mercoledì 3 febbraio 2010

Il Papa: il mondo sarebbe molto più povero senza frati e suore (Izzo)


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Il Papa: “Se la vita consacrata non ci fosse, quanto sarebbe più povero il mondo!” (Sir)

Il Papa: "La vita consacrata testimonia ed esprime in modo "forte" proprio il cercarsi reciproco di Dio e dell’uomo, l’amore che li attrae; la persona consacrata, per il fatto stesso di esserci, rappresenta come un "ponte" verso Dio per tutti coloro che la incontrano, un richiamo, un rinvio. E tutto questo in forza della mediazione di Gesù Cristo, il Consacrato del Padre. Il fondamento è Lui! Lui, che ha condiviso la nostra fragilità, perché noi potessimo partecipare della sua natura divina" (Omelia Vespri)

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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

PAPA: MONDO SAREBBE ASSAI PIU' POVERO SENZA FRATI E SUORE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 2 feb.

Benedetto XVI invita tutta la Chiesa a "elevare al Signore un inno di ringraziamento e di lode per la stessa vita consacrata".
"Se essa non ci fosse - dice il Papa - quanto sarebbe piu' povero il mondo!
Al di la' delle superficiali valutazioni di funzionalita', la vita consacrata e' importante proprio per il suo essere segno di gratuita' e d'amore, e cio' tanto piu' in una societa' che rischia di essere soffocata nel vortice dell'effimero e dell'utile".
Secondo il Pontefice, che questo pomeriggio ha presieduto nella Basilica di San Pietro la celebrazione dei Vespri in occasione della Giornata della Vita Consacrata, i religiosi testimoniano con la loro vocazione "la sovrabbondanza d'amore che spinge a 'perdere' la propria vita, come risposta alla sovrabbondanza di amore del Signore, che per primo ha perduto la sua vita per noi". "In questo momento - ha detto - penso alle persone consacrate che sentono il peso della fatica quotidiana scarsa di gratificazioni umane, ai religiosi e alle religiose anziani, ammalati, a quanti si sentono in difficolta' nel loro apostolato: nessuno di essi e' inutile, perche' il Signore li associa al 'trono della grazia'. Sono invece un dono prezioso per la Chiesa e per il mondo, assetato di Dio e della sua Parola". "Pieni di fiducia e di riconoscenza - ha esortato rivolto a cinquemila tra frati e suore della diocesi di Roma che gremivano San Pietro - rinnoviamo dunque anche noi il gesto dell'offerta totale di noi stessi presentandoci al Tempio".
Nella sua omelia, Benedetto XVI si e' soffermato sull'odierna festa liturgica della "Candelora", cioe' della presentazione di Gesu' al Tempio, che ricorda il momento nel quale i profeti Simone e Anna riconoscono in Lui il Messia tanto atteso: "essi - ha spiegato - rappresentano l'umanita' che incontra il suo Signore nella Chiesa. Successivamente questa festa si estese anche in Occidente, sviluppando soprattutto il simbolo della luce, e la processione con le candele, che diede origine al termine 'Candelora'. Con questo segno visibile si vuole significare che la Chiesa incontra nella fede Colui che e' "la luce degli uomini" e lo accoglie con tutto lo slancio della sua fede per portare questa "luce" al mondo". "In concomitanza con questa festa liturgica - ha sottolineato il Papa - il Venerabile Giovanni Paolo II, a partire dal 1997, volle che fosse celebrata in tutta la Chiesa una speciale Giornata della Vita Consacrata. Infatti, l'oblazione del Figlio di Dio, simboleggiata dalla sua presentazione al Tempio, e' modello per ogni uomo e donna che consacra tutta la propria vita al Signore". Per Papa Ratzinger, "triplice e' lo scopo di questa Giornata: innanzitutto lodare e ringraziare il Signore per il dono della vita consacrata; in secondo luogo, promuoverne la conoscenza e la stima da parte di tutto il Popolo di Dio; infine, invitare quanti hanno dedicato pienamente la propria vita alla causa del Vangelo a celebrare le meraviglie che il Signore ha operato in loro". "Nel ringraziarvi per essere convenuti cosi' numerosi, in questa giornata a voi particolarmente dedicata, desidero salutare con grande affetto - ha scandito - ciascuno di voi: religiosi, religiose e persone consacrate, esprimendovi cordiale vicinanza e vivo apprezzamento per il bene che realizzate a servizio del Popolo di Dio".

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