lunedì 21 giugno 2010

Inchiesta su Sepe, la Santa Sede garantisce trasparenza nel rispetto del Concordato (Vecchi). Il clericalismo di "un’alta personalità" vaticana


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Il Papa: "Chi aspira al sacerdozio per un accrescimento del proprio prestigio personale e del proprio potere ha frainteso alla radice il senso di questo ministero. Chi vuole soprattutto realizzare una propria ambizione, raggiungere un proprio successo sarà sempre schiavo di se stesso e dell’opinione pubblica. Per essere considerato, dovrà adulare; dovrà dire quello che piace alla gente; dovrà adattarsi al mutare delle mode e delle opinioni e, così, si priverà del rapporto vitale con la verità, riducendosi a condannare domani quel che avrà lodato oggi. Un uomo che imposti così la sua vita, un sacerdote che veda in questi termini il proprio ministero, non ama veramente Dio e gli altri, ma solo se stesso e, paradossalmente, finisce per perdere se stesso" (Monumentale omelia)

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L'INCHIESTA

Il Vaticano: «Collaborazione ma nel rispetto del Concordato»

Nota di padre Lombardi sull'inchiesta che coinvolge l'arcivescovo di Napoli. La telefonata di Bagnasco

Gian Guido Vecchi

CITTÀ DEL VATICANO

Chiarire al più presto, chiudere la faccenda, tenere fuori Propaganda Fide, anche perché ne va delle offerte dei fedeli. La preoccupazione più urgente in Vaticano, a cominciare dal Papa, è evitare che ci vada di mezzo l’immagine pubblica di un dicastero chiave come quello per l’Evangelizzazione dei popoli: i 9 miliardi abbondanti del suo patrimonio, frutto di proprietà e donazioni di quasi quattro secoli, sostengono un terzo abbondante della Chiesa universale - 1.077 circoscrizioni ecclesiastiche su 2.883 - nelle zone più povere del pianeta, dall’Africa all’Asia, e quindi missioni, ospedali, opere di carità. «Per questo giorni fa si è detto che eventuali responsabilità, se davvero esistono, sono personali: bisogna dissipare ogni dubbio, mettere in chiaro che la Congregazione non fa affari», spiegano Oltretevere.

Di qui le riunioni di ieri mattina, la telefonata dalla Segreteria di Stato al cardinale Sepe che, per parte sua «è disponibile a parlare ai magistrati appena lo chiameranno, rinuncerà a ogni privilegio, è pronto a chiarire pubblicamente tutto». La sera anche il cardinale Angelo Bagnasco ha telefonato all’arcivescovo di Napoli: per dire la sua «affettuosa vicinanza in questo momento», confermare «la stima per la sua intensa attività pastorale» e soprattutto «auspicare che il sollecito accertamento dei fatti da parte della competente autorità giudiziaria porti piena luce sull’accaduto». La posizione ufficiale della Santa Sede è nelle parole, pesate una ad una, che padre Federico Lombardi ha affidato ieri mattina alla Radio Vaticana. «Anzitutto, desidero dire una parola di stima e di solidarietà per il cardinale Sepe, in questo momento difficile», ha premesso il portavoce vaticano. «Il cardinale Sepe è una persona che ha lavorato e lavora per la Chiesa e per il popolo che gli è affidato in modo intenso e generoso, e ha diritto a essere rispettato e stimato». Dopodiché, «naturalmente, auspichiamo tutti e abbiamo fiducia che la situazione venga chiarita pienamente e rapidamente, così da eliminare ombre, sia sulla sua persona, sia su istituzioni ecclesiali». Del resto «il cardinale Sepe, come ha già detto egli stesso, collaborerà ovviamente per parte sua a questo chiarimento». «Per parte sua». È a questo punto che padre Lombardi dice la frase più importante: «Naturalmente bisognerà tenere anche conto degli aspetti procedurali e dei profili giurisdizionali impliciti nei corretti rapporti fra Santa Sede e Italia, che siano eventualmente connessi a questa vicenda».

Niente polveroni, la Santa Sede garantisce trasparenza ma anche la magistratura italiana è chiamata a fare chiarezza nel rispetto delle regole, a cominciare dal Trattato del Laterano, dove all’articolo 11 si stabilisce che «gli enti centrali della Chiesa Cattolica sono esenti da ogni ingerenza da parte dello Stato italiano». Tra l’altro, Sepe era stato informato dell’indagine su di lui, ma Oltretevere un’alta personalità fa notare: «Non so se sia corretto inviare un avviso di garanzia a mezzo stampa il sabato sera, non si può trattare un cardinale così». Ma «se si fanno domande competenti e sensate si cerca di rispondere per aiutare la magistratura a fare il proprio dovere». L’importante, appunto, è distinguere le «eventuali» responsabilità, separare persone ed istituzioni. Al di là dell’aspetto penale la Santa Sede sede ha già mostrato di non avere una grande opinione circa la «gestione non esemplare» di Propaganda Fide ai tempi in cui era prefetto il cardinale Sepe, dal 2001 al 2006. Tanto che Benedetto XVI lo trasferì a Napoli, nominando al suo posto l’indiano Ivan Dias, estraneo ai giri di amicizie romani.

© Copyright Corriere della sera, 21 giugno 2010 consultabile online anche qui.

Leggo:

Tra l’altro, Sepe era stato informato dell’indagine su di lui, ma Oltretevere un’alta personalità fa notare: «Non so se sia corretto inviare un avviso di garanzia a mezzo stampa il sabato sera, non si può trattare un cardinale così».

Certe dichiarazioni fanno molto piu' male alla Chiesa di un qualunque avviso di garanzia. Non a caso la personalita' e' rimasta anonima.
R.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma quando la magistratura indaga, non dovrebbe svolgere le indagini nel segreto istruttorio? Il segreto istruttorio è facoltativo o dipende dalla sensibilità della magistratura?
Mi pare che il povero Cardinale Sepe sia già stato condannato e con lui la Chiesa Cattolica.
Smettiamola di dire che siamo in una democrazia e in uno stato di diritto...

Il papa è il mio padre spirituale ha detto...

Tutto ciò avviene normalmente dal periodo di mani pulite. L'uso strumentale della giustizia e del diritto di informazione è evidente, non solo nei riguardi del card Sepe, ma di chi si vuol tentare di eliminare dalla vita attiva sociale o politica.
Dai tempi del Britannia, la massoneria e altri poteri forti manovrano in maniera vergognosa in Italia e fanno il bello e il cattivo tempo, non solo nelle bubbole climatiche.
Sono sempre i soliti a gridare allo scandalo, ma la gallina che canta è quella che ha fatto l'uovo e mi pare che oggigiorno sia sempre così, soprattutto per quanto riguarda i media che hanno scandalosamente un solo grido monocorde.
Con ciò, io del card Sepe non so niente, ma reputo scandaloso che abbia piazzato con raccomandazione due suoi nipoti, come mi scandalizzo che alla Rai ci siano figli e parenti dei soliti noti, che dopo mani pulite i nostri parlamentari siano diventati tra i più pagati d'Europa, che al ministero degli esteri ci sia chi ha doppia cittadinanza, che non si scelgano più i rappresentanti del popolo ma che gruppi innominabili decidano, probabilmente da fuori Italia chi ci debba guidare, con foglietto programmatico già stilato....
Queste sono le cose che scandalizzano il popolo e la gente normale.
Tante sono le cose che fanno gridar veramente allo scandalo...il card Sepe? Boh, forse è un altro modo per dare addosso alla chiesa e, così, il Papa? Comunque, il mondo è mondo, e la storia va avanti, confidando sempre in Cristo Gesù!