venerdì 29 gennaio 2010
Wojtyla, l'Osservatore Romano non pubblica le ultime rivelazioni. Il biografo Svidercoschi: non credo che Giovanni Paolo II si autoflagellasse (Izzo)
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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo questi due servizi di Salvatore Izzo che mette dei punti fermi ad una vicenda su cui in tanti hanno avanzato delle perplessita'.
Grazie a Izzo ed al biografo di Giovanni Paolo II per la chiarezza.
R.
WOJTYLA: OSSERVATORE ROMANO NON PUBBLICA LE ULTIME RIVELAZIONI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 29 gen.
L'Osservatore Romano non gli ha dedicato neppure una riga.
Negli ambienti vaticani si raccolgono molte critiche.
Dalla Polonia, e specialmente da Cracovia, arrivano gli echi di un malumore diffuso. Fa discutere il libro appena uscito su Giovanni Paolo II "Perche' e' santo?". "Il primo motivo di sconcerto - spiega l'ex vicedirettore dell'Osservatore Romano, Gianfranco Svidercoschi - deriva sicuramente dal fatto che per la prima volta, per quanto si ricordi, il postulatore di una causa di beatificazione svela non poche delle testimonianze che sono state date sotto segreto da ecclesiastici e laici durante il processo canonico.
E, questo soprattutto, le svela prima ancora che sia terminato il processo, visto che per la beatificazione di Giovanni Paolo II manca ancora l'ultima tappa, quella dell'esame e dell'approvazione del miracolo, nonche' la decisione finale di Benedetto XVI".
"Il postulatore, ripensandoci adesso - sottolinea Svidercoschi - ritiene che, se Giovanni Paolo II aveva voluto incontrarlo, era stato per una sorta di 'precognizione'.
E cioe', scrive, 'forse voleva conoscere un po' piu' a fondo l'uomo che sarebbe diventato il suo 'rappresentante' dinanzi alla Congregazione delle cause dei santi'. Come dire, insomma, che Papa Wojtyla aveva gia' pensato che sarebbe stato proclamato beato, e quindi aveva voluto conoscere chi si sarebbe occupato della sua causa.
E questo sarebbe il 'vero' Giovanni Paolo II?".
Il libro contiene comunque alcuni documenti inediti. "Non si spiega pero' - osserva Svidercoschi - come alcuni testi fossero semplicemente di studio, preparatori. Cosi' che, non spiegandolo, sembra che Giovanni Paolo II abbia pensato realmente, in qualche momento, a dare le dimissioni. Lui, invece, si era limitato a chiedere agli esperti se, analogamente ai vescovi (che lasciano ai 75 anni) e ai cardinali ultraottantenni (esclusi dall'elezione pontificia), ne conseguissero automaticamente dei limiti anche per il papato.
E alla fine (pur avendo prestabilito una apposita procedura, che era quella di Paolo VI, in caso di gravi impedimenti) giunse alla convinzione di dover rimanere fino a quando Dio avrebbe voluto". "Forse che Cristo e' disceso dalla croce?", diceva infatti il Pontefice, come e' stato riferito in tutte le altre biografie.
Piu' in generale, peraltro, ci si potrebbe chiedere, e cio' anche riguardo alla bozza di lettera a Agca che Wojtyla aveva scritto e cassato di suo pugno, se e' giusto pubblicare fogli sui quali il Papa aveva forse fissato delle frasi e che ha gettato via perche' non si riconosceva in esse.
Come possiamo ritenere significative quelle parole se egli stesso ha ritenuto che non esprimevano il suo pensiero?
"Credo - conclude Svidercoschi - che cercando scoop ad ogni costo si finisca per falsare la personalita' di questo grande Papa".
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WOJTYLA: BIOGRAFO, IO NON CREDO CHE SI FLAGELLASSE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 29 gen.
"Non credo che Giovanni Paolo II si flagellasse".
