mercoledì 28 aprile 2010

Sindone: preghiera e parola. In attesa di Benedetto XVI (Marco Bonatti)


Vedi anche:

VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE A TORINO (2 MAGGIO 2010): LO SPECIALE DEL BLOG

Legionari di Cristo - Il caso del fondatore: la memoria ingombrante. Verso una nuova stagione (Il Regno)

Caso Groer, beato sia internet! Ecco un'intervista del Regno (2009) a Erich Leitenberger, portavoce del card. Schönborn, che smentisce completamente il New York Times

Immigrati, forte messaggio del Papa: «Garantire i diritti e una vita degna» (Cerri)

Card. Levada: il Papa è la persona adatta per affrontare la crisi degli abusi. Card. Bertone: accanimento dei media ma non cospirazione (Gasparroni)

Il Papa, il giudice e la societas (non) perfecta (Burini)

Don Chino Pezzoli: Benedetto XVI di fronte al problema dei suoi vescovi e preti pedofili ha mostrato estremo rigore e risolutezza. E gli altri?

La Catholic League dà una bella "rispostina" al NYT sul "caso" Groer. A quando la reazione della Santa Sede?

Il Papa affida a Fisichella le nuove terre di missione, cioé l’occidente (Rodari)

Il quinto anniversario di Benedetto XVI: Quando il criterio è l'amore. Il commento del card. George, Presidente della Conferenza episcopale Usa (O.R.)

Perché così tanto odio? Benedetto XVI ed i media. Riflessione del vescovo Ginoux

Andrew O'Connell, esperto comunicazione della chiesa irlandese: non negare gli abusi (Ansa). Purtroppo il danno ormai fatto è enorme!

La nuova "inchiesta" del NYT è "finalmente" giunta anche in Italia: "indagine" su ruolo Ratzinger in vicenda Groer. La Santa Sede intervenga!

Paul Mees sulla campagna mediatica contro il Papa: la verità deve essere rispettata anche se la persona non ci piace, anzi a maggior ragione! (Analisi obiettiva di un avvocato che non ama particolarmente il Santo Padre: i "casi" Murphy, Kiesle e abate H)

Venerdì in Vaticano vertice con Bertone sul caso dei Legionari di Cristo (Adnkronos)

Dall'omertà alla chiarezza. La svolta di Papa Ratzinger (Accattoli)

Pedofilia, i vescovi cechi: Come il Papa, esecriamo assolutamente tali peccati. Non confondere la colpa individuale con quella collettiva (Sir)

La chiesa di Benedetto e quella di Kung (Cesare Catà)

Nelle stanze private del Pontefice. Da Michelangelo alla cucina hi-tech (Rendina)

Pedofilia, sconvolgente ricerca negli archivi dei giornali: tutto era già scritto nel 2002 ma i media decisero di usare la carezza e non il pugno!

Il patto non scritto fra i media e la Chiesa: se il Papa è "simpatico" non lo attacchiamo o lo attacchiamo di meno!

ANNUARIO STATISTICO DELLA CHIESA DELL’ANNO 2008

Il prete antropologo belga Ries: Il Papa oggetto di manipolazioni di stampa perché fedele alla tradizione cristiana (Fazzini)

Ecco chi è lo "spiritosone" del Foreign Office che ha insultato il Papa (il ruolo non è certo di secondo piano...)

FINANZA/ La crisi è colpa della Chiesa... L'ultima trovata degli economisti all'americana (Sussidiario)

Secondo Mons. Oder e padre Ols una lettera del card. Levada toglierebbe ogni dubbio sul coinvolgimento di Papa Wojtyla nel caso Maciel (Tornielli)

Lo psichiatra e scrittore Borgna: il senso delle lacrime di Benedetto con le vittime di abusi

Per Benedetto XVI adesione in massa al raduno dei preti

Pedofilia nella Chiesa, una intelligente ed arguta lettera a "Libero". Sconcertante la risposta di Mario Giordano

Torino, caccia ai pass per la messa con il Papa (Spagnolo)

Denunciato un "linciaggio mediatico" contro il Papa e il Cardinal Rivera (Zenit)

Sopravvive ore dopo l'aborto. Il piccolo abbandonato subito dopo l'ivg, è stato soccorso dal cappellano dell'ospedale. La curia di Cosenza: eugenetica

Repubblica traduce e dà ampio spazio all'articolo di ieri del NYT. Confermata l'excusatio non petita...

