martedì 7 settembre 2010
Ventaglio di iniziative culturali per celebrare la riapertura della Biblioteca Apostolica Vaticana. Intervista col prefetto, mons. Pasini (R.V.)
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Ventaglio di iniziative culturali per celebrare la riapertura della Biblioteca Apostolica Vaticana. Intervista col prefetto, mons. Cesare Pasini
L’attesa riapertura della Biblioteca Apostolica Vaticana dopo tre anni di lavori di ristrutturazione e restauro, fissata per il prossimo 20 settembre, sarà un’occasione per far conoscere meglio, anche al pubblico dei non addetti ai lavori, questa prestigiosa istituzione culturale. Una mostra, un convegno e la pubblicazione del primo volume della storia della Biblioteca sono le iniziative previste per il prossimo mese di novembre. Fabio Colagrande ne ha parlato con il prefetto della Biblioteca Vaticana, mons. Cesare Pasini, che spiega come oramai – chiusi i cantieri – le sale di lettura e gli archivi aspettino solo il ritorno degli studiosi:
R. – Li aspettiamo e pensiamo proprio che loro saranno contenti e che noi riusciremo a concedere loro quello che cercano: la pace degli studi, l’organizzazione, un buon servizio e tutto il resto, che fa funzionare bene le cose.
D. – Ci sono alcuni avvenimenti, legati alla riapertura del prossimo 20 settembre, che permetteranno al grande pubblico, che forse non ha occasione di frequentare la Biblioteca, di conoscerne un po’ meglio la storia e il funzionamento. Ci sarà una Mostra che si aprirà il 10 novembre nel Braccio di Carlo Magno...
R. – Il 10 novembre ci sarà l’inaugurazione e la mostra poi dall’11 in avanti, fino a tutto gennaio 2011. E’ una mostra organizzata per permettere al pubblico dei non studiosi, che abitualmente possono entrare in Biblioteca, di farsi un’idea complessiva delle attività, delle catalogazioni, delle attività di restauro. Nell’ingresso, mentre le persone attendono di fare il giro, che sarà guidato, potranno anche vedere manoscritti in facsimile in questo caso, perché potranno accedervi loro stessi, sfogliandoli, quasi a trovarsi personalmente – e quindi anche singolo il visitatore della mostra – come membri della comunità scientifica che lavora in biblioteca.
D. – Nei tre giorni successivi, dall’11 al 13 novembre, si terrà invece un convegno che racconterà quali sono stati i risultati dei decenni di studi compiuti grazie a questa Biblioteca...
R. – In una prima sessione, si tratterà specificamente degli studi che dalla Seconda Guerra Mondiale fino ad oggi sono stati fatti nelle varie aree di ricerca. Abbiamo chiesto a studiosi italiani e del mondo, che frequentano la Biblioteca, di tratteggiarci un poco la storia delle ricerche dei singoli rami. Nella seconda sessione, sarà invece il personale interno che discorrerà dei vari ambiti di lavoro e dei vari uffici della Biblioteca: come operano, quali cambiamenti sono intervenuti negli ultimi decenni. Tutte le cose evolvono e anche il fare le fotografie, il restaurare, il catalogare ha tutta una sua forte evoluzione e novità. Racconteremo anche di quello: non per autocelebrarci, ma per verificare, anche per ricevere suggerimenti, aiuti, critiche se fosse necessario.
D. – A novembre, dunque, una Mostra, un Convegno per la riapertura della Biblioteca Vaticana, ma anche una pubblicazione molto attesa: il primo volume, dedicato alle origini “Tra Umanesimo e Rinascimento”, di una storia prevista in sette volumi della Biblioteca...
R. – Annuncio che i volumi sono previsti ogni due anni, quindi si facciano i conti per quando arriveremo alla conclusione. Penso che sarà una bella impresa. Il primo volume comincia dalle origini, anzi si permette uno sguardo indietro, come a dire che la Biblioteca ha come sua data di origine il 1451, ma prima, la Santa Sede, aveva comunque i suoi libri e le sue biblioteche e quindi si darà uno sguardo anche a questi secoli antecedenti. Poi, ci si sofferma a far conoscere al grande pubblico - anche qui nelle possibilità che abbiamo cercato di sviluppare - tale storia.
D. – Benedetto XVI venne in visita alla Biblioteca nel giugno del 2007 e la definì un’accogliente casa di scienza, di cultura, di umanità, che apre le porte a studiosi provenienti da ogni parte del mondo, senza distinzione di provenienza, religione e cultura. Questa caratteristica di universalità è uno dei tratti fondamentali dell’istituzione di cui lei è prefetto...
R. – Davvero e riaprendo la Biblioteca non solo mostriamo agli studiosi e a tutto il mondo quello che abbiamo realizzato, ristrutturandola, con le nuove procedure informatiche, ma ci rimoduliamo su questo fondamentale spirito, sulla nostra missione, perché non riusciamo a fare la Biblioteca tanto per mettere lì quattro libri da consultare. Ha questo aspetto di universalità e direi di aiuto alla cultura, perché conserva questi materiali e li conserva per l’oggi e per il domani. L’aiuto alla cultura, perché permette che vengano utilizzati, studiati seriamente e quindi sondati, per trovare qualche frammento ulteriore di verità. Le verità sono tante: le verità storiche, le verità che indagano sulla realtà delle cose, e queste piccole verità fanno parte della grande verità del mondo e di Dio.
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