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PAPA: SAN BENEDETTO E' IL PATRONO D'EUROPA E DEL MIO PONTIFICATO
Salvatore Izzo
(AGI) - Castelgandolfo, 11 lug.
"Paolo VI proclamo' San Benedetto Patrono d'Europa il 24 ottobre 1964, riconoscendone l'opera meravigliosa svolta per la formazione della civilta' europea".
Lo ricorda Papa Ratzinger che cinque anni del santo di Norcia ha scelto di portare il nome dopo l'elezione al Pontificato, per ricordare che oggi la Chiesa fa memoria del "padre e legislatore del monachesimo occidentale".
"Fu - spiega citando testi di San Gregorio Magno - un uomo di vita santa di nome e per grazia. Scrisse una Regola per i monaci, specchio di un magistero incarnato nella sua persona: infatti il santo non pote' nel modo piu' assoluto insegnare diversamente da come visse".
"San Benedetto - continua aggiungendo una battuta al testo preparato - e' il grande patrono del mio Pontificato".
Nel saluto in lingua polacca, il Papa teologo collega poi questa grande figura alla parabola del Buon Samaritano, ritornando sui due elementi centrali della liturgia di oggi, e ripete il celebre motto di San Bendetto "ora et labora". "E' una risposta adeguata - spiega - alla domanda che abbiamo udito nell'odierna santa messa: 'Maestro, che cosa devo fare per avere la vita eterna?'". "Il nostro lavoro e la nostra preghiera - auspica il Papa - ci conducano a un gioioso incontro con Dio, che sara' la nostra ricompensa nell'eternita'".
(AGI)
PAPA: LA LOGICA DEL VANGELO E' QUELLA DELLA CARITA' E DEL SERVIZIO
Salvatore Izzo
(AGI) - Castelgandolfo, 11 lug.
"La logica di Cristo e' la logica della carita': Dio e' amore, e rendergli culto significa servire i fratelli con amore sincero e generoso".
Benedetto XVI commenta cosi' la celebre parabola del "Buon Samaritano", proposta dal Vangelo letto nella odierna liturgia domenicale "per indicare che sta a noi farci 'prossimo' di chiunque abbia bisogno di aiuto". Un testo chiave, dal quale emerge chiaramente che "il programma del cristiano, appreso dall'insegnamento di Gesu', e' un cuore che vede dove c'e' bisogno di amore, e agisce in modo conseguente".
"Il Samaritano - ricorda il Papa ai fedeli radunati nel cortile della residenza estiva di Castelgandolfo - si fa carico della condizione di uno sconosciuto, che i briganti hanno lasciato mezzo morto lungo la strada; mentre un sacerdote e un levita erano passati oltre, forse pensando che a contatto con il sangue, in base ad un precetto, si sarebbero contaminati.
La parabola, pertanto, deve indurci a trasformare la nostra mentalita'". Infatti, "questo racconto evangelico offre - ai cristiani - il 'criterio di misura', cioe' l'universalita' dell'amore che si volge verso il bisognoso incontrato per caso chiunque egli sia".
"Accanto a questa regola universale, vi e' anche - sottolinea il Pontefice - un'esigenza specificamente ecclesiale: che nella Chiesa stessa, in quanto famiglia, nessun membro soffra perche' nel bisogno". "Affidiamo alla Vergine Maria - conclude - il nostro cammino di fede e, in particolare, questo tempo di vacanze, affinche' i nostri cuori non perdano mai di vista la Parola di Dio e i fratelli in difficolta'".
(AGI)
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