domenica 25 aprile 2010

Il Papa: «Sì al web, ma attenti all'omologazione» (Neri)


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Udienza del Santo Padre al convegno Cei: i video

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"Testimoni digitali", il convegno nazionale: il sito

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Il Papa: "L'informazione digitale è una grande opportunità, anche di evangelizzazione" (Repubblica)

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La vera distinzione non è più tra conservatori e progressisti, ma tra chi insabbia e chi vuol fare piazza pulita (Galeazzi e Alviani)

Pedofilia, si dimette il vescovo di Bruges: «La mia vittima ne è ancora segnata». Il card. Danneels ha taciuto l'incontro di settimane fa (Monteforte)

In ottomila nell’Aula Paolo VI per l’incontro col Papa: alcunu interventi (Avvenire)

Il Papa: "Senza timori vogliamo prendere il largo nel mare digitale, affrontando la navigazione aperta con la stessa passione che da duemila anni governa la barca della Chiesa. Più che per le risorse tecniche, pur necessarie, vogliamo qualificarci abitando anche questo universo con un cuore credente, che contribuisca a dare un’anima all’ininterrotto flusso comunicativo della rete" (Discorso)

Ostensione della Sindone: il sacro lino ha grande seguito anche sul web (Radio Vaticana)

Editoriale di padre Lombardi: il viaggio a Malta del Papa, una splendida festa della fede (Radio Vaticana)

Il vescovo di Bruges si dimette dopo avere confessato abusi sessuali (Marroni che cita il Ncr ma non Allen!)

Costretto alle dimissioni il vescovo di Bruges (Bonanni). Ottime le precisazioni di Mons. Léonard

L'avvocato Jeffrey Lena spiega come mai la causa di Anderson contro la Santa Sede non ha fondamento (Molinari)

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Cacciare un vescovo. Tre dimissioni in due giorni, ma la linea dura di Benedetto XVI non è un’ordalia (Il Foglio)

Scandalo il curia. Il cardinale che difende il diritto paterno dei preti di sondare il peccato in segreto, senza "trasparenza" (Rodari)

I vescovi del Belgio informati dalla famiglia della vittima martedì scorso. Chi sapeva degli abusi? Padre Devillé accusa il card. Danneels

Il vescovo di Bruges confessa gli abusi e lascia l'incarico

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La Santa Sede autorizza l'avvio del processo di beatificazione di don Tonino Bello, vescovo degli umili (Izzo)

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D. Quinn (Indipendent): Dei media più onesti darebbero la caccia agli abusi ovunque

John Haas: "Nessuna istituzione al mondo ha adottato una linea così dura ed efficace contro gli abusi come la tolleranza zero della Chiesa" (A.S.)

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Anderson (Notre Dame): i nostri peccati e la fedeltà di Dio (Sussidiario)

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«Sì al web, ma attenti all'omologazione»

Benedetto XVI teme che su internet la dignità della persona possa essere dimenticata e calpestata

Marco Neri

VATICANO

La «barca della Chiesa» è pronta a «prendere il largo nel mare digitale», nuovo confine del mondo conosciuto, ma senza alcuna «fiducia acritica» nei nuovi media, e stando ben attenta a contrastare i rischi che può comportare un mezzo «senza volto», in cui la dignità della persona può essere facilmente dimenticata e calpestata. Benedetto XVI, 83 anni da poco compiuti, non ha mai nascosto di preferire al computer carta e penna, ma ha sempre prestato attenzione alle nuove frontiere dell'evangelizzazione, accogliendo con entusiasmo anche l'ultima iniziativa sul tema promossa dai vescovi italiani.
Il pontefice ha chiuso questa mattina in Vaticano un convegno di tre giorni intitolato 'Testimoni digitali. Volti e linguaggi nell'era crossmedialè, che ha visto l'intervento dei massimi vertici della Cei e delle competenti autorità vaticane.
Organizzato da tempo, l'appuntamento è caduto nel mezzo degli scandali di pedofilia nella Chiesa e di una attenzione mediatica senza precedenti, alla quale l'informazione digitale ha impresso una velocità e un'ampiezza eccezionali.
Caratteristiche che la Chiesa intende, da parte sua, sfruttare – ha spiegato il presidente della Cei, card.Angelo Bagnasco – soprattutto per raggiungere «le tante persone che oggi vivono nei deserti del mondo», reali o solo immaginari, e «mostrare agli uomini del nostro tempo, e all'umanità smarrita di oggi – ha aggiunto citando parole del Papa – che Dio è vicino, e che in Cristo tutti ci apparteniamo a vicenda».
Un progetto che non può non coinvolgere una Chiesa messa a dura prova – ha ricordato ancora Bagnasco – dalla «oscurità di Dio» e dallo «svuotamento delle anime».
Ma come?
«La rete – ha spiegato papa Ratzinger – manifesta una vocazione aperta, tendenzialmente egualitaria e pluralista, ma nel contempo segna un nuovo fossato». Il 'digital dividè, il problema cioè dell'accesso ai nuovi media, «separa gli inclusi dagli esclusi e va ad aggiungersi agli altri divari, che già allontanano le nazioni tra loro e anche al loro interno. Aumentano pure – ha aggiunto – i pericoli di omologazione e di controllo, di relativismo intellettuale e morale, già ben riconoscibili nella flessione dello spirito critico, nella verità ridotta al gioco delle opinioni, nelle molteplici forme di degrado e di umiliazione dell'intimità della persona».
Ci sono «dinamiche collettive – avverte il pontefice – che possono farci smarrire la percezione della profondità delle persone e appiattirci sulla loro superficie; quando ciò accade, esse restano corpi senz'anima, oggetti di scambio e di consumo». Miliardi di adolescenti e adulti persi tra siti e social network, di cui la Chiesa è invitata a «riconoscere i volti» e il linguaggio, ma senza riporre «acriticamente» la sua «fiducia» in un mero «strumento della tecnica».
«Senza timori» dunque – ha concluso il Papa – «vogliamo prendere il largo nel mare digitale» ma per abitarlo con «cuore credente», tentando di «dare un'anima» al flusso incessante della rete. Per questo Benedetto XVI raccomanda ai «professionisti della comunicazione» non tanto studi di semiotica e informatica, ma «una solida preparazione teologica e soprattutto una profonda e gioiosa passione per Dio».

© Copyright Gazzetta del sud, 24 aprile 2010

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