sabato 1 maggio 2010

Il cardinal Poletto: "Il Papa potrà vedere la Torino migliore" (Martinengo)


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MARIA TERESA MARTINENGO

TORINO

È sereno, il cardinale Severino Poletto all’antivigilia della visita pastorale del Papa, sicuro delle qualità di una macchina organizzativa che si è dimostrata impeccabile.

Eminenza, che cosa significa per Torino la visita di Benedetto XVI?

«È un avvenimento importantissimo. Il Santo Padre, che attendiamo con gioia e trepidazione, viene qui per la prima volta come successore di Pietro e lo fa per venerare la Sindone e vedere i nostri volti, i fedeli, gli abitanti della città e della diocesi. Viene per incoraggiarci, ravvivare la nostra Chiesa e invitarla a perseverare lungo la tradizione dei nostri santi sociali. Al Murialdo e al Cottolengo ha dedicato la catechesi nell’udienza generale di mercoledì scorso».

Lei ha già vissuto l’esperienza di accogliere un Papa nella sua diocesi...

«Quando ero vescovo ad Asti, nel ‘93 Giovanni Paolo II venne in visita dal sabato pomeriggio alla domenica sera per la beatificazione di Giuseppe Marello. Fu una visita molto densa di appuntamenti. Questa volta la situazione è diversa, la realtà torinese di oggi non è paragonabile a quella astigiana di allora. È fatta di crisi economica, immigrazione, povertà. E il Papa non dimentica i problemi della gente, le tribolazioni. Ma sono certo che non dimenticherà neppure le realtà positive di questa città ricca di storia e di santità».

Lei ospiterà il Papa in Arcivescovado, nella sua casa. Anche questa è un’esperienza che ha già vissuto 17 anni fa. Come si sente?

«Nell’attesa allora mi ero sentito molto teso, ma dopo l’atterraggio dell’elicottero subentrò una calma profondissima. Adesso sono passati 17 anni e, se posso dire così, ho più esperienza. Poi, Benedetto XVI - che ho incontrato “in casa” più volte a Les Combes - è di una straordinaria affabilità e cordialità. Mette subito a proprio agio. Nel ‘93 i miei collaboratori fecero funzionare la macchina organizzativa alla perfezione e lo stesso capiterà questa volta».

Il Papa pranzerà in Arcivescovado. Come è stato scelto il menu?

«Il pranzo è offerto dall’Ascom . Tutti sono stati di una gentilezza commovente. Per il menu sono state fatte diverse proposte per offrire qualcosa di adeguato rispettando i tempi: il Santo Padre desidera restare a tavola non più di un’ora».

Per completare l’opera, i fioristi hanno offerto i centritavola di rose bianche e gialle.

«Sì, addobbano la tavola, gli ambienti dell’Arcivescovado e l’appartamento».

L’appartamento papale? Può descriverlo?

«È il più bello dell’Arcivescovado, quello per gli ospiti di riguardo. Ha un grande studio, una camera. Il Santo Padre sicuramente farà una piccola pausa dopo la messa e una dopo il pranzo».

Nessuna preoccupazione, allora?

«Ho visto che domenica ci saranno piogge sparse. Il dono che chiedo al Signore è che si spargano altrove, non qui».

© Copyright La Stampa, 1° maggio 2010 consultabile online anche qui.

1 commento:

laura ha detto...

Peccato. Domani sarà una giornata piovosa proprio sul Piemonte. Non si perderà d'animo né il Santo Padre, né i fedeli, ma con il sole sarebbe tutto più semplice.