domenica 11 luglio 2010

L’abbraccio di Castel Gandolfo. Vacanze di preghiera e studio per il Papa (Mazza)


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L’abbraccio di Castel Gandolfo

Vacanze di preghiera e studio per il Papa. Oggi l’Angelus

Il direttore delle Ville Pontificie, Petrillo: il complesso occupa una superfice di 55 ettari e comprende anche tre edifici

DA ROMA SALVATORE MAZZA

Primo Angelus del periodo e­stivo, oggi, guidato da Bene­detto XVI dalla residenza e­stiva di Castel Gandolfo. E già si preannuncia festa, in paese, per da­re il benvenuto al Papa, che tra­scorrerà qui tutta l’estate avendo per unico impegno pubblico la tradi­zionale uscita del 15 agosto, per ce­lebrare la Messa dell’Assunta nella parrocchia intitolata a San Tomma­so di Villanova, in piazza della Li­bertà, adiacente all’ingresso del Pa­lazzo Apostolico. Dovrebbe rientra­re a Roma ai primi di ottobre, unica parentesi il viaggio in Gran Breta­gna dal 16 al 19 settembre. Un tem­po dedicato al riposo, allo studio e alla scrittura – forse anche della ter­za parte del libro su Gesù –, oltre che all’amministrazione ordinaria e a qualche udienza privata.
Era probabilmente dai tempi di Pao­lo VI – si parla dunque del 1977, tren­tatré anni fa – che un Pontefice non trascorreva un periodo altrettanto lungo nella cittadina dei Castelli Ro­mani. E per trovarne uno più lungo è necessario riandare al 1957 e a Pio XII, che quell’anno vi soggiornò dal 24 luglio al 16 novembre. Il com­plesso delle Ville Pontificie occupa una superficie di 55 ettari: 11 in più, per capirsi, dello Stato della Città del Vaticano. Si parla di «Ville» in quanto il complesso, come spiega il direttore Saverio Petrillo, consta di tre edifici.
Il primo è il castello costruito nel 1200 dalla famiglia Gandolfi che, ce­duto ottant’anni più tardi ai Savelli, fu acquistato nel 1596 da Clemente VIII Aldobrandini, e scelto come re­sidenza di villeggiatura estiva da Ur­bano VIII Barberini, nel 1626.
È questo il Palazzo Apostolico dove risiede il Pontefice, affacciato su piazza della Libertà, che ogni do­menica apre i battenti per permet­tere l’accesso dei fedeli nell’ampio cortile interno, da dove il Papa gui­da la recita dell’ Angelus . In questo stesso Palazzo si trova anche l’Os­servatorio astronomico vaticano che tuttavia, a causa dell’inquina­mento luminoso, ha oggi esaurito la sua funzione principale (l’attività di ricerca è stata infatti trasferita da tempo a Tucson, in Arizona), tutta­via lenti e cupole sono ancora in perfetta efficienza, mantenendo funzioni di esercitazione e didatti­ca.
All’interno della cinta c’è poi Villa Barberini, annessa al complesso nel 1929 con i Trattati Lateranensi, sor­ta sui resti dell’ Albanum Domitiani , la grandiosa residenza di campagna dell’imperatore Domiziano – che re­gnò alla fine del I secolo dopo Cri­sto – che si sviluppava per circa 14 chilometri quadrati dalla Via Appia fino a comprendere il lago Albano. Di quella maestosa villa restano il teatro, il palazzo e il criptoportico, ossia la passeggiata coperta del­l’imperatore.
Nella Villa Barberini si trovano gli uffici della direzione del complesso di Castel Gandolfo e gli appartamenti del segretario di Sta­to e del prefetto della Casa pontifi­cia. Terzo e ultimo edificio delle Vil­le Pontificie, è quella che fu la resi­denza del cardinale Cybo. All’ester­no della cinta, gli ambienti di Villa Cybo sono usati nel paese come ap­partamenti di abitazione civile.
Dei 55 ettari del complesso, venti sono destinati ad azienda agricola, «come espressamente voluto – spie­ga Petrillo – da papa Pio XI per dare un segno dell’attenzione della Chie­sa al mondo agricolo».
Visitata da Benedetto XVI nel 2008, l’azienda produce 500-600 litri di latte al gior­no, 150-200 uova, e ancora yogurt e l’olio ricavato dalle 900 piante di u­livo che si trovano sparse su tutto il territorio delle Ville Pontificie. I pro­dotti, con le loro etichette esclusive – 'Latte delle Ville Pontificie', 'Olio extravergine di oliva delle Ville Pon­tificie' – sono venduti all’interno della Città del Vaticano, nel super­mercato dell’Annona. Vastissimo, ovviamente, è poi lo spazio lasciato a giardino, che non ha nulla da in­vidiare ai Giardini vaticani. Pur non essendo concepito come orto bota­nico, soprattutto nel periodo della fioritura costituisce uno spettacolo unico.

© Copyright Avvenire, 11 luglio 2010

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