proclamato beato Szilárd Bogdánffy, vescovo e martire. Nel 1949, quando aveva 38 anni, egli fu consacrato vescovo in clandestinità e quindi arrestato dal regime comunista del suo Paese, la Romania, con l’accusa di cospirazione. Dopo quattro anni di sofferenze e umiliazioni, morì in carcere”. “Rendiamo grazie a Dio – ha sostenuto il Santo Padre - per questo eroico Pastore della Chiesa che ha seguito l’Agnello fino alla fine! La sua testimonianza conforti quanti anche oggi sono perseguitati a causa del Vangelo”.

Saluti plurilingue. Nei saluti in varie lingue Benedetto XVI ha commentato ancora il Vangelo odierno. In francese ha affermato che “ogni persona ha un posto speciale nel cuore di Dio, che attende ancora il ritorno del peccatore alla piena comunione con Lui. Nell’ultimo giorno del mese del Rosario, chiediamo alla Vergine Maria, Madre di misericordia, di accompagnarci nei nostri sforzi di conversione”. In inglese ha dichiarato che “Nostro Signore ci dice che egli ‘è venuto a cercare e a salvare quelli che erano perduti’”. Poi ha rivolto l’invito “ad abbracciare la sua volontà per noi, in amore e umiltà”. In spagnolo ha rammentato che “tutti possiamo accogliere il Signore nella nostra vita e lasciarci trasformare da lui. In polacco ha ricordato che “quando ci sentiamo smarriti nel mondo e ci tocca il male”, Gesù stesso “ci ritrova, ci trasforma con la potenza della grazia e ci conduce alla casa del Padre. Questa consapevolezza ci colmi di gioia e di pace”. In italiano, ha salutato “in particolare il gruppo di Bovino, comprendente anche alcuni ‘Cavalieri’ devoti della Madonna di Valleverde”, “i fedeli venuti da Monteroni di Lecce, i ragazzi di Petosino con i loro catechisti, e il Lions Club Erchie San Pancrazio”.

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