sabato 23 gennaio 2010

Card. Bagnasco: il Papa affascina anche chi non ha la fede (Mazza)


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Bagnasco: il Papa affascina anche chi non ha la fede

DA ROMA SALVATORE MAZZA

C è chi rema contro la convivenza con gli immigrati, e per questo «bisogna tene­re alta l’attenzione. Ci sono infatti «o­bici che sono nascosti e non operano nella le­galità », che «non collaborano all’integrazione e alla convivenza serena e che non hanno in­teresse, sembra, a che la convivenza pacifica si possa realizzare».
È l’ammonimento che il cardinale presidente della Conferenza episcopale italiana, Angelo Bagnasco, ha lanciato ieri a proposito della que­stione degli immigrati e di quanto accaduto a Rosarno. Rispondendo alla domanda di un giornalista se fosse d’accordo su quanto soste­nuto dal presidente della Repubblica, ieri in vi­sita in Calabria, sull’importanza di prevenire episodi come quelli avvenuti, il porporato non solo ha convenuto su questa prospettiva, ma ha anche voluto ricordare «l’opera continua della diocesi» e l’attività di volontariato per «fa­vorire il dialogo e l’integrazione».
«Ci sono operazioni in atto in tutte le diocesi – ha sottolineato Bagnasco – per non dare so­lo l’idea del deserto, questo sarebbe ingiusto». Inoltre, ha rimarcato in riferimento proprio ai fatti di Rosarno, «non è solo un problema tra gli italiani e le altre popolazione, ma ci sono o­bici che sono nascosti e che non operano nel­la legalità » . La lotta alla criminalità, ha ag­giunto, è infatti un altro elemento dell’impe­gno che deve vedere le istituzioni e la Chiesa a fianco e in prima linea.
Proprio tale impegno per il bene comune, nel rispetto dei ruoli distinti, aveva fatto poco pri­ma da sfondo alla presentazione del libro I viag­gi di Benedetto XVI in Italia, curato da Pierlu­ca Azzaro per la Libreria editrice vaticana, che lo stesso Bagnasco ha presentato presso la se­de dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Se­de assieme al sostituto della Segreteria di Sta­to Fernando Filoni, al sottosegretario alla pre­sidenza del Consiglio Gianni Letta e al diretto­re della Lev, don Giuseppe Costa. Volume, ha sottolineato Bagnasco dopo l’introduzione del­l’ambasciatore Antonio Zanardi Landi, che ben dimostra il senso del «pellegrinaggio» di Bene­detto XVI in questa nazione, che è di «confer­mare nella fede». Questo, per Bagnasco, è «il 'carisma petrino', che ogni credente avverte come una presenza che si rende presente attraverso colui che la Provvidenza sceglie come Successore del Prin­cipe degli Apostoli».
Carisma che «colpisce, in­terroga e affascina anche coloro che non han­no la grazia della fede ma che guardano a lui e lo incontrano con apertura di cuore», e «ha la virtù di sciogliere possibili barriere e diffiden­ze; capace di creare ponti perché disarmato e disarmante». E, richiamando la straordinaria partecipazione dei giovani, ha osservato, co­me essi «esprimono gioia umanamente in­spiegabile, non festosità passeggera e di fol­clore. Sono sentimenti che in altre situazioni a volte sembrano spenti» nei ragazzi di oggi. Ra­gazzi che papa Ratzinger, «uomo mite, invita a guardare lontano per vedere vicino», indican­do «ideali alti che danno un senso alla vita».
Viaggi, quelli di Benedetto XVI, che vanno sem­pre viste nella loro prospettiva ecclesiologica, ha sottolineato Filoni. Ma che certamente, co­me dimostrano le visite al Quirinale e al Cam­pidoglio, mai mancano di sottolineare il parti­colare rapporto tra Santa Sede e Italia «nel lo­ro collaborare al bene comune». Del resto, co­me sottolineato subito dopo da Letta, l’affer­mazione della laicità, espressione «dell’invali­cabile limite del potere politico rispetto alla li­bertà della persona umana», è «un tema con­duttore delle omelie tenute dal Papa in Italia». Paese «laico» che «ha il privilegio di ospitare la Sede apostolica», la quale «da parte sua cono­sce tale laicità ma non si sottrae al compito di proporre orientamenti riguardo a temi e valo­ri centrali per la persona umana». In tal senso, per Letta, il pontificato attuale sta conferman­do la «profonda osmosi tra Chiesa e Stato».

© Copyright Avvenire, 22 gennaio 2010

8 commenti:

euge ha detto...

Senti Senti cosa dice Bagnasco!!!!
Solo adesso ce ne siamo accorti? Molte volte, caro Card. Bagnasco, il Papa viene più apprezzato da chi non ha fede che da chi ne ha!
Comunque, ben trovato tra noi cioè tra quelli che sono anni che cercano di far capire questa cosa e di evidenziarla a coloro che ancora vivono circondati da nebbia fittissima e la maggior parte, sono suoi " colleghi ".

Maria R. ha detto...

Cara Euge, stasera il tuo commento mi punge sul vivo: devo constatare, con molto rammarico, che da me, non si è parlato della visita del Papa in Sinagoga, nè prima (anzi, lo ha fatto una persona "esterna", venuta per una conferenza!!!!!!!!!!!!), nè dopo.
Come se fossimo dei "senza Papa"....

Il papa è il mio padre spirituale ha detto...

Il papa è il padre spirituale dell'umanità.

nome fittizio ha detto...

quelli senza fede che apprezzano il papa lo fanno più che altro per fini politici. non so cosa sia peggio.

Raffaella ha detto...

Non e' affatto detto!
E comunque il problema e' della Chiesa, non dei non credenti.
La predicazione sara' piu' incisiva se si smettera' di giocare a fare gli antipapi.
R.

euge ha detto...

Per nome fittizio: io mi riferivo a coloro che pur non essendo credenti, apprezzano l'elevatura intellettuale di Benedetto XVI come teologo aspetto questo, che spesso, viene sottovalutato ed anche fortemente sminuito dai così detti credenti a cominciare da preti, vescovi e cardinali ne abbiamo avuti di esempi!!!!

euge ha detto...

Cara Maria è ovvio che il mio commento non era riferito a te ma, alle parole di bagnasco che, come al solito arrivano con anni luce di ritardo!

un passante ha detto...

caro fittizio io sono un non credente che apprezza il papa umanamente e intellettualmente (non mi pare un qualunque "bau bau micio micio", soprattutto con quel che c'è in giro). Dal confronto con le sue idee mi sento arricchito e non per nulla sminuito. Non sono un politico e non ho fini politici. Io sono un nickname in un blog, ma come me credo ce ne siano altri. Non so onestamente se siano peggio gli atei che gli sono vicini o quei sacerdoti che remano contro, anche attraverso la militanza politica