sabato 13 novembre 2010

"Verbum Domini": è la liturgia il luogo privilegiato della Parola di Dio (Fortunato Frezza)

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È la liturgia il luogo privilegiato

di Fortunato Frezza

Se è vero che «considerando la Chiesa come “casa della Parola”, si deve innanzitutto porre attenzione alla sacra liturgia», appare del tutto coerente che nell'Esortazione apostolica postsinodale Verbum Domini, quella dichiarazione si trovi nel cuore stesso del documento. Delle tre parti che compongono il testo, la seconda, Verbum in Ecclesia, mette immediatamente a tema l'argomento centrale: «liturgia, luogo privilegiato della parola di Dio», esattamente alle pagine mediane del volume.
Il significato simbolico di questa collocazione tipografica procura un supplemento d'attenzione alle parole, citate nella Verbum Domini, della costituzione sulla sacra liturgia del concilio Vaticano ii: «Nella celebrazione liturgica la Sacra Scrittura ha una importanza estrema. Da essa infatti si attingono le letture (...); da essa infine prendono significato le azioni e i simboli liturgici» (Sacrosanctum concilium, 24). «Pertanto occorre comprendere e vivere il valore essenziale dell'azione liturgica per la comprensione della Parola di Dio» (Verbum Domini, 52).
E questa si presenta come una vera e propria dichiarazione programmatica, come un principio primo che governa non solo la comprensione come esclusiva attività intellettiva, ma soprattutto il «comprendere e vivere» la liturgia in vista della comprensione della Parola di Dio. Questo avviene perché liturgia e Parola di Dio si compenetrano in stringente reciprocità.
Questa sezione centrale contiene in una serie di ben diciannove voci, nei numeri da 52 a 71, uno specifico inserto sull'articolazione della professione della Parola di Dio nei diversi momenti liturgici. Così, alle affermazioni dottrinali circa il rapporto originario tra Parola di Dio e Liturgia del numero 52, tra Parola di Dio e Sacramenti del 53, segue la spiegazione dei diversi modi in cui in alcuni sacramenti la Parola di Dio è proclamata.
Poiché la liturgia costituisce per la fede l'orizzonte ermeneutico della Parola di Dio, significa che anche nei singoli atti liturgici, come sono i sacramenti, l'annuncio biblico rivela la sua verità sia nella proclamazione liturgica sia negli effetti del sacramento celebrato. In questo modo si raggiunge quella comprensione totale della mente e della vita che connota l'esistenza cristiana.
Inoltre, se al centro della relazione tra Parola di Dio e sacramenti sta indubbiamente l'Eucaristia, tuttavia è bene sottolineare l'importanza della Sacra Scrittura anche negli altri sacramenti, in particolare quelli di guarigione: ossia il sacramento della riconciliazione, o confessione, e il sacramento dell'unzione degli infermi. Nella celebrazione di quest'ultimo agisce la forza sanante della Parola di Dio. La Sacra Scrittura narra intensi momenti di conforto, sostegno e guarigione vissuti da Gesù a favore dei sofferenti, dimostrazione di come Egli si sia caricato della sofferenza umana, dando così senso al dolore e al morire (Verbum Domini, 61).
Nella vita di preghiera della Chiesa la Liturgia delle Ore occupa il posto dovuto alla stessa opera di Dio per eccellenza, nella quale lo Spirito del Signore risorto suggerisce ai fedeli parole e gesti di lode, supplica, adorazione, rendimento di grazie, nell'ascolto della Parola di Dio che viene proclamata, ascoltata, trasformata in preghiera dall'intera comunità della Chiesa. Nella Liturgia delle Ore, come preghiera quotidiana pubblica della Chiesa, si mostra l'ideale cristiano di santificazione della giornata scandita dalle diverse ore. Giusto, pertanto, che si diffonda maggiormente nel popolo di Dio questo tipo di preghiera, specialmente la recita delle Lodi e dei Vespri. Tale incremento non potrà che aumentare tra i fedeli la familiarità con la Parola di Dio (62).
Dal libro biblico l'attenzione si sposta ai libri liturgici che ne raccolgono e proclamano il messaggio nei diversi atti e momenti. In questa prospettiva, il Lezionario assume una propria evidenza per la dignità che riveste come deposito fisico della Parola di Dio; esso favorisce la comprensione dell'unità del piano divino, mediante la correlazione tra le letture dell'Antico e del Nuovo Testamento (Verbum Domini, 57). Alle letture del Lezionario segue l'omelia come «attualizzazione del messaggio scritturistico, in modo tale che i fedeli siano indotti a scoprire la presenza e l'efficacia della Parola di Dio nell'oggi della propria vita».
L'Esortazione, nella parte finale della sezione dedicata alla liturgia come luogo privilegiato della Parola di Dio, propone diversi suggerimenti e proposte concrete per l'animazione liturgica. Un particolare modo di onorare la Parola è il silenzio che segue la proclamazione di essa, in quanto permette la migliore attitudine per un profondo ascolto del cuore. Al conseguimento di tale scopo è necessaria un'azione educativa specifica, poiché raccoglimento e quiete interiore sono minacciati dal genere di vita concitata e dispersiva della società odierna (Verbum Domini, 66).
Nel grande atto di venerazione della Parola di Dio, all'interno della celebrazione liturgica, il canto occupa un posto privilegiato come elemento di bellezza che accompagna l'atto liturgico. L'ispirazione biblica dei canti favorisce la percezione unitaria della liturgia, che si alimenta della Parola di Dio dall'inizio e nello svolgimento delle diverse parti celebrative. Il canto e tutti gli altri elementi dell'arte cristiana mostrano sensibilmente l'Invisibile e l'Inudibile mistero di Dio (Verbum Domini, 70-71).

(©L'Osservatore Romano - 12 novembre 2010)

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