martedì 19 ottobre 2010

Luca Sardella (seminarista): il Papa ci è accanto come un padre

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Il governo ci ripensa, dal 2014 addio esenzione Ici per la Chiesa (Repubblica). Bene!

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La Turchia cede agli Ortodossi. Il governo renderà al Patriarcato l'Orfanatrofio di Buyukada, sequestrato nel 1936, annunzia AsiaNews (Tosatti)

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Il Papa: abbiamo dovuto constatare con grande dispiacere che sacerdoti hanno sfigurato il loro ministero con l'abuso sessuale di bambini e giovani. Gli abusi ci rendano vigili (Izzo)

Il Papa: I sacerdoti pedofili "hanno sfigurato il loro ministero con l'abuso sessuale di bambini e giovani"

Dino Boffo diventa direttore della Tv dei vescovi (Tornielli)

Il Papa: non stanchiamoci di pregare, Dio, che è buono, ci esaudirà (AsiaNews)
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Il seminarista: ci è accanto come un padre

Dal Pontefice non un manuale di istruzioni ma la familiare e appassionata condivisione di ciò che davvero conta di più

DI LUCA SARDELLA*

Con uno stile semplice e paterno, le parole del Papa nella sua Lettera a noi seminaristi ancora una volta scaldano il cuore. Una Lettera che ha il sapore della familiarità e della confidenza, per condividere con ciascuno il proprio vissuto. Per questo non si tratta di un «manuale di istruzioni» del perfetto seminarista, ma è una autentica e appassionata condivisione di ciò che conta di più.
Punto di partenza, significativo e non scontato, è il «rapporto personale con Dio in Gesù Cristo». Sì, il tempo del Seminario è tempo favorevole per educarmi a «vivere in contatto costante con Dio», facendo delle mie fedeltà alla preghiera non la sterile esecuzione di pratiche necessarie a garantirmi l’amore di Dio, ma il luogo dove il mio cuore possa sentirsi 'a casa' perché desiderato, cercato e amato dal Signore.
Per questo sento il valore del rinnovato invito di Benedetto XVI al primato della vita spirituale: recuperare un ascolto profondo e quotidiano della Parola, il regalarsi spazi di silenzio per la preghiera faccia a faccia con Dio, evangelizzare il proprio vissuto. Guardare l’Eucaristia come «centro del nostro rapporto con Dio e della configurazione della nostra vita» è riconoscere in quel pane e in quel vino il dono del Cristo Risorto in persona, che chiama ciascuno di noi - mendicanti della sua misericordia - a fare della nostra vita dono e servizio.
L’importanza dello studio della teologia, poi, è strettamente collegata con il cammino spirituale. Studiare costa certamente impegno e fatica, ma quale grande ricchezza ne scaturisce nel nostro percorso di ricerca del volto di Dio. Dalla Sacra Scrittura ai Padri della Chiesa, dalla filosofia alla sistematica, sino al diritto canonico: il sapere teologico è indispensabile per accompagnare gli uomini e le donne del nostro tempo all’incontro con il Signore Gesù, per interpretare e orientare al Vangelo le domande di senso che i nostri coetanei si pongono nelle fasi cruciali della propria esistenza. E nel cammino verso la «maturazione umana» non può mancare il conoscere se stessi e la quotidiana condivisione di vita con i compagni di viaggio: per imparare cosa significhi voler bene secondo il cuore di Dio, tenendo insieme fede e vita.

*seminarista

© Copyright Avvenire, 19 ottobre 2010

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