domenica 24 gennaio 2010

Papa Ratzinger: i "cyber-preti" devono essere presenti nel mondo digitale nella costante fedeltà al Vangelo (Pinna)


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Papa Ratzinger: i "cyber-preti" devono essere presenti nel mondo digitale nella costante fedeltà al Vangelo

Elisa Pinna

CITTà DEL VATICANO

Gesù – raccontano gli Atti degli Apostoli – chiese ai discepoli di essere suoi testimoni fino «ai confini del mondo». Ieri papa Benedetto XVI, attuale vicario di Cristo sulla terra, ha esortato i suoi sacerdoti e i suoi vescovi a portare il Vangelo fino ai confini del web, visto non più come un pericolo o una minaccia alla fede ma come un'opportunità straordinaria per raggiungere uomini di tutte le culture e le razze, atei compresi.
Nel messaggio redatto per la 44esima Giornata Mondiale delle Comunicazione sociali e presentato ieri in Vaticano, Benedetto XVI ha spiegato che la Chiesa intera si trova «all'inizio di una storia nuova»: quella di evangelizzare il "continente digitale". Blog, social network, siti: nel messaggio di Benedetto XVI sono citate senza timore le nuove strade del cattolicesimo.
Anche su queste frontiere, ha affermato il Papa, «deve emergere che l'attenzione amorevole di Dio in Cristo per noi non è una cosa del passato e neppure una teoria erudita, ma una realtà del tutto concreta e attuale». I sacerdoti devono – ha insistito – offrire agli uomini che vivono questo «nostro tempo digitale», anche non credenti e sopratutto giovani, «i segni necessari per riconoscere il Signore». Solo così la «Parola di Dio», ha spiegato, «potrà prendere il largo tra gli innumerevoli crocevia creati dal fitto intreccio delle autostrade che solcano il cyberspazio e affermare i diritto di cittadinanza di Dio in ogni epoca».
Il messaggio del Papa per la giornata delle Comunicazioni, - che si celebra ogni anno il 24 gennaio, festa di San Francesco di Sales – è caratterizzato da un atteggiamento di fiducia e ottimismo. Senza nascondere però le difficoltà: i nuovi cyber-preti «devono essere presenti nel mondo digitale , nella costante fedeltà al vangelo» e non limitarsi a considerare il web uno spazio da occupare. I sacerdoti devono coniugare «l'uso opportuno e competente di tali strumenti, acquisito anche nel periodo di formazione, con una solida preparazione teologica e una spiccata spiritualità sacerdotale, alimentata dal continuo colloquio con il Signore».
La sfida lanciata dal Papa farà certamente tremare una parte di Chiesa: ci sono tanti religiosi e fedeli anziani, tuttora diffidenti verso le nuove tecnologie. Attenzione però, hanno avvertito ieri – nella conferenza stampa di presentazione del messaggio – mons. Claudio Maria Celli, presidente del dicastero vaticano per le comunicazioni sociali il segretario mons. Paul Tighe: «noi non diciamo che ogni prete deve aprire un blog o un sito interattivo, ma che usino la rete, con la gioia e l'entusiasmo della fede». Le «parrocchie digitali» costituiscono una «chance decisiva per certe zone del mondo dove i sacerdoti sono pochi e i fedeli isolati, ma anche per le zone più popolate, visto che chi ci ha provato dice di avere più fedeli in rete che in chiesa la domenica», ha osservato mons. Celli. Tuttavia non potranno mai sostituirsi alle parrocchie reali, alla preghiera, al contatto umano, anche perchè i sacramenti devono essere amministrati di persona. Vietato via web.

© Copyright Gazzetta del sud, 24 gennaio 2010

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