mercoledì 2 giugno 2010

Il Papa sbarca a Cipro. Slalom tra ortodossi, turchi, islamici e israeliani (Lorenzo Biondi)


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VIAGGIO DEL PAPA A CIPRO: LE DIRETTE TELEVISIVE

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AP definisce il viaggio a Cipro "un campo minato" e conclude che sarà un banco di prova per verificare se il Papa ha trovato "il passo diplomatico"

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Benedetto XVI affida la terapia per rimarginare le ferite della Chiesa d'Irlanda a nove visitatori apostolici, di cui due suore (Gagliarducci)

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Pedofilia, il Papa nomina nove visitatori apostolici per indagine anti pedofilia in Irlanda (Il Giornale)

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Il Papa "accetta le dimissioni" del vescovo di Benin City (Nigeria) per abusi su una ragazza (Asca)

Il Papa nomina nove visitatori con il compito di indagare sulla chiesa irlandese (Asca)

COMUNICATO DELLA SANTA SEDE CIRCA LA VISITA APOSTOLICA IN IRLANDA

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Preghiera per il Santo Padre in occasione del viaggio apostolico a Cipro

Visita del pontefice nell’isola divisa, in una fase ad alta intensità di conflitti nella regione mediterranea

E il papa sbarca a Cipro. Slalom tra ortodossi, turchi, islamici e israeliani

Lorenzo Biondi

Il viaggio a Cipro rischia di trasformarsi, per Benedetto XVI, in una difficile corsa a ostacoli. Non bastavano i problemi legati alle divisioni tra la comunità greco-cipriota e quella turco-cipriota, né l’ostilità della parte più intransigente della Chiesa ortodossa dell’isola nei confronti del Pontefice. A complicare le cose ci si è messa anche la tragedia dell’arrembaggio israeliano ai trasporti umanitari diretti a Gaza: navi battenti bandiera turca e salpate dai porti di Cipro Nord. Il papa cercherà di portare un messaggio di pace per il Medio Oriente, ma una sola parola di troppo potrebbe scatenare una bufera simile a quella del 2006, dopo la famosa lezione all’università di Ratisbona.

Gli ortodossi intransigenti

E pensare che papa Ratzinger aveva in mente un viaggio all’insegna dell’ecumenismo.
L’invito era arrivato dalle autorità religiose cipriote e poi dal presidente della Repubblica di Cipro (la parte meridionale dell’isola, a maggioranza greca), il comunista Dimitris Christofias. Già, comunista: perché a Nicosia c’è un sistema politico che ricorda l’Italia degli anni Settanta, coi comunisti e i democristiani a contendersi la maggioranza relativa intorno al 30% dei voti.
Ma tornando al papa. Benedetto XVI aveva accettato l’invito anche in vista del grande Sinodo dei vescovi del Medio Oriente, che si terrà a Roma a ottobre. Tra venerdì e domenica prossimi, il pontefice consegnerà ai prelati mediorientali le linee guida per l’incontro, sui luoghi della predicazione degli apostoli Paolo e Barnaba. Un messaggio di pace e di unità dei cristiani, che ha suscitato qualche protesta preventiva tra gli ortodossi intransigenti.
«È un eretico, non dovremmo accoglierlo », ha tuonato il vescovo di Limassol, Athanasios, subito zittito dall’arcivescovo Chrisostomos. Il leader religioso dei grecociprioti ha minacciato di espellere i dissidenti dal sinodo della Chiesa di Cipro, se dovessero protestare in modo plateale. «Ma sono solo pochi fanatici – spiega a Europa padre Umberto Barato, vicario generale dei cattolici latini di Cipro –, questo è il paese ortodosso in cui la Chiesa cattolica è trattata meglio; siamo benvoluti e stimati».
Rimarrà esclusa dal viaggio di Benedetto la parte turca del paese, perché Cipro Nord non è riconosciuto da nessuno stato occidentale.
Ma il papa teologo dovrà tenere sempre a mente l’altra metà dell’isola; per non ripetere l’errore di Ratisbona, quando per una citazione troppo colta scatenò le ire di mezzo mondo musulmano. Di tensioni tra la comunità cristiana e quella musulmana di Cipro ce ne sono fin troppe. Le divisioni non sono semplicemente religiose, ma etniche e politiche.
L’isola è spaccata in due dal 1974, quando – in reazione ad un colpo di stato che prometteva di annettere Cipro alla Grecia dei Colonnelli – l’esercito turco invase la parte settentrionale del paese, per non andarsene più. Il processo di pace ha compiuto in tempi recenti notevoli passi avanti verso la riunificazione delle due Repubbliche, ma si è andato ad incagliare sulla questione delle terre sottratte ai greci-ciprioti al tempo dell’invasione.

Le parole che dovrà evitare

Su alcuni di quei terreni sorgevano delle chiese. Nel 2006 il vecchio presidente della parte greca, il democristiano Tassos Papadopoulos, fu ospite in Vaticano e regalò al papa un libro. C’erano le foto di antiche chiese ortodosse rase al suolo dai turchi, oppure trasformate in negozi, ristoranti, persino stalle.
«Questa distruzione è incredibile», commentò Benedetto XVI. Ecco, un giudizio del genere è esattamente quello che il papa dovrà evitare nel corso del suo prossimo viaggio.
Il negoziato tra le due comunità, interrotto per un paio di mesi a causa delle elezioni politiche nel Nord, è ripreso proprio in questi giorni. Il documento di cui si discute è scritto in nero, rosso e blu. Le parti nere, quelle su cui è già stato trovato un accordo, riempiono ormai più della metà del fascicolo. Il capitolo sulle proprietà da restituire è quasi tutto rosso. La comunità turca, che le occupa ormai da trent’anni, non ha intenzione di restituirle. I greci potrebbero accontentarsi di una compensazione monetaria.
Sempre che sulla razionalità economica non prevalgano sentimenti di rivalsa e di orgoglio etnico-religioso. Esattamente il tipo di sentimenti che entra in ballo quando si discute di una chiesa trasformata in stalla.
La controparte turco-cipriota, d’altra parte, ha tutto da guadagnare da un accordo stabile.
Il mancato riconoscimento diplomatico da parte di tutti i Paesi non-islamici comporta gravi conseguenze economiche per gli abitanti del Nord. Ankara lo sa, e il governo Erdogan finora si è comportato responsabilmente. Come gli veniva richiesto dall’Unione europea, di cui la Repubblica di Cipro è membro.

