lunedì 24 maggio 2010

Un commissario a Propaganda Fide. Il Papa prosegue nel disegno di rinnovare la Curia e sgombrare ombre dopo lo scandalo della "cricca" (Gagliarducci)


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Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

Un commissario a Propaganda Fide

Il Papa prosegue nel disegno di rinnovare la Curia e sgombrare ombre dopo lo scandalo della "cricca". Nuove strategie prima del concistoro di dicembre. Ratzinger preferisce cardinali lontani dai palazzi di Roma.

Andrea Gagliarducci

Un possibile commissariamento di Propaganda Fide, in attesa della nomina ufficiale del successore del cardinal Ivan Dìas, l'attuale prefetto? L'ipotesi circola, e sembra trovare conferma nell'incontro dello scorso giovedì tra Benedettto XVI e il cardinale indiano.
Chiamato da fuori la Curia nell'ambito dell'operazione rinnovamento, Dìas si ritrova, senza ancora aver terminato un quinquennio alla guida del suo dicastero, in condizioni di salute tali che la sua sostituzione sembra essere imminente. E questo proprio mentre Propaganda Fide si ritrova nell'occhio del ciclone (mediatico) per l'inchiesta su Angelo Balducci, tra i tre consultori laici della Congregazione. L'ipotesi di un commissariamento gira, ma è remota. Chi conosce bene il Vaticano sostiene che le notizie sul caso sono venute fuori dall'esterno, non certo dall'interno. E che viene puntato il dito su situazioni che «fanno parte più di un modo di fare, non del mondo degli affari: a quei livelli, tutti hanno contatti con tutti».
Certo è che la questione di Propaganda Fide si inserisce all'interno di un più generale ricambio della Curia. Dìas cambierà, per motivi di salute. Ma il concistoro di dicembre (in cui si nomineranno nuovi cardinali, e in cui le berrette rosse parleranno della situazione generale della Chiesa) è atteso al varco da tutti: già l'Osservatore Romano ha messo le mani avanti, citando Pasquino in un articolo che parlava delle nomine cardinalizie: «La difficoltà non sta in "der fabbrica i cappelli, ma in der trovà le teste de appiccicajieli"». E Poletto, cardinale di Torino, quando è stata ventilata l'ipotesi che il prossimo vescovo di Torino non sarebbe stato fatto cardinale, si trincerato in un: «La nomina dei cardinali non è legata alla diocesi, ma è di competenza del Papa».
Cambierà, tra gli altri, il prefetto di un dicastero chiave, la Congregazione dei Vescovi, che passerà dal cardinal Re al cardinal Pell, non proveniente dalla Curia. Benedetto XVI, nelle sue nomine, ha sempre prediletto uomini fuori dagli schemi, in un'operazione di rinnovamento che di certo non gli ha creato simpatie. Tanto che alcuni osservatori «interni» guardano con sospetto il comportamento di alcuni cardinali: da quello di Sodano, la cui difesa del Papa il giorno di Pasqua è stata considerata come una volontà di mostrare la sua forza, a quello di Bagnasco, attivissimo e visibile come non mai, apparso come «il difensore ad oltranza del vecchio establishment pur non facendone del tutto parte», fino al cardinale di Vienna Schoenborn, che in più incontri ha dettato l'agenda della Chiesa che verrà. Ma Schoenborn, si fa anche notare, è molto vicino al Papa.
E il suo recente attacco a Sodano potrebbe non essere altro che un avvertimento che il Papa non ha intenzione di prestarsi al gioco di potere intorno a lui.

© Copyright Il Tempo, 24 maggio 2010 consultabile online anche qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ma in ogni articolo si deve dire "Shoenborn, amico del Papa", ma de che?

Max