domenica 24 gennaio 2010

Il Papa va alla conquista della Rete e non è più solo (Occidentale)


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Il Papa: "Ai Presbiteri è richiesta la capacità di essere presenti nel mondo digitale nella costante fedeltà al messaggio evangelico, per esercitare il proprio ruolo di animatori di comunità che si esprimono ormai, sempre più spesso, attraverso le tante "voci" scaturite dal mondo digitale, ed annunciare il Vangelo avvalendosi, accanto agli strumenti tradizionali, dell'apporto di quella nuova generazione di audiovisivi (foto, video, animazioni, blog, siti web), che rappresentano inedite occasioni di dialogo e utili mezzi anche per l'evangelizzazione e la catechesi" (Messaggio)

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L'uovo di giornata

Il Papa va alla conquista della Rete e non è più solo

Hanno detto che questo Papa è un Papa teologo, distante dai fedeli, poco attento alla modernità e privo di carisma, e in quanto tale incapace di comunicare con i credenti. Hanno sostenuto che nell’epoca della Tv e di Internet si rende obbligatoria “una virtuale trasformazione del Pontefice da capo della Chiesa di Roma in una figura della scena mondiale quotidianamente alle prese con l'opinione pubblica planetaria, per lo più non cattolica e neppure cristiana” e che, “alle prese con i media, con le creature della modernità, Benedetto XVI è apparso dolorosamente, irrevocabilmente solo”. Eppure qualche critico di larghe vedute potrebbe anche cominciare a ricredersi dopo aver ascoltato le parole che Benedetto XVI ha pronunciato in occasione della "Giornata della comunicazione":
“I moderni mezzi di comunicazione – ha detto il Papa – sono entrati da tempo a far parte degli strumenti ordinari, attraverso i quali le comunità ecclesiali si esprimono, entrando in contatto con il proprio territorio ed instaurando, molto spesso, forme di dialogo a più vasto raggio, ma la loro recente e pervasiva diffusione e il loro notevole influsso ne rendono sempre più importante ed utile l'uso nel ministero sacerdotale”.
Ai sacerdoti – ha continuato Benedetto XVI - “è richiesta la capacità di essere presenti nel mondo digitale nella costante fedeltà al messaggio evangelico”, avvalendosi, “accanto agli strumenti tradizionali, dell’apporto di quella nuova generazione di audiovisivi (foto, video, animazioni, blog, siti web), che rappresentano inedite occasioni di dialogo e utili mezzi anche per l’evangelizzazione e la catechesi”. In questo senso, i prelati devono coniugare “l’uso opportuno e competente di tali strumenti, acquisito anche nel periodo di formazione, con una solida preparazione teologica e una spiccata spiritualità sacerdotale, alimentata dal continuo colloquio con il Signore”.
Per Papa Ratzinger la Rete è il luogo dell’incontro, del contatto umano, dell’attenzione alle persone e ai loro veri bisogni spirituali. Anche a questo può servire la comunicazione su Internet: “ad offrire agli uomini che vivono questo nostro tempo digitale i segni necessari per riconoscere il Signore; donando l’opportunità di educarsi all’attesa e alla speranza e di accostarsi alla Parola di Dio, che salva e favorisce lo sviluppo umano integrale”.
Il Cyber-Papa, come è stato subito ribattezzato Benedetto XVI, ha centrato il segno, e ribaltando un sempre più diffuso luogo comune secondo cui Internet crea isolamento e alienazione, ha deciso di sparigliare le carte, gettare una ventata d’aria fresca sulla polverosa comunicazione della Chiesa, riaffermare la modernità piena del suo messaggio, con qualunque mezzo sia veicolato, ribaltando – almeno nelle intenzioni – anche un luogo comune su di sé. D’ora in poi le vie del Signore non sono solo infinite ma anche hi-tech.

© Copyright L'Occidentale, 24 gennaio 2010

Vabbe'...
R.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

"Vabbè" cosa?

Raffaella ha detto...

Innanzitutto era un Messaggio e non un discorso, quindi il Papa non "ha detto" ma "ha scritto" e poi non si fa altro che ribadire gli stessi luoghi comuni...
R.

Ciao a chi legge ha detto...

Beh dai.. Non mi sembra una cosa negativa.. Inoltre penso che questa cosa la possiamo anche sentir rivolta ai laici.. No?

A quali luoghi comuni ti riferisci poi?

Raffaella ha detto...

Prime righe...
R.

gemma ha detto...

cara raffaella, guarda cosa ti faccio con le prime righe, che tra l'altro chi ha scritto credo volesse smentire:

questo è un Papa teologo (innegabile.., per me grande), che a qualcuno piace far apparire come distante dai fedeli, uno che forse è già un passo oltre la modernità e con un grande carisma intellettuale, e in quanto tale capace di comunicare anche con i non credenti liberi da pregiudizi. Alcuni li fa arrabbiare moltissimo, aggiungo io, ma il fatto che ci riesca vuol dire che non suscita indifferenza. Impossibile che non condividano mai nulla, ma non conviene certo a questa parte enfatizzare il condivisibile in ciò che dice, perchè temerebbero di consegnare il mondo alla sua visione della vita e dell'uomo, visione che da secoli ritengono di dover combattere, anche ai tempi recenti di Giovanni Paolo II, che ora usano come arma. Può darsi che talvolta sia apparso solo, ma se la solitudine è sintomo di non omologazione al pensiero unico e alle sue regole, meglio soli e al timone della barca che trascinati dalla corrente.

Raffaella ha detto...

Ohoooooooooooooooooooooooooo!!!
Ecco come si possono usare le parole per scrivere concetti smentendo inutili stereotipi.
Gemma, fuori il libretto per il voto :-))
R.

gemma ha detto...

mi sento un pò raccomandata a questo esame...chissà come mai??? :))))

Raffaella ha detto...

Si ripresenta al prossimo appello, signorina?
R.