Una Turchia più “anti-occidentale”

La visita del papa a Cipro arriva in un momento in cui però la Turchia sente fortissima la tentazione di sbattere la porta in faccia agli occidentali per buttarsi nell’abbraccio della solidarietà musulmana. Specie dopo l’«incidente » di lunedì scorso, quando nove cittadini turchi sono stati uccisi da soldati israeliani a bordo di navi dirette a Gaza, cariche di aiuti umanitari. Lunedì stesso le strade di Istanbul si sono riempite di manifestanti che gridavano slogan contro Israele. Dal 2005 le relazioni tra Turchia e Israele si erano già deteriorate molto, dopo lo scontro tra il premier Recep Tayyip Erdogan e Shimon Peres a Davos e dopo il rifiuto turco di partecipare a esercitazioni congiunte con l’aviazione israeliana. Poi era arrivata la visita di Erdogan in Iran, ospite dell’arcinemico di Israele Mahmud Ahmadinejad. E ieri la condanna del primo ministro turco nei confronti di Tel Aviv è stata durissima: «Hanno dimostrato ancora quanto sono bravi ad uccidere la gente».
Anche la Santa Sede, pur nel linguaggio felpato della diplomazia vaticana, ha espresso «dolore e grande preoccupazione» per l’attacco.
Il direttore della sala stampa, padre Federico Lombardi, ha anticipato che Benedetto XVI a Cipro riproporrà «il messaggio di pace» per il Medio Oriente. Ma con turchi e israeliani pronti a coglierlo in fallo, per papa Ratzinger parlare di pace non sarà mai stato così difficile.

© Copyright Europa, 2 giugno 2010 consultabile online anche qui.

Al Papa non interessa fare il diplomatico. Non e' questo il suo compito. Parlera' chiaro come sempre!
La domanda e' un'altra: saranno capaci, per una volta, i mass media di riportare le sue parole in modo obiettivo senza creare ulteriori polemiche in una polveriera? Chissa'...ne dubito! Del resto che cosa possiamo aspettarci da chi considera ancora Ratisbona un errore e non l'inizio di un rinnovato dialogo con l'islam?

R.

8 commenti:

mariateresa ha detto...

ho appena chiuso la valigia perchè per una settimana mi dedico solo alla famiglia e al riposo. Se non riuscirò a seguire il viaggio di papa Benedetto sulle televisioni, lo seguirò , state pur certi, con la preghiera come noi tutti avevamo deciso di fare. Anche in questa occasione non mancano le difficoltà(e quando mai papa Benedetto ha avuto vita facile per qualche cosa?)ma io sono fiduciosa, fiduciosa in lui e nella protezione di nostro Signore.
Vi abbraccio tutti con affetto e un abbraccio particolare a te, Raffaella.A presto.

sonny ha detto...

Buongiorno Raffaella. Gli avvoltoi hanno già iniziato il viaggio verso Cipro...

Anonimo ha detto...

Ciao, Raffa.
L'Ansa ieri ha pubblicato anticipazioni dell'Instrumentum Laboris del Sinodo. Ne parlano Tosatti nel suo blog e il corrierone.
Ti segnalo dal Foglio di oggi:
-Dopo lo schiaffo di Vienna
Silenzio sulla lettera del Papa a Schönborn. Parla il vescovo Küng
Collegialità? “Ci vuole Pietro contro il Kulturkampf di stato”. I problemi drammatici della chiesa austriaca di P. Rodari
- Diavolo di un legionario terza parte
Alessia

Raffaella ha detto...

Buon viaggio carissima Mariateresa :-))
Buongiorno e grazie, Sonny ed Alessia :)
R.

Anonimo ha detto...

Una domanda nasce spontanea, perché gli isaeliani sono criminali per aver occupato da un secolo la palestina, si parla sempre della questione mediorientale e di Cipro nulla?I turchi non sono criminali?Gli ebrei hanno distrutto la moschea della roccia o l'hanno trasformata in stalla?
non mi risulta.A Cipro é successa esattamente la stessa cosa che in palestina,anzi peggiore, qualcuno mi spiega perché non se ne parla mai? Cioé se i musulmani sono gli occupati, è un'ingiustizia, se sono loro che occupano,é normale!si tanto ormai é prassi da 1500 anni per loro.E tutti vogliono la turchia in Europa, spero cada prima che questo avvenga.

Max

domenico ha detto...

Cara Raffaella,
desidero segnalarti un nuovo sito di liturgia fedele al magistero della Chiesa e del Santo Padre.
Interessante l'aticolo di prima pagina sul Corpus Domini....!
(il Papa domani celebra la solennità con la processione!!)
Grazie. Un caro saluto.

domenico ha detto...

Ti segnalo un anche un bel articolo di Magister:

"Con i lefebvriani fare ecumenismo costa caro"

http://chiesa.espresso.repubblica.it/

sonny ha detto...

Buon viaggio Mariateresa e buon riposo.