mercoledì 18 agosto 2010

Un nuovo nome per il dopo Poletto (Galeazzi)


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Su segnalazione di Alessia leggiamo:

Un nuovo nome per il dopo Poletto

Aldo Giordano, cuneese, osservatore del Vaticano a Strasburgo

GIACOMO GALEAZZI

CITTÀ DEL VATICANO

La nuova «terna» per Torino è pronta. Il cardinale Marc Oullet ha completato il «supplemento di indagine», cioè l'ulteriore istruttoria sui candidati alla sostituzione di Severino Poletto. Dei tre nomi presentati al Pontefice dal prefetto uscente dei vescovi Giovanni Battista Re, rimarrà in corsa solo il vicepresidente Cei per il Nord, Cesare Nosiglia. Gli altri due (Giuseppe Versaldi e Giuseppe Bertello) cedono il passo a nomi finora mai emersi nel toto-nomine: Aldo Giordano (apprezzato in Vaticano soprattutto nel ruolo-chiave di segretario generale delle Conferenze episcopali europee e da due anni osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa di Strasburgo) e Francesco Lambiasi (attuale vescovo di Rimini, ex assistente ecclesiastico dell’Azione cattolica).
Come da tempo previsto al vertice della piramide pontificia, il cambio della guardia ai vertici del dicastero dei Vescovi ha avuto pesanti ripercussioni su Torino, mutando radicalmente lo scenario nel complesso avvicendamento del cardinale Poletto. La rosa consegnata da Re (Versaldi, Bertello, Nosiglia) non aveva convinto Benedetto XVI che perciò ha chiesto una nuova terna a Ouellet appena insediato in Curia. Uscito di scena il suo primo candidato (Versaldi) il segretario di Stato Tarcisio Bertone punta adesso su Giordano, 56 enne diplomatico di Cuneo, per sbarrare la strada al ruiniano Nosiglia, sostenuto soprattutto dal capo della Chiesa italiana, Angelo Bagnasco.
Il terzo nome (Lambiasi) è stato designato dalla nunziatura vaticana in Italia ma ha minori chance anche perché è estremamente raro che un presule del centro-sud (è originario della diocesi di Latina) venga destinato ad una sede settentrionale. «Nosiglia ha buone possibilità ma ora il favorito è Giordano», spiega uno degli stretti collaboratori del Pontefice che oggi porterà a Castel Gandolfo il dossier.
Per l'ambasciatore papale a Strasburgo l’ascesa alla cattedra di San Massimo appare questione di settimane. L'unica alternativa realmente accreditata è Nosiglia, il favorito della Conferenza episcopale e l'ultimo ostacolo per Giordano nella corsa verso Torino.
Nato a Cuneo il 20 agosto 1954, Giordano è stato ordinato sacerdote il 28 luglio 1979 nella diocesi di Cuneo. A suo vantaggio la giovane età: Giordano compie 56 anni venerdì prossimo. «Per Benedetto XVI Torino è l'ideale laboratorio pastorale dell'età post-moderna, quindi la prospettiva di un ventennio di governo episcopale rappresenta una garanzia di lavoro a lungo termine e in profondità- osservano in Curia-. Oltre che sul gradimento del Pontefice e del suo segretario don Georg Gaenswein, Giordano può contare su un altro sponsor decisivo».
L'uomo del Vaticano a Strasburgo, infatti, è entrato in sintonia nel suo servizio diplomatico con il suo «capo», il piemontese Bertone al quale il Pontefice riconosce una capillare conoscenza della realtà torinese e un ruolo fondamentale nella designazione del nuovo arcivescovo.

© Copyright La Stampa, 18 agosto 2010 consultabile online anche qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

per nomine episcopali a me i provenienti dalla diplomazia, istintivamente, piacciono poco!
I diplomatici, specie quelli vaticani, sanno come si vive sulla terra? nella fattispecie sanno come si vive in diocesi, o, domanda più angosciante, sanno come si vive in parrocchia? e se hanno fatto qualche anno in parrocchia, perché hanno preso il volo per la accademia diplomatica?
MA! STAREMO A VEDERE.
non vorrei che questo mons. Giordano fosse un outsider come lo fu trent'anni fa un certo p. c.m. martini s.I., rivelatosi poi il 'noto' card. martini!!