sabato 24 aprile 2010

La vera distinzione non è più tra conservatori e progressisti, ma tra chi insabbia e chi vuol fare piazza pulita (Galeazzi e Alviani)


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di Alessandro Alviani e Giacomo Galeazzi

Il ciclone degli abusi sessuali scuote gli episcopati nazionali e la «tolleranza zero» di Benedetto XVI sgretola il muro del silenzio.
Ieri è stato rimosso il vescovo di Bruges, Roger Vangheluwe, che ha pubblicamente ammesso di aver violentato un minore. «Quando ero ancora un semplice
sacerdote e per un certo tempo all’inizio del mio episcopato ho abusato sessualmente di un giovane dell’ambiente a me vicino - confessa Vangheluwe -. Ho riconosciuto la mia colpa nei confronti della vittima e della famiglia. Ho domandato perdono. Ma ciò non lo ha pacificato ed è ancora segnato».
Il capo della Chiesa belga, il ratzingeriano Leonard, è categorico: «Applichiamo rigorosamente la linea della trasparenza per voltare pagina rispetto all’epoca non lontana in cui si preferiva la soluzione del silenzio o del camuffamento». Si è dimesso il settimo vescovo e ormai la geografia politica della Chiesa è stravolta: la vera distinzione non è più tra conservatori e progressisti, ma tra chi insabbia e chi vuol fare piazza pulita.
Sono conservatori, infatti, sia Leonard sia il cardinale di Curia, Castrillon, ma il primo è tra i paladini del «repulisti», il secondo è sotto accusa per aver coperto i preti pedofili.
Negli Usa una delle duecento vittime di padre Murphy ha intentato una causa chiamando i vertici della Chiesa a rispondere degli abusi, ma per la Santa Sede «il caso giudiziario sollevato è completamente privo di fondamento» e «si basa su vecchie teorie già respinte dalla giustizia americana». L’Osservatore romano denuncia un attacco dei media contro il Papa e per Castrillon «c’è la mano della massoneria e di altri nemici della Chiesa». Lavare i panni sporchi in famiglia, aggiunge, «è la posizione tradizionale della Chiesa, perciò non ho rimorsi». Al contrario in Germania Chiesa e governo collaborano.
Ieri a Berlino si è riunita per la prima volta la tavola rotonda sugli abusi voluta dal governo tedesco.
Alla fine è stato poco più che una prima occasione per conoscersi, con decine di partecipanti e tre ore scarse di tempo per passare in rassegna una lunga lista di domande: serve un fondo per risarcire le vittime di abusi? È necessario prolungare i termini di prescrizione per i reati sessuali? Va introdotto l’obbligo di indicare alla magistratura tutti i casi sospetti di pedofilia? Il segnale arrivato ieri da Berlino è chiaro: dopo settimane di denunce su casi di pedofilia in monasteri e collegi cattolici, ma anche in scuole laiche, la Germania vuole «affrontare quanto successo in passato» e sviluppare strategie per rendere in futuro tali abusi «per quanto possibile impossibili», come ha sintetizzato il ministro federale della Famiglia, Kristina Schröder. Dopo tutto, ha aggiunto, «molti dei reati di cui parliamo oggi sono prescritti, ma la responsabilità non cade in prescrizione».
Alla riunione hanno partecipato 61 tra politici, giuristi, portavoce dei gruppi a difesa dei più piccoli e rappresentanti di genitori e insegnanti. Gli esponenti del mondo cattolico erano tre, compreso il delegato della Conferenza episcopale tedesca sugli abusi, il vescovo di Treviri Stephan Ackermann. A settembre è prevista una nuova seduta generale, mentre entro fine anno è atteso un primo bilancio provvisorio. In Germania l’immagine della Chiesa continua a risentire dello scandalo pedofilia: secondo un sondaggio, un tedesco su quattro sta riflettendo sull’ipotesi di abbandonare la Chiesa cattolica. E, stando a una rilevazione della tv pubblica Zdf, per l’82% dei tedeschi (il 74% tra i soli cattolici) la Chiesa non fa abbastanza per chiarire i casi di abusi.