Lo afferma all'Agi il biografo di Papa Wojtyla ed ex vice direttore dell'Osservatore Romano, Gianfranco Svidercoschi, che con Giovanni Paolo II ha scritto il libro "Dono e Mistero". La sua ipotesi e' che la religiosa la cui testimonianza al processo di beatificazione e' all'origine di questa 'rivelazione', abbia invece equivocato e che il lamento che puo' aver percepito come proveniente dalla stanza del Papa fosse dovuto a un qualche fastidio fisico. "Non dimentichiamoci - dice - che dopo l'attentato del 13 maggio 1981 ci sono stati strascichi pesantissimi per la salute di quest'uomo che pure era forte e amava e praticava lo sport, tanto da sostenere che aveva bisogno almeno ogni tanto di nuotare, sciare e camminare in montagna per stare bene". Nelle migliaia di pagine degli atti del processo - del resto - ci sono tantissimi dettagli e particolari che se isolati ed enfatizzati possono far
perdere il quadro d'insieme del carattere - e della spiritualita' - di questo Papa. Ad esempio, la frase sul desiderio di andare a Medjugorje non puo' essere interpretata come un'approvazione delle apparizioni, mariane ai veggenti bosniaci: se Giovanni Paolo II ne fosse stato convinto le avrebbe approvate, non e' che non ne abbia avuto il tempo, avendo regnato per piu' di venti anni dopo l'inizio dei fenomeni, ne' che non fosse proprio del suo carattere assumersi responsabilita' anche in materie cosi' delicate: basta pensare alla decisione di pubblicare il segreto di Fatima. "Gli episodi citati in questi giorni dalla stampa - spiega Svidercoschi - venendo talvolta dalla testimonianza di una sola persona, finiscono pero' per essere assolutizzati e, pur senza volerlo, piegati a una certa interpretazione. Cosi' - elenca lo scrittore cattolico - per l'atteggiamento di Giovanni Paolo II su Medjugorje (che era molto piu' cauto di come appaia nel libro), per i rapporti con padre Pio (Karol Wojtyla li aveva spiegati molto chiaramente in 'Dono e mistero'), per il particolare della autoflagellazione (chi l'ha raccontata l'ha vista o solo ascoltata?). E cosi' anche per l'ipotesi di un sequestro del Papa da parte delle Brigate Rosse (in Vaticano, tra i dirigenti di allora, nessuno ne aveva mai sentito parlare), o per il racconto che il generale Jaruzelski ha fatto dell'incontro con Giovanni Paolo II al Wawel nel giugno del 1983 (racconto che dovrebbe essere quanto meno contestualizzato, ricordando che per due volte, in quel viaggio, il Papa minaccio' di tornare a Roma)".
Insomma, rileva Svidercoschi, "un conto e' il processo, durante il quale ciascuno, in perfetta buona fede, racconta quello che ricorda, che ha capito, e talvolta anche quello che gli e' sembrato di vedere e intuire o ha semplicemente dedotto. E un conto, invece, e' trasferire tutto questo in un libro, per il rischio di dover fare necessariamente delle scelte, e quindi di incorrere in interpretazioni che possono finire col falsare la figura e l'opera, come in questo caso, di un grande Papa". Come dire che non ci si puo' fermare alle singole frasi contenute in testimonianze fatte al processo canonico, dove ciascuno riferisce cio' che ricorda, un altro conto e' la rilevanza delle testimonianze per ricostruire tanto la verita' storica quanto la reale personalita' del futuro beato e santo. L'importante, ai fini della causa, e' infatti che dalle testimonianze non emergano delle ombre contenute negli scritti e negli atti del servi di Dio: quanto alle devozioni e convinzioni che gli si attribuiscono conta che siano in linea con la dottrina e se questo e' evidente non si approfondiscono i dettagli perche' farlo non porterebbe elementi di giudizio significativi. Non tutte le singole righe di quelle deposizioni sono quindi ugualmente significative: il voto dei prelati e cardinali sulla 'positio' che raccoglie tutti gli atti e' formulato sul quadro d'insieme che ne emerge e che in questo caso prova indubitabilmente l'eroicita' delle sue virtu'.
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30 commenti:
E come al solito bisogna sempre decidere in quale botte è conservato il vino migliore!!! In mezzo a mille contraddizioni e posizioni divergenti, simpatie e antipatie... "Santo subito", questa è la verità percepita nel cuore di ogni credente, con o senza mistici flagelli. La corsa poi alla stesura del libro perfetto che racconti al mondo una inedita notizia sulla vita santa di questo grande Pontefice. Bastava incrociare lo sguardo di Giovanni Paolo II per comprendere la misteriosa vicinanza tra il Pontefice più acciaccato di tutti i tempi e il Padreterno! Non erano quelli indizi di santità?
