Sala sistina, antica sede della Biblioteca Vaticana |
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Il Papa visiterà il prossimo 18 dicembre la Biblioteca Apostolica Vaticana riaperta al pubblico dopo i lavori di restauro (Asca)
CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DI UNA MOSTRA E DI UN CONVEGNO DELLA BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA
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La Biblioteca vaticana in mostra: “Una storia aperta al futuro”
Il Papa visita la Bav il 18 dicembre
Marinella Bandini
Roma, 9 nov (Il Velino)
Il suo patrimonio affonda le radici in un passato lontano, la sua storia inizia ufficialmente a metà del XV secolo, ma il suo sguardo corre al futuro, soprattutto con l’attenzione alla tecnologia più avanzata e alle moderne forme di interazione.
È il biglietto da visita della Biblioteca apostolica vaticana, istituzione dal sapore antica ma tutt’altro che ingessata, anzi “viva” e “vitale” come è stato sottolineato nella conferenza stampa di presentazione di alcune iniziative con cui la Bav (questa la sigla) si apre al grande pubblico. La Biblioteca – che ha riaperto i battenti lo scorso 20 settembre dopo tre anni di lavori di restauro - si mette letteralmente “in mostra” con una esposizione al Braccio di Carlo Magno, in Vaticano, dal 10 novembre a tutto il mese di gennaio 2011.
Il Papa visiterà la Biblioteca (quella vera) il prossimo 18 dicembre. Il cardinale Bibliotecario, Raffaele Farina, ha auspicato che a differenza dell’incontro di tre anni fa, Benedetto XVI possa salutare tutti i dipendenti. Per quel giorno, inoltre, potrebbero essere pronti almeno in parte i prototipi di arredamento per il Salone Sistino, di cui è in fase di ultimazione il restauro, progettati dall’architetto Paolo Portoghesi.
“Conoscere la Biblioteca vaticana: una storia aperta al futuro” è il titolo della mostra, che unisce la tradizione di sette sezioni con pannelli e teche espositive alla modernità del percorso multimediale (con video e computer) e delle esperienze sensoriali. Al momento, secondo dati dell’Opera romana pellegrinaggi, partner principale dell’iniziativa e “gestore” delle visite, sono circa 15 mila le prenotazioni, e si stimano almeno 100 mila ingressi (la mostra è aperta da martedì a domenica, con ingresso a 5 euro). Chi arriva sarà condotto attraverso una ambiziosa ricostruzione virtuale della Bav, e potrà prendere contatto con manoscritti, stampe e incunaboli (in fac-simile di alta fattura) come i veri studiosi, indossando appositi guanti bianchi. Sono previste anche guide audio multilingue. Alla fine della mostra sono stati riprodotti anche il laboratorio di restauro e il laboratorio fotografico. I tecnici lavoreranno “in vetrina”, permettendo così ai visitatori di osservare il quotidiano lavoro di recupero e restauro degli antichi manoscritti e della conservazione del materiale attraverso le moderne tecnologie fotografiche.
Il tentativo è mettere in contatto la gente con la Biblioteca, il cui accesso è strettamente riservato agli studiosi. Un compito non facile, anche se le nuove tecnologie aiutano. La Bav cerca dunque di uscire dalle mura vaticane per “portare i suoi tesori a un pubblico più vasto” ha detto il cardinale, e dialogare con la cultura contemporanea. Un passaggio sottolineato da padre Caesar Atuire (Orp). La Biblioteca può essere considerata un “santuario della conoscenza” ha detto, in cui le persone possono venire in contatto con “il passato e l’attualità” della fede e della cultura cristiane, e capire l’impatto che esse hanno sul mondo di oggi. Un mondo che deve molto a quelle radici: “Il progresso tecnologico in occidente è stato possibile per il radicamento del cristianesimo in questa parte del mondo” ha sostenuto il sacerdote. Che ha rinnovato l’appello a “conoscere la propria cultura per incontrare davvero gli altri”. Orp è impegnata a promuovere l’evento soprattutto nelle scuole ma anche attraverso i suoi partner commerciali (dai tour operator alle compagnie aeree).
La cura della mostra è stata affidata a Barbara Jatta, responsabile del Gabinetto delle stampe della Bav. Il suo dipartimento, tra l’altro, espone una stampa originale di una delle “Vedute di Roma” di Giovanni Battista Piranesi, ritrovata recentemente. Questa stampa, tra l’altro, ha permesso di retrodatare di un paio di anni la riproduzione di stampe delle incisioni di Piranesi (dal 1747-1748 al 1746). La mostra è comunque da ritenersi un’operazione straordinaria. Di solito – ha spiegato il cardinale Farina – la Bav non allestisce mostre, ma partecipa a mostre (circa 12-15 all’anno) attraverso prestiti di propri “pezzi”. Una partecipazione molto oculata e in diminuzione negli ultimi anni a causa – ha confessato non senza ironia – degli alti costi delle assicurazioni delle opere. La gestione economica è infatti particolarmente attenta, anche per evitare i passi falsi del passato, come quelli successi sotto la gestione di padre Leonard Boyle, predecessore di Farina. Oltre alla mostra, la Bav è impegnata in un convegno (11-13 novembre) dal titolo “La Biblioteca apostolica vaticana come luogo di ricerca e come istituzione al servizio degli studiosi”, con relazioni di studiosi di varia provenienza (al momento sono già 400 gli iscritti).
(ban) 9 nov 2010 18:43
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