martedì 26 gennaio 2010

Le parole di Benedetto XVI nei media (Marco Deriu)


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COMUNICAZIONI SOCIALI - Tracce del messaggio

Le parole di Benedetto XVI nei media

Marco Deriu

Il messaggio del Papa per la 44ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali – “Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola” – ha avuto risonanze diverse sui media. Sabato 23, a caldo, i principali telegiornali nazionali ne hanno dato ampiamente conto nelle loro edizioni del giorno; mentre i quotidiani – dal canto loro – hanno dovuto attendere l’uscita di domenica 24 per poter rilanciare la notizia. Mentre, però, in tv sabato l’argomento è stato uno dei principali, il giorno successivo sui giornali è finito in secondo o terzo piano.
Il “Corriere della Sera” non aveva alcun accenno in prima pagina al tema, a cui però è stata dedicata pressoché integralmente la pagina 26 all’interno. Titolo: “Il Papa crea i cyber preti: ora evangelizzare la Rete”. Occhiello: “La religione e il Web. Il Vaticano invita a creare parrocchie digitali”. Sommario: “Raggiungere con i nuovi mezzi chi non crede”. A fianco dell’articolo sul messaggio papale, il quotidiano riportava un pezzo storico sugli “alimentatori” di fede (da san Paolo a Robert Speer) e un piede dedicato all’appuntamento che sabato ha visto il cardinale Tettamanzi dialogare con i direttori responsabili di “Corriere”, “Repubblica” e “Avvenire”, in occasione della festa di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.
Anche la prima pagina de “La Repubblica” domenica non ha riportato alcun rimando al messaggio, riprendendone i contenuti a pagina16. Titolo di apertura: “Il Papa esorta i sacerdoti: Evangelizzate sul web”. Sommario: “Svolta di Benedetto XVI: Più vicini ai fedeli”. Anche in questo caso, l’articolo ha riportato molti stralci del documento in maniera referenziale, lasciando che a parlare fosse lo stesso Benedetto XVI. Il pezzo affiancato a quello sul messaggio ha riportato un’intervista a mons. Gennaro Matino, vicario per la comunicazione della diocesi di Napoli, che ha favorito lo “sbarco” su Facebook del cardinale Crescenzio Sepe.
Neppure “La Stampa” ha dato cenno al tema in prima pagina, riservandone la trattazione a pagina 18. Titolo: “In missione sul Web per conto di Dio”. Sommario: “Il Papa lancia l’evangelizzazione dei cyber-preti”. A fianco dell’articolo l’opinione di don Bruno Fasani, portavoce della diocesi di Verona, delle cui parole sono state messe in evidenza soltanto le più critiche: “Scorciatoia illusoria: così le chiese si svuoteranno”.
In Internet la risonanza del messaggio papale è stata più immediata e meno duratura, come del resto è caratteristico del mezzo stesso. Sabato la ripresa del tema era su tutte le prime pagine dei quotidiani online, da cui però è sparita nei giorni immediatamente successivi.
Al di là della quantità di spazio, qualche osservazione specifica si può fare sulla qualità del trattamento, in particolare nella titolazione. Gli esempi citati sopra riguardo ai tre principali quotidiani nazionali evidenziano differenti approcci connotativi, ma anche alcune costanti a livello concettuale e metaforico. Tra queste ultime, l’immagine ricorrente dei “cyber preti”, tanto efficace a livello metaforico quanto arbitraria e fuorviante. Come se un sacerdote capace di parlare ai fedeli anche attraverso le nuove tecnologie somigliasse più a un robot che a una persona…
Qualche forzatura si rileva nelle sintesi a cui, forzatamente, la titolazione giornalistica deve ricorrere, laddove viene presentata come una “svolta” o un cambio di rotta l’apertura del Papa e della Chiesa ai nuovi media. In realtà, la Chiesa è sempre stata non soltanto sensibile ma addirittura ottimista verso le potenzialità positive dei media. Se nei documenti ufficiali sono stati affrontati anche i possibili rischi di un uso distorto, è proprio in forza della preoccupazione di salvaguardare e valorizzare appieno l’utilità dei mezzi per l’uomo.
Tornando al messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali di quest’anno, bisogna peraltro notare che – a differenza di quanto avvenuto in altre occasioni – stavolta i media che ne hanno parlato si sono sentiti coinvolti meno direttamente e in generale hanno usato toni più neutri.
Diversa l’accoglienza del messaggio nei media cattolici: da Avvenire al Sir, dai settimanali diocesani ai siti e ai periodici. In tutti una ripresa puntuale del testo con molti commenti e note.

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