Ciao Raffaella. Queste due puntualizazzioni di Izzo, se possibile, hanno aumentato la mia prima sensazione: disgusto. Al postulatore polacco consiglierei, molto modestamente, di andarsi a leggere qualche discorso di Papa Benedetto, inerenti all'anno sacerdotale. Alla Rizzoli,editore del libro...complimenti, sicuramente sarà un best seller. A tutti gli editori che stanno ormai editando qualsiasi cosa su Papa Woityla, un consiglio spassionato. Provate a divulgare qualcosa inerente il magistero (LEV permettendo...)
Come avevo già occasione di annotare: questa faccenda, questo libro, questi contorni sono nient'altro che vergognosi e disgustosi.
Per chi non lo sapeva già: questo prete polacco Oder gonfio e tronfio di se stesso, è una delle espressioni più infime della questione "processo canonico Giovanni Paolo II".
Mi viene il voltastomaco solo a pensare a questo personaggio, e al danno che arreca a un grande pontefice del secolo scorso e alla chiesa.
Ma il segreteraio personale di PGII, quale esecutore testamentario, non aveva ricevuto l'ordine di distruggere tutti gli scitti del papa non destinati all'altrui conoscenza?
Che serietà è questa?
Sì, ormai Karol Wojtyla sembra Lady Diana: rivelazioni sempre più scottanti e scioccanti. Ma va là... Lasciateci amare questo Papa per quello che è stato, per quello che ha fatto, senza intingere la penna nel gossip vaticano! Anna
è una questione che non mi appassiona, in questi termini. Nella storia della Chiesa santi che si flagellavano c'erano eccome. Anche abbastanza recenti. Anche S. Teresa di Lisieux, l'enfant du monde, la praticava. Esiste anche questa strada , è una constatazione. Ci sono anche santi che hanno sentito nel proprio corpo la partecipazione alla redenzione e si sono offerti alla sofferenza come la beata Elisabetta della Trinità. Tutto questo per constatare alcuni fatti.
Sono cose molto lontane dalla nostra mentalità, ma io credo che non possiamo liquidare la questione con sufficenza.S. Teresa di Lisieux non era certo una personalità morbosa. Come Elisabetta della Trinità non era certo masochista.
Insomma la polemica mediatica è troppo sotto la suola della scarpe per attirarmi.In questo modo mi permetto di dire che il postulatore della causa viene fatto passare per melenso con danno dell'intera posizione su GPII.
Quanto a chi dice che non crede possibile che GPII facesse uso di queste pratiche , io dico che solo il Signore lo sa.
Ma , a parte questo, noto che nell'arena mediatica ogni questione ha il talento di tramutarsi in materiale scadente.
E' uno strano processo alchemico anche questo.
Giovanni Paolo II appartiene alla Chiesa. Lui voleva che la comunicazione sia trasparente. Che c'è da scandaloso di scrivere un libro che parla d'un futuro santo ? Non è il primo della storia a usare queste mortificazioni. Direi che alcuni commenti fanno più male al cuore che la flagellazione stessa. La lingua può fare più male che uno simplice sacrificio.
E la tradizione della Chiesa. Come mai un Papa che hai fatto 500 santi e 1400 beati non puo usare personalment e volontariamente questi mezzi ? C'è niente di male, solo da spiegare bene.
Molti particolari sembrano pettegolezzi e non rivelazioni credibili relative a un Uomo per il quale è in fase di studio il processo di beatificazione. Lasciamo fare a chi sa fare rimandiamo a Benedetto XVI ogni decisione
Anche io sono dell'idea che certe rivelazioni anche se vere, cosa che dubito molto, dovevano essere note. Non sò quali e quanti documentisecondo le volontà di Giovanni Paolo II, dovevano essere distrutti..... l'unioca cosa che noto è un segretario che non ha per nulla rispettato la sua volontà ed una corsa sfrenata in vista della beatificazione, al sensazionale a tutti i costi.
