martedì 12 gennaio 2010
Il Papa: la fede, dono da riscoprire e da testimoniare (Muolo)
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Il Papa: la fede, dono da riscoprire e da testimoniare
DA ROMA MIMMO MUOLO
Da domenica la Chiesa cattolica ha 14 nuovi membri. Sono i bambini battezzati dal Papa nella Cappella Sistina, nel giorno in cui la liturgia ha fatto memoria del Battesimo di Gesù. E per loro, come per tutti quelli che ricevono il primo sacramento della vita cristiana, Benedetto XVI ha annotato: «Oggi per questi bambini è un grande giorno. Con il Battesimo, essi, divenuti partecipi della morte e risurrezione del Cristo, iniziano con lui l’avventura gioiosa ed esaltante del discepolo». Un’avventura che se vissuta fino in fondo ha anche positivi risvolti di carattere sociale.
Gioiosa è stata anche la Messa che il Pontefice ha presieduto nella bellissima Cappella in cui egli stesso (e i suoi predecessori) sono stati eletti. Tra i canti del Coro della Cappella Sistina diretto da monsignor Giuseppe Liberto e qualche vagito dei neonati, il rito ha confermato le parole dell’omelia di papa Ratzinger. «La liturgia – ha sottolineato il vescovo di Roma – la presenta come un’esperienza di luce.
Infatti, consegnando a ciascuno la candela accesa al cero pasquale, la Chiesa afferma: 'Ricevete la luce di Cristo!'. È del Battesimo illuminare con la luce di Cristo, aprire gli occhi al suo splendore e introdurre al mistero di Dio attraverso il lume divino della fede. In questa luce i bambini dovranno camminare per tutta la vita, aiutati dalle parole e dall’esempio dei genitori, dei padrini e delle madrine».
Luce e fede. Benedetto XVI ha insistito molto su questi due elementi. «Anche ai nostri giorni – ha ricordato, infatti –, la fede è un dono da riscoprire, da coltivare e da testimoniare. Con questa celebrazione del Battesimo, il Signore conceda a ciascuno di noi di vivere la bellezza e la gioia dell’essere cristiani, perché possiamo introdurre i bambini battezzati alla pienezza dell’adesione a Cristo. Affidiamo questi piccoli alla materna intercessione della Vergine Maria. Chiediamo a Lei che, rivestiti della veste bianca, segno della loro nuova dignità di figli di Dio, siano per tutta la loro vita fedeli discepoli di Cristo e coraggiosi testimoni del Vangelo».
Un altro accento il Papa l’ha posto sulla necessità di educare alla fede. Questo è un compito, ha rimarcato, che spetta sia ai genitori, sia ai padrini e alle madrine. Essi, dunque, «dovranno impegnarsi ad alimentare con le parole e la testimonianza della loro vita le fiaccole della fede dei bambini, perché possa risplendere in questo nostro mondo, che brancola spesso nelle tenebre del dubbio, e recare la luce del Vangelo che è vita e speranza». Il Battesimo è proprio questo, un cambiamento radicale di vita che porta a seguire Cristo. Benedetto XVI lo ha messo in evidenza anche in un altro passaggio dell’omelia (« non si può aspirare ad un mondo nuovo rimanendo immersi nell’egoismo e nelle abitudini legate al peccato ») e successivamente al momento dell’Angelus.
In quest’occasione ha paragonato il Battesimo «a una seconda nascita» e ha ricordato che «con tale sacramento l’uomo diventa realmente figlio di Dio. Da allora, il fine della sua esistenza consiste nel raggiungere in modo libero e consapevole ciò che fin dall’inizio era ed è la destinazione dell’uomo ». Ragion per cui «dal Battesimo deriva anche un modello di società: quella dei fratelli. La fraternità – ha concluso il Papa – non si può stabilire mediante un’ideologia, tanto meno per decreto di un qualsiasi potere costituito. Ci si riconosce fratelli a partire dall’umile ma profonda consapevolezza del proprio essere figli dell’unico Padre celeste. Come cristiani, grazie allo Spirito Santo ricevuto nel Battesimo, abbiamo in sorte il dono e l’impegno di vivere da figli di Dio e da fratelli, per essere come 'lievito' di un’umanità nuova, solidale e ricca di pace e di speranza».
© Copyright Avvenire, 12 gennaio 2010
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