sabato 24 aprile 2010

Il Papa ai partecipanti al Convegno della Cei sui nuovi media: la Chiesa renda umana la comunicazione digitale (Radio Vaticana)


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Il Papa: "Senza timori vogliamo prendere il largo nel mare digitale, affrontando la navigazione aperta con la stessa passione che da duemila anni governa la barca della Chiesa. Più che per le risorse tecniche, pur necessarie, vogliamo qualificarci abitando anche questo universo con un cuore credente, che contribuisca a dare un’anima all’ininterrotto flusso comunicativo della rete" (Discorso)

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CONVEGNO CEI SULLA COMUNICAZIONE: DIRETTA IN CORSO

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Il Papa accetta la rinuncia di un Vescovo colpevole di pederastia (Zenit)

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Nuove accuse al card. Hoyos dagli Usa

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D. Quinn (Indipendent): Dei media più onesti darebbero la caccia agli abusi ovunque

John Haas: "Nessuna istituzione al mondo ha adottato una linea così dura ed efficace contro gli abusi come la tolleranza zero della Chiesa" (A.S.)

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Quel "processo" così scomodo, così necessario: il caso Maciel e le sue implicazioni (Paolo D'Andrea)

Il Papa ai partecipanti al Convegno della Cei sui nuovi media: la Chiesa renda umana la comunicazione digitale

Dare un’anima ad Internet e umanizzare le dinamiche dei nuovi media: è quanto sottolineato da Benedetto XVI nel discorso ai partecipanti al Convegno “Testimoni Digitali. Volti e linguaggi nell’era cross mediale”, promosso dalla Conferenza episcopale italiana (Cei).

Nell’udienza, tenutasi in un’Aula Paolo VI gremita di fedeli, il Papa si è soffermato sulla sfida dell’annuncio della Parola di Dio sulle strade del Continente digitale. Dal canto suo, il presidente della Cei, il cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, ha ringraziato il Papa per il suo limpido ministero, che iniziava proprio il 24 aprile di 5 anni fa con la Messa solenne in Piazza San Pietro. Il servizio di Alessandro Gisotti:


Internet diventi “una sorta di portico dei gentili”, “dove fare spazio anche a coloro per i quali Dio è ancora uno sconosciuto”: è l’auspicio di Benedetto XVI, che ha esortato i media cattolici ad offrire, nel tempo digitale, “i segni necessari per riconoscere il Signore”:

“Anche nella rete siete chiamati a collocarvi come 'animatori di comunità', attenti a 'preparare cammini che conducano alla Parola di Dio', e ad esprimere una particolare sensibilità per quanti 'sono sfiduciati ed hanno nel cuore desideri di assoluto e di verità non caduche'”.

E’ questa, ha detto il Papa, “una missione irrinunciabile della Chiesa”. Il compito di ogni credente che opera nei media, ha ribadito, è quello di assicurare la qualità del contatto umano, garantendo l’attenzione alle persone e ai loro bisogni spirituali. Compito ancor più urgente oggi, ha rilevato, nel momento in cui la Rete manifesta una vocazione “tendenzialmente egualitaria”, ma nel contempo “segna un nuovo fossato”, con il digital divide che “separa gli inclusi dagli esclusi”:
“Aumentano pure i pericoli di omologazione e di controllo, di relativismo intellettuale e morale, già ben riconoscibili nella flessione dello spirito critico, nella verità ridotta al gioco delle opinioni, nelle molteplici forme di degrado e di umiliazione dell’intimità della persona”.

Si assiste così, ha osservato il Pontefice, ad un “inquinamento dello spirito” che ci porta “a non guardarci in faccia”. E’ allora necessario “riconoscere i volti” superando quelle dinamiche collettive che rischiano di far diventare le persone “corpi senz’anima, oggetti di scambio e consumo”. I media, è l’esortazione del Papa, devono diventare “fattori di umanizzazione”, centrati “sulla promozione della dignità delle persone e dei popoli”. Solo così, ha proseguito, “il passaggio epocale che stiamo attraversando può rivelarsi ricco e fecondo di nuove opportunità”:

“Senza timori vogliamo prendere il largo nel mare digitale, affrontando la navigazione aperta con la stessa passione che da duemila anni governa la barca della Chiesa. Più che per le risorse tecniche, pur necessarie, vogliamo qualificarci abitando anche questo universo con un cuore credente, che contribuisca a dare un’anima all’ininterrotto flusso comunicativo della rete”.
Benedetto XVI ha quindi elogiato l’impegno dei media cattolici italiani e li ha esortati “a non stancarsi di nutrire nel proprio cuore quella sana passione per l’uomo che diventa tensione ad avvicinarsi sempre più ai suoi linguaggi e al suo vero volto”. Il mondo della comunicazione sociale, ha sottolineato, “entri a pieno titolo nella programmazione pastorale" e la Chiesa percorra con coraggio le “strade del continente digitale”:

“La nostra fiducia non è acriticamente riposta in alcuno strumento della tecnica. La nostra forza sta nell’essere Chiesa, comunità credente, capace di testimoniare a tutti la perenne novità del Risorto, con una vita che fiorisce in pienezza nella misura in cui si apre, entra in relazione, si dona con gratuità”.

Dal canto suo, il cardinale Angelo Bagnasco ha ricordato, con affetto e gratitudine, che oggi ricorre il quinto anniversario dell’inizio del ministero petrino di Benedetto XVI:

“Padre Santo, oggi siamo qui anzitutto per esprimerle, dal profondo del cuore, il nostro ringraziamento per aver accettato la missione di essere nostro pastore e guida nel cammino attraverso questo tempo. Con la sua parola e la sua testimonianza, non ha smesso di dirci che la Chiesa è viva, che la Chiesa è giovane e che porta in sé il futuro del mondo e perciò mostra anche a ciascuno di noi la via verso il futuro. Questa realtà rimane vera, anche nei momenti in cui sperimentiamo la prova”.
Parole queste, ha detto il Pontefice con gratitudine, nelle quali si rispecchia la fedele “adesione a Pietro di tutti i cattolici” dell’amata nazione italiana e “la stima di tanti uomini e donne animati dal desiderio di cercare la verità”.

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