lunedì 6 settembre 2010

Benedetto XVI: «Carpineto, che gioia essere qui fra voi» (Galati)


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Benedetto XVI: «Carpineto, che gioia essere qui fra voi»

di MARIO GALATI

Carpineto Romano ieri ha quasi raddoppiato i suoi 5000 abitanti per accogliere Papa Benedetto XVI, atterrato nel centro lepino per festeggiare il bicentenario della nascita del più illustre figlio, Vincenzo Gioacchino Pecci, dal 28 febbraio 1878 Papa Leone XIII.
Il “Papa nostro”, come continuano a chiamarlo affettuosamente e orgogliosamente i carpinetani e padre della dottrina sociale della Chiesa con l’enciclica Rerum Novarum.
Per il piccolo centro è stata giornata storica, «anzi, un’altra giornata storica”, hanno teso a sottolineare gli abitanti, perché con quella di ieri è la terza visita, in 44 anni, di un Papa a Carpineto Romano. Paolo VI nel 1966 e Giovanni Paolo II nel 1991.
Il paese ieri si è svegliato prestissimo e già alle 6.30 pullulava di pellegrini, forze dell’ordine, giornalisti, fotoreporter e cameraman in azione per conquistare una buona posizione sulla piazza Monti Lepini, sotto il Comune, dove era stato montato il grande palco per la cerimonia. Con l’avvicinarsi dell’ora dell’arrivo del Papa la piazza è andata via via riempiendosi anche di personaltità politiche: il sottosegretario per i Beni Culturali Francesco Giro, che il pomeriggio precedente aveva inaugurato la mostra del San Francesco di Caravaggio a Palazzo Aldobrandini, l’onorevole Renzo Carella, che gioca in casa, il senatore Luigi Zanda il consigliere regionale Bruno Astorre. E c’era anche il vertice dell’Udc con Ferdinando Casini, Rocco Buttiglione e Lorenzo Cesa, ai quali si sono poi aggiunti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, i presidenti della Regione Renata Poverini e della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, che erano andati al campo sportivo a ricevere il Papa in arrivo da Castel Gandolfo con l’elicottero.
Una fila dietro, i pronipoti di Papa Leone XIII con in testa donna Isabella Pecci, che all’eucarestia è stata la prima a salire sull’altare per ricevere la comunione dalle mani del Papa. L’ accompagnavano gli altri pronipoti Giovanni e Paolo Piacetelli , Camillo ed Elisa Corsetti Antonini.
Sono stati Giovanni e Paolo Piacetelli a farci rilevare un particolare: la poltrona dorata e in velluto rosso con lo stemma cardinalizio sulla quale si sarebbe seduto il Papa era quella Gioacchino Pecci, conservata nel palazzo nobiliare di Carpineto e sulla quale si erano seduti nelle precedenti visite anche Paolo VI e Giovanni XXIII. L’unico cimelio, aggiungiamo noi, proveniente da quel palazzo-museo che è la casa di Papa Leone XIII, ben visibile anche dalla piazza ma rimasto ancora malinconicamente chiuso.
Nel 1991, in occasione del viaggio a Carpineto Romano di Giovanni Paolo II, il palazzo che conserva all’interno importanti testimonianze di Leone XIII fu aperto al pubblico, seppure per pochi giorni e fu lì che la contessa Heleda Pecci ricevette la visita di Giovanni Paolo II. Tornando alla piazza, dietro, nelle altre file del parterre riservato decine e decine di sindaci con le fasce tricolori. Mischiato tra loro Franco Prosperi l’allora sindaco di Carpineto che ebbe l’onore di ricevere Papa Woitjla.
All’ arrivo dell’elicottero del Papa, in leggero ritardo, largo Monti Lepini era ormai pieno così come i balconi e le finestre che si vi si affacciano e i sovrastanti giardini: un bel colpo d’occhio. Il Papa è arrivato in papamobile con al suo fianco monsignor Lorenzo Loppa, vescovo di Anagni-Alatri. Ma protagonista è stata ancora la folla che lo ha accolto con un lungo applauso: Benedetto XVI si è leggermente sporto per salutare, visibilmente contento, uno stuolo di bambini che sventolavano le bandierine del Vaticano. Ad attenderlo una trentina di vescovi, tra cui monsignor Vincenzo Apicella, vescovo di Velletri, la diocesi di cui il Papa, prima dell’elezione al soglio era stato vescovo titolare dal ‘93 dedicando una delle sue prime visite proprio a Velletri.
Prima del rito religioso c’è stato il tradizionale scambio dei doni con il sindaco di Carpineto Romano che ha donato al Papa un medaglione in argento e oro riproducente il logo delle manifestazioni per la celebrazione del bicentenario della nascita di Leone XIII, realizzato dall’artista Gianni Ricci. Il Papa lo ha contraccambiato donando a Quirino Briganti la medaglia del suo pontificato.
Nell’indirizzo di saluto monsignor Lorenzo Loppa , esordendo con un “Beatissimo Padre” ha aggiunto: «Non credo occorrano molte parole per esprimere i sentimenti di sincera devozione , di vivissima gratitudine e soprattutto di filiale affetto che nutriamo per la sua amabile persona. I volti di tutti parlano da soli. Dicono la nostra felicità di poterla accogliere qui a Carpineto Romano, nella patria di Leone XIII. Dicono la nostra felicità di poter incontrare il successore di Pietro per essere confermati nella fede e ricevere in dono una speranza più solida. La sua presenza porta al culmine l’anno delle celebrazioni per il bicentenario della nascita del Papa delle “Cose Nuove”. Ci parla dell’amore di Dio, vasto, interminabile, fedele a se stesso che, come ogni stagione della storia, soprattutto in quelle tormentate e difficili, sa garantire alla Sua Chiesa la guida sicura e illuminata di Pietro. Così fu al tempo di leone XIII; così è stato sempre; così è oggi”. Ovviamente il servizio d’ordine era eccezionale ma estremamente discreto e tutto è filato liscio senza il minimo inconvenient: le misure di sicurezza erano state studiate fin nei minimi particolari. Nessuno se ne accorto ma c’erano anche tiratori scelti della polizia e dei carabinieri.
Nell’omelia il Papa ha espresso la sua gioia di ritrovarsi a Carpineto Romano «sulle orme dei miei amati predecessori Paolo VI e Giovanni XIII. E’ Lieta anche la circostanza che mi ha chiamato qui : il bicentenario della nascita del Papa Leone XIII, Vincenzo Gioacchino Pecci, avvenuta in questo bel paese il 2 marzo 1810, Vi ringrazio tutti per la vostra accoglienza . In particolare saluto con riconoscenza il vescovo di Anagni-Alatri monsignor Lorenzo Loppa e il sindaco di Carpineto» . Poi un pensiero speciale per i giovani e a quanti hanno compiuto il pellegrinaggio diocesano. «La mia visita è molto breve –ha aggiunto- ma qui troviamo tutto: la Parola e il Pane di vita eterna, che nutrono la fede, la speranza e la carità». Infine il ritorno in papamobile al campo sportivo per il rientro in elicottero a Castel Gandolfo per l’Angelus di mezzogiorno.

© Copyright Il Messaggero, 6 settembre 2010

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