giovedì 4 febbraio 2010

Vittorio Feltri: "Non conosco né il direttore dell’Osservatore Romano né il cardinale Bertone, mai incontrati" (Il Giornale)


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IL «CASO DINO BOFFO» DIVENTA ROMANZO

di Vittorio Feltri

Mi scuso coi lettori, ma sono costretto a tornare sul caso Boffo perché vedo su vari giornali riesplodere la polemica, questa volta addirittura allargata e coinvolgente il Vaticano, i cardinali e i vescovi che non conosco e non frequento perché, grazie a Dio, sono ateo.
Quello che avevo da dire l’ho detto e pensavo bastasse. Non è così. E allora ribadisco con forza.
Tra la fine di agosto e l’inizio di settembre dello scorso anno abbiamo pubblicato la seguente notizia: il direttore dell’Avvenire fu condannato per molestie a pagare una pena pecuniaria. Notizia vera, accertata e mai smentita perché documentata. Chi ce la fornì, oltre alla fotocopia del casellario giudiziale, ci consegnò una informativa da cui ricavammo due particolari relativi alla omosessualità. Ebbene, questi due particolari, in una fase successiva, sono risultati non corrispondenti alle carte (secretate) giudiziarie. Sicché, immediatamente abbiamo provveduto a precisarlo.
Tutto ciò non inficia la verità sostanziale della notizia, e cioè la condanna per molestie. Ma i media hanno approfittato della correzione per sostenere che ci eravamo rimangiati ogni cosa. Falso. Quanto al fatto che in alcune circostanze mi sono espresso in termini favorevoli nei confronti di Boffo, confermo: il direttore di Avvenire, dimettendosi dall’incarico a causa del polverone, in un Paese in cui di solito per strappare qualcuno dalla poltrona bisogna ricorrere alla fiamma ossidrica, si è comportato bene e gliene ho dato atto senza riserve.
Non è finita.
Ho dichiarato che la notizia della condanna mi fu fatta pervenire da persona affidabile, istituzionalmente affidabile, non estranea alla chiesa cattolica (che non è un club ristretto). Ciò nonostante svolgemmo dei controlli che ebbero esito positivo: la condanna c’era stata. Non demmo troppo peso alla asserita (sull’informativa) omosessualità perché le preferenze sessuali non costituiscono reato. Tuttavia, ripeto, quando scoprimmo che nei documenti (secretati) essa non figurava, prontamente ne demmo conto.
Ora si è scatenata la caccia alla personalità che ci regalò la «dritta». Liberi tutti di partecipare all’attività venatoria, di formulare ipotesi più o meno suggestive, più o meno verosimili. Noi ci asteniamo e diffidiamo chiunque dall’attribuirci confidenze circa il nome della nostra fonte a cui si può rimproverare di aver sbagliato a dire che negli atti c’era l’omosessualità (quando non c’era) ma non di averci rifilato una bufala, giacché la condanna per molestie non è in discussione. Le molestie sono molestie e sono punite dal codice e prescindere dai gusti sessuali di chi le commette. Che sono affari suoi. E che comunque noi abbiamo rettificato secondo il contenuto effettivo del fascicolo processuale.
Lunedì scorso mi sono recato in un ristorante non clandestino di Milano e ho pranzato con Dino Boffo. C’è qualcosa di male? Non credo. Eppure certi giornali hanno costruito sul risotto un castello da cui hanno ricavato un mediocre romanzaccio, con tanto di personaggi ovviamente inventati. Non sarebbe un problema se non avessero insinuato che io abbia svelato il nome dell’«assassino». Non ho svelato un bel niente. Ovviamente la notizia non è piovuta dal cielo. Ma il dato fondamentale non è chi ce l’ha «donata» bensì se essa è vera o falsa. La notizia delle molestie è vera. Quello che andava precisato è stato precisato.

P.S.: non conosco né il direttore dell’Osservatore Romano né il cardinale Bertone, mai incontrati. Li ho visti in fotografia e in televisione. Amen.

© Copyright Il Giornale, 4 febbraio 2010 consultabile online anche qui.

9 commenti:

mariateresa ha detto...

una bella faccia da chiappe Feltri.
Aggiungo che quello che ho letto stamattina sul Foglio mi è sembrato , parimenti, una pena.
Mi dispiace, ma è così.
Adesso il pasticcio è che, a mio modesto modo di vedere le cose, qualcuno è andato troppo avanti e uscirne con gli zebedei attaccati è difficile.
Se mi sbaglio, mi corrigerò.

sonny ha detto...

Oggi le comiche, che teatrino penoso!

Anonimo ha detto...

