mercoledì 17 novembre 2010

All'udienza generale, appello del Papa per Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte in Pakistan. Catechesi dedicata a Santa Giuliana di Cornillon (Radio Vaticana)

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Il Papa: Ricordando Santa Giuliana di Cornillon rinnoviamo anche noi la fede nella presenza reale di Cristo nell’Eucaristia. Come ci insegna il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, “Gesù Cristo è presente nell'Eucaristia in modo unico e incomparabile. È presente infatti in modo vero, reale, sostanziale: con il suo Corpo e il suo Sangue, con la sua Anima e la sua Divinità. In essa è quindi presente in modo sacramentale, e cioè sotto le specie eucaristiche del pane e del vino, Cristo tutto intero: Dio e uomo” (Catechesi)

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All'udienza generale, appello del Papa per Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte in Pakistan. Catechesi dedicata a Santa Giuliana di Cornillon

Benedetto XVI ha dedicato l’udienza generale a Santa Giuliana di Cornillon, vissuta agli inizi del tredicesimo secolo in Belgio.
Ricordando questa Santa – ha detto il Papa – “rinnoviamo anche noi la fede nella presenza reale di Cristo nell’Eucaristia”. La sua vita resta un invito a visitare frequentemente il Signore presente nel Tabernacolo. Al termine dell’udienza generale, il Santo Padre ha poi lanciato un appello in favore dei cristiani del Pakistan “spesso vittime di violenze o di discriminazione”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:


La difficile situazione dei cristiani in Pakistan e la donna cristiana condannata a morte nel Paese asiatico per blasfemia sono state ricordate stamani dal Papa in questo accorato appello:

“In modo particolare oggi esprimo la mia vicinanza spirituale alla sig.ra Asia Bibi e ai suoi familiari, mentre chiedo che, al più presto, le sia restituita la piena libertà. Inoltre prego per quanti si trovano in situazioni analoghe, affinché anche la loro dignità umana ed i loro diritti fondamentali siano pienamente rispettati”.

Prima di questo appello, il Papa si era soffermato su un’altra figura femminile poco nota a cui la Chiesa deve però “grande riconoscenza” non solo per la sua santità di vita, ma anche perché con il suo grande fervore ha contribuito all’istituzione di una delle solennità liturgiche più importanti dell’anno, la festa del Corpus Domini. Si tratta di Santa Giuliana di Cornillon, a cui Benedetto XVI ha dedicato l’odierna catechesi. Santa Giuliana, rimasta orfana a 5 anni, fu affidata alle cure delle monache agostiniane. Acquisì una notevole cultura mostrando una “propensione particolare per la contemplazione”. A sedici anni ebbe una prima visione, che poi si ripeté più volte nelle sue adorazioni eucaristiche:

“La visione presentava la luna nel suo pieno splendore, con una striscia scura che la attraversava diametralmente. Il Signore le fece comprendere il significato di ciò che le era apparso. La luna simboleggiava la vita della Chiesa sulla terra, la linea opaca rappresentava invece l’assenza di una festa liturgica, per l’istituzione della quale era chiesto a Giuliana di adoperarsi in modo efficace: una festa, cioè, nella quale i credenti avrebbero potuto adorare l’Eucaristia per aumentare la fede, avanzare nella pratica delle virtù e riparare le offese al Santissimo Sacramento”.

Santa Giuliana parlò della visione alle autorità ecclesiastiche ma subì “la dura opposizione di alcuni membri del clero”. Dopo iniziali esitazioni, l’allora vescovo di Liegi, mons. Roberto di Thourotte, accolse la proposta di Giuliana e istituì per la prima volta nella propria diocesi una festa in onore del Santissimo Sacramento. Quello che avvenne a Giuliana di Cornillon – ha spiegato il Papa - si ripete frequentemente nella vita dei Santi:

“...Per avere la conferma che un’ispirazione viene da Dio, occorre sempre immergersi nella preghiera, saper attendere con pazienza, cercare l’amicizia e il confronto con altre anime buone, e sottomettere tutto al giudizio dei Pastori della Chiesa”.

Alla buona causa della Festa del Corpus Domini – ha detto il Santo Padre - fu conquistato anche Papa Urbano IV, che volle istituire la solennità del Corpus Domini. Benedetto XVI ha quindi ricordato le parole, sempre attuali, della Bolla dell’11 agosto 1264:

“Sebbene l’Eucaristia ogni giorno venga solennemente celebrata, riteniamo giusto che, almeno una volta l’anno, se ne faccia più onorata e solenne memoria. Le altre cose infatti di cui facciamo memoria, noi le afferriamo con lo spirito e con la mente, ma non otteniamo per questo la loro reale presenza. Invece, in questa sacramentale commemorazione del Cristo, anche se sotto altra forma, Gesù Cristo è presente con noi nella propria sostanza. Mentre stava infatti per ascendere al cielo disse: Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”.

Papa Urbano IV – ha aggiunto Benedetto XVI - chiese poi “ad uno dei più grandi teologi della storia, San Tommaso D’Aquino, di comporre i testi dell’ufficio liturgico” della festa del Corpus Domini:

“Essi, ancor oggi in uso nella Chiesa, sono dei capolavori, in cui si fondono teologia e poesia. Sono testi che fanno vibrare le corde del cuore per esprimere lode e gratitudine al Santissimo Sacramento, mentre l’intelligenza, addentrandosi con stupore nel mistero, riconosce nell’Eucaristia la presenza viva e vera di Gesù, del suo Sacrificio di amore che ci riconcilia con il Padre, e ci dona la salvezza”.

La festa del Corpus Domini ha conosciuto uno "sviluppo meraviglioso" ed è ancora "molto sentita dal popolo cristiano":

“Vorrei affermare con gioia che oggi nella Chiesa c’è una primavera eucaristica: quante persone sostano silenziose dinanzi al Tabernacolo, per intrattenersi in colloquio d’amore con Gesù! È consolante sapere che non pochi gruppi di giovani hanno riscoperto la bellezza di pregare in adorazione davanti al Santissimo Sacramento. Penso, ad esempio, alla nostra adorazione eucaristica in Hyde Park, a Londra. Prego perché questa primavera eucaristica si diffonda sempre più in tutte le parrocchie, in particolare in Belgio, la patria di santa Giuliana”.

L’adorazione del Santissimo Sacramento – ha affermato il Papa – porta consolazione e gioia: “il Signore ci attira verso di sé, dentro il suo mistero, per trasformarci come trasforma il pane e il vino”:

“Cari amici, la fedeltà all’incontro con il Cristo Eucaristico nella Santa Messa domenicale è essenziale per il cammino di fede, ma cerchiamo anche di andare frequentemente a visitare il Signore presente nel Tabernacolo! Guardando in adorazione l’Ostia consacrata, noi incontriamo il dono dell’amore di Dio, incontriamo la Passione e la Croce di Gesù, come pure la sua Risurrezione”.

Salutando i fedeli della Basilicata convenuti in Piazza San Pietro per il 30.mo anniversario del terremoto che colpì la loro regione, il Papa ha infine ricordato l’opera della Chiesa che ha saputo offrire, “oltre al soccorso materiale, la luce della speranza nel Cristo Risorto” in quel momento “di sconforto e di buio”.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

OT.
Riflessione del card. Canizares sulla visita del Papa in Spagna: "Dio come punto di partenza".
Con indiretta risposta a Zapatero: "Confondere le parole del Papa con l'ingerenza è come voltare le spalle alla luce verso il vuoto" (La Razon)

http://www.larazon.es/noticia/953-dios-como-punto-de-partida


Alberto