Anch'io sono del parere che Giovanni Paolo II non aveva in passato come non ha bisogno ora, di gossip sfrenato. Basterebbe leggere le sue encicliche molte volte scitte in accordo con il Card. Ratzinger questo bisogna dirlo con franchezza, per rendersi conto del suo carisma diverso da quello di Benedetto ma, sicuramente, di valore. Un valore che non aveva bisogno dell'esasperata mediaticità alla quale è stato sottoposto anche quando non era il caso; mediaticità che amavano invece i molti che lo circondavano tranne uno che, Giovanni Paolo II definì il suo amico fidato. Non dimentichiamolo!
Francamente sono più stupito di questi commenti, rispetto a quanto riportato nel libro.
Ma come si può parlar di mistica al nostro mondo materialista ed edonista?
Ben dice Mariateresa e io aggiungo.
Mai andati al museo di Santa Gemma Galgani? le avete viste le fruste?
E' noto che anche Paolo VI portasse il cilicio.
Ma veniamo ad un Santo che proprio oggi, secondo le direttive del Santo Padre che qui tutti amiamo, dovrebbe rappresentare il modello per tutti i sacerdoti. Cito dalla biografia:
"Giovanni Maria Vianney impostò tutta la vita secondo un regime estremamente austero. Il senso di
incapacità a svolgere il ministero pastorale rafforzò in lui la necessità di dover fare penitenza. Scelse come strumento privilegiato il digiuno, ma seguì tutte le rigide pratiche dell’ascetismo: il giaciglio fatto di pagliericcio senza materasso, il rifiuto di ogni comodità, solo poche ore dedicate al riposo e infine l’uso di strumenti per la penitenza corporale, quali i flagelli ed il cilicio. Alla penitenza esterna si aggiunse poi quella provocata dalla sofferenza interiore, dal travaglio spirituale, dalla sopportazione di persone o situazioni senza ira o maldicenze."
La Croce, la Croce.... scandalo e stoltezza... o potenza e sapienza di Dio?
non vorrei sbagliarmi, ma mi pare che la cosa che "urti" di più sia la flagellazione. Comprensibile che la notizia possa sortire un certo effetto su uno come me, ma come dice mariateresa, altri santi la praticavano, compreso san Francesco. E' pratica in uso presso l'opus dei, che Giovanni Paolo II, se non sbaglio, eresse come prelatura personale. Allora, mi chiedo, perchè stupirsi se un mistico, un uomo destinato alla santificazione la praticava? Forse perchè contrasta con una certa idea di modernità o di "papa-uomo" che da alcune parti piace attribuire alla persona di Giovanni Paolo II?
Poi, se ci si indigna, ci si deve indignare anche per le pubblicazioni dell'amica Vanda
Il passante ha ragione. Non ci sarebbe nulla dui strano e di male se, effettivamente, avesse praticato la flagellazione. Purtroppo, però, la nostra è la società del piacere, non del dolore, per cui un personaggio come GPII, eletto da tanti laici, laicisti e cattolici adulti ad icona moderna da contrapporre (chissà perchè) a BXVII, reo di oscurantismo passatista, li spiazza.
O Sarracino
Ma perchè sarebbe cosi male la mediatizzazione ? Il primo ad essere mediatico è Dio stesso. I media non sono ne buono ne cattivo. E un mezzo. Finalemente, grazie a seggretario di Karol che non ha distrutto le cose. Cosi rimane un tesoro spirituale per tutti e per la storia...
Quoto Mariateresa in pieno. Una volta le "discipline" erano la norma nei monasteri, conventi e anche nelle case di molti preti. Oggi, parlandone, sembra di riportare alla luce qualcosa di "nuovo" che risveglia in molti il senso di un rapporto realmente trascendentale con il Signore. Chi cavalca quest'onda mediatica (e non so chi lo faccia, perchè con tutte queste botte e risposte è difficile dirlo!) non mi convince. Si puo' essere santi con e senza disciplina, solo che dire che tizio di flagellava, fa levare il coro di "ohhhhhhh" ammirati. Quanto poi duri l'"ammirazione" basata solo su questo dato è un altro conto.
Caro anonimo è stata violata la volontà del Pontefice. Non ci si può fidare enanche del proprio segretario.