SINDONE - Preghiera e parola

In attesa di Benedetto XVI

Marco Bonatti
direttore “La Voce del Popolo” (Torino)
responsabile della comunicazione dell’Ostensione 2010

Come già fece il suo predecessore Giovanni Paolo II nel 1998, Benedetto XVI è a Torino, il 2 maggio, per venerare la Sindone. Il Papa è il proprietario del Telo, lasciato in eredità alla Santa Sede da Umberto II di Savoia. Ma Benedetto non viene come un “padrone” a controllare le condizioni in cui è conservato un pezzo del suo patrimonio. Viene come pellegrino: un credente che, come ciascuno di noi, è interpellato da quel Volto. Di fronte alla Sindone si è coinvolti nella Passione del Signore: come se fossimo anche noi spettatori, mescolati alla folla di quella notte fra il Sinedrio e il tribunale di Pilato, o di quella mattina al Calvario, fuori dalle mura. Lungo la catena della successione apostolica di quei fatti siamo divenuti tutti non solo spettatori ma “testimoni” – e il Papa è il primo di noi, di quei due milioni che, dal 10 aprile al 23 maggio, si mettono in coda lungo i Giardini Reali per raggiungere il Duomo e fermarsi qualche minuto a “vedere”.
Ma il Papa non deve solo vedere. Si attende da lui che, di fronte alla Sindone, preghi e parli.
Pregare, per ribadire il segno, lo stile, con cui la Chiesa guarda al Telo: la Sindone è testimonianza del passato, misteriosa per la scienza che non riesce a decifrarne il segreto. E questo, in tempi in cui la “verità” della scienza sembra essere l’unica possibile e la sola utile, è un bel segno di contraddizione, una “provocazione” non tanto agli scienziati quanto ai loro dogmi.
Pregare, ancora, perché la Passione del Signore evocata dalla Sindone è la stessa passione nostra, la sofferenza di tutti gli uomini e le donne del pianeta – di tutti i tempi (“Passio Christi passio hominis” è il motto scelto per questa Ostensione dal custode della Sindone, l’arcivescovo di Torino cardinale Poletto). La Sindone obbliga a riflettere sul dolore e sulla morte: ma chi si ferma a guardarla non viene sopraffatto dall’angoscia, piuttosto dalla compassione e dalla pace. La pace di quel Volto composto, di quel corpo martoriato ma intatto nella sua forza e nella sua bellezza.
Pregare, infine, perché oltre il mistero e la contemplazione c’è sempre la carità, il servizio ai fratelli. La stessa giornata di Benedetto a Torino appare scandita da questo ritmo: il grande incontro eucaristico al mattino, la visita alla Sindone nel pomeriggio e poi il congedo a Torino da quel “santuario” che è il Cottolengo, la Piccola Casa dei malati e di chi non ha più – non ha mai – coltivato speranza mondana.
E poi, parlare. La riflessione che il Papa proporrà di fronte alla Sindone è attesa, per molte ragioni. Il suo predecessore aveva parlato della Sindone come “specchio del Vangelo” e “sfida all’intelligenza”. Aveva ricordato, cioè, che la Sindone non è il Vangelo. Non è dal Telo che riceviamo la salvezza di Cristo e la fede nella risurrezione. Il Lenzuolo di Torino “serve” piuttosto a richiamare la fede e la salvezza. È, in qualche minima misura, il compimento della promessa che anche noi siamo “beati” pur senza essere stati nel tempo e nel numero di quelli che hanno veduto… E sfida all’intelligenza: nei confronti dell’orgoglio della scienza, certo. Ma anche, forse, perché la Sindone sfida ciascuno di noi a ripensarsi sul senso della morte – cioè, su quello della vita. Tra il buio e il cielo rimane la scommessa di una vita che si “vince” solo se è donata.
Al di là delle cose che Benedetto dirà domenica, nel silenzio del Duomo, conta, prima di tutto, il fatto che parli. Paolo VI forse sarebbe venuto all’Ostensione del 1978, cui inviò un messaggio cordiale, importante e impegnativo. I suoi successori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI sono venuti in persona, ne hanno parlato in vari discorsi e negli “Angelus”. Ma, oltre al “discorso sulla Sindone”, è il Papa che viene a incontrare Torino. Più di altre questa città ha bisogno di una parola d’incoraggiamento e di “svolta”. Nel 1980 Giovanni Paolo II venne in un momento cruciale della lotta al terrorismo. Oggi Benedetto porta un messaggio di mansuetudine e di testimonianza, nel tempo in cui la Chiesa è sottoposta a “sfide” sulla libertà e sulla visibilità della stessa comunità cristiana. La diocesi che accoglie il Papa è una comunità antica ma non “vecchia”, che ha saputo coltivare i grandi campi dell’educazione e del servizio della carità. Oggi i credenti torinesi, e la struttura delle parrocchie, si ritrovano in prima fila ad affrontare i problemi di povertà diffusa causati non solo dalla crisi generale ma anche dal tramonto di un modello, quello della “città-Fiat” che appartiene ormai al passato. Il Papa autore di una coraggiosa “enciclica sociale” ha molto da dire e da ascoltare a Torino.

© Copyright Sir

Nessun commento: