lunedì 2 agosto 2010

Non ancora chiusa la "partira" per l'arcidiocesi di Torino. La partenza con il piede giustissimo del card. Ouellet (Galeazzi)


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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

Un dossier sul cardinale che verrà

GIACOMO GALEAZZI

CITTA'DEL VATICANO

La partita sembrava chiusa, ma non è così: il «caso Torino» turba le vacanze di Benedetto XVI. A impedire nel capoluogo piemontese la sostituzione immediata del cardinale Severino Poletto è il dossier supplementare sui candidati alla cattedra di San Massimo richiesto dal nuovo ministro vaticano per i vescovi, Marc Ouellet. «E’ la stessa procedura avviata a Milano, solo che a Torino è già tutto pronto per il cambio della guardia, perciò i tempi tecnici andranno necessariamente ridotti», sottolineano nell’ «inner circle» del Pontefice.
La pratica era stata ultimata dal prefetto uscente della congregazione Giovanni Battista Re (che ha concluso il suo mandato con la terna di nomi composta dai bertoniani Versaldi e Bertello e dal ruiniano Nosiglia) ma, appena arrivato in Curia dall’arcidiocesi di Québec, il cardinale Ouellet, molto vicino al segretario del Papa, ha riaperto l’istruttoria e ha bloccato la successione attesa Oltretevere prima di agosto e che a questo punto slitterà probabilmente a settembre. Il Papa apprezza il gesuita Gianfranco Ghirlanda e lo stop alla nomina provocato dal passaggio di mano al vertice del dicastero dei Vescovi rimette in corsa proprio l'ex rettore della Pontificia Università Gregoriana.
Versaldi resta in pole position perché l’influenza di Bertone sull’amministrazione centrale della Chiesa è troppo forte per far agevolmente ipotizzare una clamorosa bocciatura del suo uomo di fiducia», evidenziano nei Sacri Palazzi, dove però non è passata inosservata l’insolita esposizione mediatica del presule di Alessandria nella difesa della Segreteria di Stato durante lo scandalo Boffo.
Alla lunga potrebbe rivelarsi un «boomerang» per la scalata all’arcidiocesi torinese. Nella passata squadra di governo l’assetto di potere era chiaramente definito e il funzionamento della burocrazia vaticana risentiva di automatismi consolidati. Tutto avveniva nel segno del Segretario di Stato. Man mano che si avvicinava per lui il momento della pensione, lo stesso Re aveva gradualmente ceduto il passo alla supremazia di Bertone nelle principali decisioni, mentre ora è in atto un riposizionamento complessivo che potrebbe avere sorprendenti e finora impensabili ripercussioni sul rush finale a Torino.
Il neo-arrivato Ouellet, infatti, è potenziato nel delicato compito dal filo diretto con l’appartamento papale e, dunque, è di fatto più sganciato dalla Terza Loggia rispetto al suo predecessore.
E’ attorno a questi margini di autonomia che troverà soluzione l’enigma Torino. «In teoria la scelta per Torino è appannaggio del piemontese Bertone, al quale Benedetto XVI ha appena confermato pieno controllo sulla Chiesa mondiale, in pratica però la fiducia personale del Pontefice rafforza il nuovo ministro dei Vescovi al punto da rimettere in discussione una decisione che per mesi era apparsa a tutti scontata», precisano al Palazzo Apostolico. La designazione del sostituto di Poletto, quindi, si sta trasformando in un «test» sugli equilibri gerarchici al vertice della piramide vaticana.
L’ultima parola sarà di Benedetto XVI e non sono più escluse sorprese.
«Il Papa vorrebbe a Torino una figura di alto spessore intellettuale, un pastore che sia anche defensor civitatis, una guida spirituale e morale al di fuori dei conflitti interni all'episcopato», puntualizzano in Curia.

© Copyright La Stampa, 2 agosto 2010

2 commenti:

Anonimo ha detto...

scusate la mia ignoranza, ma cos'è la Terza Loggia? e la prima e la seconda???

Luigi

Raffaella ha detto...

Sono i "piani" del Palazzo Apostolico.
Se guardi la foto:

http://it.wikipedia.org/wiki/File:Papal_Apartments.JPG

puoi capire meglio.
Anche Peloso da' una spiegazione:

http://www.ilsecoloxix.it/p/cultura/2010/06/02/AMC6OMkD-aveva_donna_chiavi.shtml