sabato 20 marzo 2010

Lefebvriani ed Irlandesi, il Vaticano tira le somme (Bevilacqua)


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Lefebvriani e irlandesi il Vaticano tira le somme

PRIMO PIANO
Di Andrea Bevilacqua

VATICANEIDE - Due casi scottanti risolti Oltretevere

Oggi è il giorno in cui il Vaticano pubblica la lettera alla chiesa d'Irlanda sugli abusi su minori commessi da preti. Ma la giornata di oggi oltre il Tevere è importante anche per un altro motivo. Si riuniscono in Vaticano, come sempre a porte chiuse, gli esperti della Santa Sede e della lefebvriana Fraternità sacerdotale San Pio X per la terza sessione dei «colloqui dottrinali» che dovrebbero portare al ritorno della comunità tradizionalista fondata da monsignior Marcel Lefebvre alla «piena comunione» con la chiesa cattolica. L'incontro cade in un momento particolare. Perché è in queste settimane che i tradizionalisti stanno moltiplicando i gesti «provocatori» nei confronti della gerarchia cattolica, soprattutto in Francia, e stanno diventando più evidenti le divisioni all'interno della stessa Fraternità nei confronti dei dialoghi con il Vaticano.
È stato il superiore francese dei lefebvriani, l'abate Regis de Cacqueray, a lanciare ai primi di marzo un durissimo attacco contro la Conferenza episcopale francese per il suo impegno nel dialogo interreligioso e nei rapporti con gli ebrei, accusando i vescovi d'Oltralpe di essere diventati «protettori proseliti di altri culti» e di praticare una «carità traballante» che «accorda concessioni a dei sistemi religiosi la cui caratteristica principale e l'allontanamento da Gesù Cristo e dalla sua chiesa». Pochi giorni dopo, uno dei «negoziatori» lefebvriani con il Vaticano, l'abate Patryk de La Roque, sollevava «gravi dubbi» sulla possibile beatificazione di Giovanni Paolo II dopo la firma di papa Benedetto XVI del decreto che ne riconosce le «virtù eroiche»: si «denuncia», scrive l'abate tradizionalista, la supposta indifferenza di Pio XII di fronte alla «sorte drammatica» degli ebrei ma “sembra che si trovi naturale che Giovanni Paolo II, con le parole così come con il suo bacio, consideri il Corano Parola di Dio, o implori San Giovanni Battista per la protezione dell'Islam, o partecipi attivamente a dei culti animisti nelle foreste sacre del Togo».
I lefebvriani chiedono anche ai vescovi francesi di scendere in campo contro l'elezione alla Academie Française della sopravvissuta di Auschwitz Simone Veil perché pro-aborto e, sul sito ufficiale della Fraternità, criticano la visita del pontefice alla chiesa luterana di Roma. Papa Ratzinger, si legge sul sito dici.org, non ha ricordato in quell'occasione «tutto quello che Lutero, separandosi da Roma, aveva esplicitamente rifiutato del dogma cattolico». «La pratica costante della Chiesa – rincara l'organo lefebvriano – prima dell'ecumenismo promosso dal Concilio Vaticano II, era di non dare approvazione esteriore a delle credenze sbagliate partecipando a culti dissidenti, al fine di non coltivare nello spirito dei fedeli l'indifferentismo o il relativismo dottrinale».
Si sa, comunque, che all'interno della Fraternità San Pio X vi sono due fazioni divise. Da un parte l'ala dura» dei tradizionalisti, decisa a chiudere subito le porte del dialogo con Roma per evitare ogni «compromesso», dall'altra l'ala più morbida con il superiore della stessa Fraternità Bernard Fellay e il responsabile dei colloqui con il Vaticano Alfonso de Galarreta. Questi ultimi sembrano voler mantenere aperto il canale di comunicazione con papa Ratzinger, anche se non nascondono le difficoltà. In una recente intervista, Fellay ha ribadito che il «dibattito» sul «problema» del Concilio Vaticano II «è inevitabile» e di andare a Roma «per testimoniare la fede».

© Copyright Italia Oggi, 20 marzo 2010 consultabile online anche qui.

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