© Copyright La Stampa, 24 aprile 2010 consultabile online anche qui.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Non semplifichiamo. A parte il caso Maciel, che è grave perché è riuscito a fondare un impero con metodi mafiosi ma che, comunque, a differenza di Lugo, i figli li seguiva, quasi tutti i casi di abuso sono avvenuti in ambiti liberaleggianti e permissivi. Castrillon non ha commesso abusi, ma, incautamente, ha difeso il segreto della confessione pubblicamente, tanto riteneva di aver ragione. I vescovi sono troppi e troppo svincolati. Se scendiamo a meno di tremila vescovi, come i padri conciliari, la cosa sarà più gestibile e fra poco ci arriveremo. Eufemia

Raffaella ha detto...

Concordo!
Fra poco le diocesi dovranno essere accorpate e la cosa mi fa piacere.
Meno vescovi e possibilmente piu' controllo sulle nomine e sulla gestione delle singole comunita' a loro affidate.
Auspico anche un minor numero di cardinali ed il trasferimento dei medesimi ai rispettivi luoghi di origine non appena raggiungono l'eta' della pensione.
Mi spiegate che cosa ci fanno in Vaticano tutti quegli emeriti?
R.

Anonimo ha detto...

Eufemia,
il problema non e' "conservatore" o "liberale", ma di personalita' deviate. Ci sono dappertutto.
Per una volta ogni mai il titolo del post coglie nel segno.

Anonimo ha detto...

Un momento, non dimentichiamo che a furia di mettere l'accento -pur dovuto- sulla morale, si stanno perdendo di vista i grandi tradimenti delle Verità di Fede, non più difese e non più diffuse soprattutto dai pastori 'progressisti' e da molti falsi maestri

Il cristianesimo è la Fede in una Persona e non una morale, prima di avere e non di essere una morale del tutto conseguente a questa Fede: oggi stiamo cogliendo i frutti del tradimento a questa Fede

Vatykanista ha detto...

Per Eufemia in primis (ma la faccenda è grossa, non solo per cultori del genere)

Caso appena scoppiato in Germania: l'enfant prodige del Neotomismo tedesco fa outing (a quanto pare la goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbero state le dichiarazioni televisive'omossessualità=peccato' del giovane nuovo vescovo di Essen).

Già vicino ai tradizionalisti, si sentiva perennemente sotto scacco, da parte di 'chi sapeva' . Ora ha aperto il vaso di Pandora, e col botto:

http://www.fr-online.de/in_und_ausland/panorama/?em_cnt=2572352&em_cnt_page=1

Anonimo ha detto...

No Eufemia, il card Castrillon nel caso Trupia,di Tucson, ha deliberatamente insabbiato e coperto il prete pedofilo, contro il parere del Vescovo. E in questo caso non c'è nessun segreto della confessione in ballo.

Anonimo ha detto...

Vatykanista: grazie del link.
C'e' un punto che a mio parere iniziera' a comparire spesso: la visione di una celebrazione come "esperienza estetica" e non come prima di tutto una "esperienza di fede".
Sia ben chiaro che la soluzione al problema non e' una "liturgia sciatta" per evitare ogni estetismo, ma una liturgia che esprima la esperienza di fede della comunita' cristiana, locale ed universale (non solo l'una o l'altra o solo di un gruppo/movimento).
Importante anche ripensare con queste nuove prospettive allo scandalo di Poelten di 6 anni fa: un link "fuori di ogni sospetto" da radiovaticana:
http://storico.radiovaticana.org/IT1/Storico/2004-08/13846.html

Vatykanista ha detto...

Il fatto, Anonimo, è che il tipo versa le sue lacrime da coccodrillo sulla sua passata partecipazione al movimento tradizionalista e alle sue liturgie, indicando , quanto a "la visione di una celebrazione come "esperienza estetica" e non come prima di tutto una "esperienza di fede"" la chiave di lettura in Rahner. Ora, questa può essere una 'conversione' sua personale, dettata pesantemente da fatti personali, ma fa specie che il Dr. Dr. Hab. Berger di getti ora dubbi a priori -e di natura persino teologico-filosofica!- sulla effettiva partecipazione come "esperienza di fede" al rito antico, dei fedeli cultori di esso. Sennò allora accusiamo tutti i 'novatori' postconciliari di essere 'orizzontalisti che si autocelebrano, guardandosi l'uno con l'altro, senza trascendenza alcuna'. Non si esageri né in una direzione, né nell'altra... Sennò qui comincia una guerra fratricida che porta ad una strage di massa.

Comunque, la sciatteria va evitata, sempre.