Dio non ha bisogno i televisione, di stampa e di media in generale per parlare almeno non come intendiamo noi.
Gli scritti di Giovanni Paolo II erano già mediatici senza l'esasperazione ripeto a cui è stato sottoposto al limite del rispetto della persona soprattutto negli ultimi tempi.
Io rimango dell'idea che il segretario avrebbe fatto bene a seguire le volontà di Giovanni Paolo II. Non è con gli scritti che sollevano i polveroni che il predecessore di Benedetto XVI diventerà beato.
Se si crede in Dio e nei suoi progetti, tutto era già scritto.
Bello arricchirsi sui documenti di Giovanni PaoloII.
Vergogna
Lo spettacolo desolante di certi preti loquaci danneggia la figura di Giovanni Paolo II...mi ricordano quel Galeazzi Lisi di infame memoria!
Nell'antica Roma, quando un imperatore moriva,eunuchi,cuochi,parrucchieri,ruffiani e liberti cacciati dai loro posti si vendicavano come potevano... diffondendo verità,mezze verità,sospetti,veleni,calunnie sul defunto che avevano untuosamente servito!
L'uomo ha bisogno dei media, perchè è la cultura di oggi. Andate in tutto il mondo a proclamare la lieta novella... Il mondo non è cattivo, come in media. TV, radio ecc. che sono delle occazioni per fare sentire la dolce voce di Dio. Lui è comunicazione.
ha bisogno del favore dei media chi non è abbastanza forte dal presentarsi per come è.
Ho letto (anzi.. divorato!) "Perchè è santo": è un libro molto bello. Le testimonianze ed i documenti consentono di approfondire la figura di GPII, di sentirlo -se possibile- ancora più vicino e penetrarlo maggiormente. Lo consiglio vivamente: è una lettura che non lascia uguali ma "cambia", così almeno è stato per me. Ps Sul flagellarsi: che qualcuno sappia tanto amare Dio e noi tutti sino a giungere a tali pratiche.. è x me sempre motivo di meraviglia e commozione!! Grazie, Karol!!
andrea
Per una volta sono d'accordo con l'OR
perchè pubblicare RIVELAZIONI riportate come un PASSAPAROLA: tizio ha detto che Caio ha detto che Wojtyla ha detto e fatto.....ecc...????
un libro che non comprerò MAI che si va ad affiancare ai troppi libri che presumono tutti di CONOSCERE I SEGRETI DI WOJTYLA....
ma per favore! si divulghi il Magistero di questo Pontefice MAGNO e lo si applichi alla lettera, altro che segreti di autoflagellazioni (che la società di oggi NON comprenderebbe) che se anche fossero vere, buttate così sono state gravemente BANALIZZATE....
pare di sentire san Paolo quando dice "PER IL PRURITO DI UDIRE QUALCOSA DI NUOVO CREDERANNO ANCHE NELLE FAVOLE..."
le biografie su di un Papa sono materia seria che non si può trattare con il passaparola di parole dette da altri e attribuite ad altri...
Sinceramente, trovo più istruttivo per conoscere un Papa leggere i suoi atti di magistero come per esempio le Encicliche e le omelie piuttosto che libri magari fondati su notizie presunte.
Le omelie e le encicliche di GPII sono un tesoro inestimabile, al quale nulla toglie -anzi!- la conoscenza di episodi significativi della sua vita o, ad esempio, la lettura delle sue poesie: son cose che gettano nuova luce, da cui vien fuori un quadro ancor più bello!
Vorrei inoltre ricordare che il libro non riporta voci o fumose indiscrezione, ma testimonianze attendibili e documenti sicuri raccolti niente di meno che dallo stesso postulatore della causa di beatificazione! Insomma, non so se mi spiego! :) ciao a tutti e grazie per questo splendido blog!
andrea
Grazie Andrea. Ho letto il libro anche io. Mi aiuta molto per la mia vita spirituale. Liberta a tutti de pensare come vuole. Ma ringrazio di vivere adesso con questi mezzi di comunicazione che segna nostra cultura e sono stanco di queste critiche sia verso i giornalisti, sia contro Giovanni Paolo II. Basta anche queste conparazione tra i due Papi. Le due sono successori di San Pietro, due amici vicini, due grandi... Sono stanco di questi commenti negativi...
