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Il Papa: E' necessario operare con maggiore impegno a tutti i livelli affinché il diritto alla salute sia reso effettivo, favorendo l'accesso alle cure sanitarie primarie (Ansa)
Il Papa: "Cari amici, pur in presenza di nuove situazioni problematiche o di punti difficili per il dialogo, la meta del cammino ecumenico rimane immutata, come pure l’impegno fermo nel perseguirla. Non si tratta, però, di un impegno secondo categorie, per così dire, politiche, in cui entrano in gioco l’abilità di negoziare o la maggiore capacità di trovare compromessi, per cui ci si potrebbe aspettare, come buoni mediatori, che, dopo un certo tempo, si arrivi ad accordi accettabili da tutti" (Discorso)
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Il Papa: "La salute è un bene prezioso per la persona e la collettività da promuovere, conservare e tutelare, dedicando mezzi, risorse ed energie necessarie affinché più persone possano usufruirne. Purtroppo, ancora oggi permane il problema di molte popolazioni del mondo che non hanno accesso alle risorse necessarie per soddisfare i bisogni fondamentali, in modo particolare per quanto riguarda la salute. È necessario operare con maggiore impegno a tutti i livelli affinché il diritto alla salute sia reso effettivo, favorendo l’accesso alle cure sanitarie primarie" (Messaggio)
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Vasta eco in Pakistan all’appello del Papa per la donna condannata a morte
Hanno ricevuto vasta eco in Pakistan, tra la comunità cristiana, le parole pronunciate ieri dal Papa, al termine dell’udienza generale, sulla vicenda della donna cristiana condannata alla pena capitale. Il vescovo di Islamabad - Rawalpindi, mons. Anthony Rufin, sottolinea al Sir che la condanna a morte “può essere fermata perché il governo pachistano sa di avere l’attenzione della comunità internazionale”.
A questa risonanza internazionale si aggiunge anche l’appello di Benedetto XVI: “In modo particolare – ha detto ieri il Santo Padre - esprimo la mia vicinanza spirituale alla sig.ra Asia Bibi e ai suoi familiari, mentre chiedo che, al più presto, le sia restituita la piena libertà”. Ricordando la vicenda di Asia Bibi, mons. Anthony Rufin spiega poi che in Pakistan non sono rari litigi e discussioni tra musulmani e persone appartenenti a minoranze religiose. Soprattutto nei villaggi – osserva il presule – “le persone sono povere e meno istruite e non sanno come rispondere o tacere di fronte ai provocatori”. Nell’appello lanciato ieri dal Papa viene inoltre ricordata la difficile situazione dei cristiani in Pakistan, “spesso vittime di violenze o di discriminazione”. Il Santo Padre ha pregato, in particolare, “per quanti si trovano in situazioni analoghe, affinché anche la loro dignità umana ed i loro diritti fondamentali siano pienamente rispettati”. “La comunità cristiana pachistana – ricorda Elly Xenou di Caritas International – è molto esposta alle discriminazioni”. “Molti cristiani – aggiunge – sono poveri perché il sistema delle caste si è trasformato in un sistema di classi sociali, quasi feudale”. “Purtroppo in Pakistan il livello dell’educazione è molto basso, così si possono creare molti fraintendimenti riguardo alla religione”. Ma la gente “è molto calorosa e accogliente e il fondamentalismo non appartiene alla loro cultura”. Le diverse comunità del Paese – conclude Elly Xenou – “possono vivere insieme pacificamente e sostenersi reciprocamente, come dimostra la storia antica del Pakistan”. (A cura di Amedeo Lomonaco)
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Leader musulmani del Pakistan: “Le istituzioni complici del martirio delle minoranze”
Ali Jinnah, il padre della patria e l’estensore della Costituzione del Pakistan “avrebbe sposato la campagna per salvare Asia Bibi e per abrogare la legge sulla blasfemia”. Se le istituzioni non proteggono le minoranze religiose, “diventano complici del loro martirio”. E’ quanto dicono all’agenzia Fides autorevoli esponenti musulmani del “Jinnah Institute” di Islamabad, istituto indipendente che lavora per la costruzione dello Stato di diritto e della democrazia in Pakistan. Si moltiplicano le voci nella società civile del Pakistan per la salvezza di Asia Bibi e l’abolizione della controversa legge sulla blasfemia. Sono voci di intellettuali, opinion leader e organizzazioni musulmane, che “danno fiato alle speranze dei cristiani”, dice una fonte locale della Fides. L’impegno dei musulmani moderati è essenziale per creare un vasto movimento di opinione, che possa sfociare nell’abolizione della legge in Parlamento. L’abrogazione, infatti, fino ad oggi è stata un “tabù”, data la protesta dei settori islamici fondamentalisti che ne hanno avversato ogni tentativo di revisione. Sia il generale Pervez Musharraf, sia la leader assassinata Benazhir Bhutto in passato ci hanno provato ma hanno dovuto desistere per l’opposizione di leader religiosi come la Conferenza degli “Jamiat Ulema del Pakistan”, che rappresenta oltre 30 partiti religiosi. “Siamo felici dell’appello del Papa e delle pressioni della comunità internazionale. Ma il passo decisivo è il sostegno e la convinzione dell’opinione pubblica pakistana”, sottolinea una fonte di Fides nella Chiesa locale. Sherry Rehman, intellettuale musulmano, eletta in Parlamento nelle file del “Pakistan People party”, membro della Commissione Nazionale sulla condizione della Donna, è Preside del prestigioso “Jinnah Istitute”, che si ispira all’opera di Ali Jinnah. Rehman dice che “è chiaro che Asia Bibi è un’altra vittima del pregiudizio che pervade le nostre istituzioni. Se tutte le istituzioni dello Stato, inclusa la magistratura e il sistema giudiziario, non sono in grado di proteggere le minoranze dagli abusi, è una questione grave, che le rende complici del loro martirio. Da oltre vent’anni la legge sulla blasfemia viene manipolata e usata come strumento di dominio sulle comunità più deboli. Il tempo è maturo per rimuoverla”. Ali Dayan Hasan, ricercatore musulmano e membro dell’Istituto, afferma che “il caso di Asia Bibi deve servire come ‘sveglia’ alla società pakistana per la tutela dei diritti umani; come richiamo al sistema giudiziario, che deve liberarsi di incompetenza e bigottismo; come invito pressante al governo perché trovi la volontà politica di abrogare la legge sulla blasfemia”. (R.P.)
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2 commenti:
ciao Raffa,grazie per il tuo impegno a favore di Asia,ma leggo questa cosa,possibile?
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=242&ID_articolo=3065&ID_sezione=&sezione=
Massimo, si parla della lettera sull'Osservatore.
R.
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