Che faccia di tolla! Non è forse lui che ha fatto scoppiare tutto il putiferio.
Le bordate contro Bertone e Vian continuano.
Oggi su rep. vanno in scena Mancuso, La Rocca, Ansaldo con tre pagine.
Sul Foglio:
Chiesa casta et meretrix in prima
Inoltre, ti posto questo pezzo di Ferrara, per ora solo nella versione abbonati:
4 febbraio 2010
Il caso Boffo e i peccati di vanità degli uomini di chiesa
Leggerezza, spirito combriccolare, carrierismo minore: difetti da emendare
La salute della chiesa ovviamente interessa tutte le persone sane di mente e di spirito. Noi in particolare, convinti come siamo che prima del Sé, prima della coscienza abissale moderna rotta a tutte le possibilità, prima del neognosticismo che punta tutto sull’iniziazione mistica, sull’assoluto interiore, prima di tutto il resto, e alla pari con la fede per chi ce l’ha, viene la grandezza umana, storica, événementielle, del grande cartellone messo in piedi dal Messia, da Pietro e Paolo, che tiene banco da duemila anni con molto trambusto, molto bel dramma, molte cose da dirci per ammaestrarci ed educarci alla filosofia e alla teologia e alla buona vita, e molto onore.

Sconcertano soprattutto i peccati di vanità, di leggerezza, di spirito combriccolare e di carrierismo minore. Nella vicenda Boffo, sulla quale è probabilmente utile che l’appartamento pontificio e la segreteria di stato forniscano dati chiari e definitivi al Papa, e in fretta, colpiscono proprio la mancanza di stile, la grossolanità di certe condotte risentite, faziose che portano a “mordersi come cani”, per usare la bella espressione di Benedetto XVI nella recente lettera ai vescovi. Tutti fingono di credere che la questione cruciale sia di appurare chi recapitò a Feltri o a qualche suo collaboratore un plico contenente un anonimo falso, nello stile dei regimi di polizia anni Trenta, quando si denunciavano gli avversari come “probabili cocainomani, dediti alla stretta di mano”. Eppure quella è l’ultima delle faccende che possano inquietare: quel brogliaccio mal scritto e mal concepito, in cui si parlava di un “omosessuale notorio e attenzionato”, e altre amabilità del genere, girava da tempo nelle diocesi italiane, come può girare un anonimo sistematicamente cestinato dalle persone e dai preti e dai laici perbene, e poteva finire da un momento all’altro nelle mani di chiunque.

Il problema è: chi lo avvalorò, chi lo legittimò, quali telefonate fecero capire che la parte maggiore e di governo della chiesa considerava un servizio reso alla verità e all’equilibrio tra chiesa e governo Berlusconi la pubblicazione di quella schifezza? Su questo punto parrebbero sussistere pochi dubbi, e la decapitazione di chi mise pubblicamente, e sul Corriere della Sera, il suggello del Vaticano sulla violenta calunnia contro Boffo, il professore di vanità Gian Maria Vian, è questione di ore, di giorni o di pochi mesi. Sempre che la chiesa voglia bene a se stessa e al suo mistero.
© 2009 - FOGLIO QUOTIDIANO
Alessia

Maria R. ha detto...

"Grazie a Dio, sono ateo": cosa strana che un ateo abbia motivo di ringraziare Dio. Lapsus???? Frasetta di uso comune???? Forse si è confuso!!!!!!! (psicologie distorte????)

Secondo: ora, con tutto il rispetto anche per Dino Boffo, ma, perchè andare in un ristorante, in un posto pubblicissimo, in cui chiunque puo' prendere un telefonino e chiamare una qualsiasi testata per dare lo scoop (sempre che non fossero stati già chiamati da altri, i giornalisti. Chi vuole evitare altre polemiche, evita di fare le cose in pubblico, non per nascondersi, ma per prudenza. E per non alimentare altre polemiche.
Se invece si fa tutto cosi', alla luce del sole, come fra "amici", bhè, la cosa mi sa un po' di bruciato.
E mi fermo qui.

Anonimo ha detto...

Riguardo il pezzo di Ferrara che ti ho postato, mi domando cosa c'azzecchi l'appartamento pontificio. Perché dovrebbe essere l'appartamento pontificio a fornire, con la segreteria di stato, dati chiari e definitivi al Papa sulla faccenda?
Alessia

mariateresa ha detto...

Il foglio farnetica. L'estensore dell'articolo ha avuto la faccia da chiappe di scrivere che la reazione di Re è stata generica. Generica: ha detto che si tratta di "una squallida manovra". Cosa doveva dire di più? sputare per terra? Quanto all'appartamento papale, cara alessia, si vuole fare capire che il papa non sa niente perchè non glielo dicono.

euge ha detto...

Questa è l'informazione che abbiamo in Italia........... La cosa più grave è che tanta gente abbocca e ci crede pure a tutti questi teatrini che più che penosi direi indegni di una società civile.
Non ho parole!

Anonimo ha detto...

Insomma Vian è accusato di essere un vanitoso e, come Maria Antonionetta, merita la ghigliottina. Ma un giornalista in cerca di vera gloria che smascheri, con le prove, chi ha ordito il complotto non c'é? Eufemia

Anonimo ha detto...

Controllando sul Foglio l'articolo vedo che veramente c'è scritto mistero dove pensavo s'intendesse ministero. Eufemia