Anonimo ha detto...
Vorrei inoltre ricordare che il libro non riporta voci o fumose indiscrezione, ma testimonianze attendibili e documenti sicuri raccolti niente di meno che dallo stesso postulatore della causa di beatificazione! Insomma, non so se mi spiego! :)
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spero che per lei questo libro non costituisca IL VANGELO o la sua attendibilità sia come l'attendibilità DEL MAGISTERO...infallibile è questo non un libro che racconta...
Io non ho detto poi che i racconti sono falsi, ma citando san Paolo ho detto che PER IL PRURITO DI UDIRE QUALCOSA...si finisce per BANALIZZARE LA PRIVACY di un Pontefice...
ergo una osservazione ben diversa da quel che mi si attribuisce ;-)
e spero che l'OR non ceda a questo genere di BANALIZZAZIONI della figura di un Pontefice Magno!
I RACCONTI di testimoni sono certamente un ottimo riferimento per le testimonianze, ma molto dipende a come si usano, alla STRUMENTALIZZAZIONE, ed alla mercificazione...
altra cosa è quando appunto restano come testimonianze del tribunale per la Canonizzazione, COME ATTI formali...
qui è accaduto come quando avviene un omicidio che degli atti giuridici poi se ne fa un libro con i diritti d'autore...
Cara caterina non c'è nientew da fare...... tante volte valgono più i racconti dei postulatori che ciò che per 20 anni e più Papa Giovanni Paolo II tramite i suoi atti di Magistero, voleva far capire ad una generazione che, a causa della esagerata mediaticità che ha caratterizzato quel periodo, passerà alla storia come il Papa che tutto permetteva e tutto giustificava.
Lasciate in pace il predecessore di Benedetto XVI che arriverà alla beatificazione per ben altri meriti e non solo di quelle raccontati come scoop.
Caro euge sono perfettamente d'accordo... la santità di Wojtyla uscirà allo scoperto quando Dio lo vorrà, per chi è già santo non ha bisogno di questo genere di libri, ma applica alla lettera il ricco Magistero che ci ha lasciato sulla difesa della Vita fin dal suo consepimento, alla sua morte NATURALE, difenderà il valore della Famiglia fondata sul Matrimonio sacramentale e solo tra un uomo e una donna.... al contrario tanti cattolici che cercano questi chicchiericci e vogliano santo un Papa ma sostenendo l'aborto, il divorzio, l'eutanasia o le coppie di fatto fra omosessuali...una di questi è la Rosy Bindi con i tanti cattolici che la sostengono...
questo è lo scempio e lo scandalo!
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Cara Caterina, le sembrerà strano (mi perdoni l'ironia ;) ma io non sono un cattolico "alla Bindi": pur peccatore, comprendo bene e difendo il valore della vita umana (dal concepimento sino alla morte naturale), ugualmente difendo la famiglia come unione di un uomo e di una donna (le dirò anzi che per difendere tale verità non occorre neanche esser cristiani, ma solo fare un retto uso della ragione).
Seguo inoltre con attenzione e gratitudine il magistero di GPII e di BXVI, nè penso che il libro in questione "sia vangelo".
Vorrei però nuovamente sottolineare che si tratta di un libro serio che racconta episodi verificati dal postulatore della causa di beatificazione, che il giudizio di santità (certamente assistito e garantito dallo Spirito Santo) si baserà anche su questo lavoro del postulatore. Che è normale, come in ogni processo di canonizzazione, indagare e sviscerare la vita del "futuro" santo. Che conoscere la vita di un santo (dubbi, dolori, carattere, difficoltà, e nn solo i suoi discorsi pubblici e pronunciamenti ad es. nel caso di un papa) è occasione per migliorarsi e per crescere spiritualmente.
Ora comprendo bene il rischio della banalizzazione, in questi tempi specialmente. Ho però voluto difendere, pur così male come ho fatto, il valore e la serietà del libro e degli autori. Ed inoltre dare testimonianza del fatto tale lettura è stata un bene per alcuni..almeno per me! :)
A tutti una buona domenica, un abbraccio in Cristo!
andrea
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