giovedì 18 febbraio 2010

La "lectio divina" del Vescovo di Roma al suo clero (Osservatore Romano)


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La "lectio divina" del Vescovo di Roma al suo clero

"Quale miglior modo per riflettere sulla parola di Benedetto XVI che non ascoltare una sua lectio divina?".
È la domanda ricorrente nelle riunioni vicariali e negli incontri del clero di Roma in questi ultimi mesi di preparazione all'annuale incontro con il Papa. La proposta è stata presentata dai sacerdoti al cardinale Agostino Vallini, vicario generale del Papa per la diocesi, il quale a sua volta l'ha sottoposta al Pontefice. La proposta è stata accettata.
Così, durante l'annuale incontro del Vescovo di Roma con il clero della sua diocesi, avvenuto giovedì mattina 18 febbraio, nell'Aula della Benedizione del Palazzo Apostolico, la formula delle domande e risposte utilizzata nelle sessioni precedenti, ha lasciato spazio proprio alla lectio divina. I brani scelti per riflettere insieme sono stati tratti dai capitoli 5, 7 e 8 della Lettera agli Ebrei, dove si parla di Cristo sommo sacerdote.
Palpabile l'attesa dei sacerdoti raccolti nell'aula. Dalle parole del Papa, come ha detto il cardinale Vallini, volevano attingere incoraggiamento e speranza. "Per noi è importante ascoltare la voce autorevole del Papa in quest'unico incontro dell'anno - ha detto infatti don Mario Laurenti, parroco di Gesù Divino Maestro -. Ci trasmette un messaggio forte che poi ci portiamo nel cuore". A proposito della nuova formula data all'incontro ha detto di preferirla "per due motivi principali: intanto perché il Papa nel presentarci la Parola di Dio, è molto chiaro e profondo; e poi perché il suo pensiero penetra in noi tanto intensamente da spingerci a tornarci su nei nostri momenti di preghiera, e a farlo conoscere ai nostri confratelli per farne una base su cui continuare a impostare la nostra vita sacerdotale".
"Fare domande poi - ha aggiunto - ci sembrava un po' limitare il campo a qualcosa di troppo particolareggiato. Ci piaceva lasciare campo libero al nostro Vescovo di dirci quello che gli sembrava più importante. Lui doveva parlare a noi e non noi a lui".
"Quest'anno poi c'era maggiore attesa degli altri anni.
Stiamo infatti vivendo l'Anno sacerdotale dunque era normale che, come non ha mancato di raccomandarci il cardinale vicario, facessimo di tutto per giungere a questo importante momento ben preparati interiormente. Il cardinale vicario nella lettera con la quale aveva annunciato l'incontro, aveva insistito tantissimo perché tutti i preti incardinati a Roma fossero presenti". Tra l'altro i sacerdoti romani si stanno preparando a vivere l'esperienza del pellegrinaggio diocesano ad Ars dal 14 al 15 aprile prossimo.
Dello stesso tono anche le dichiarazioni di don Massimiliano Nazio, parroco di Santa Giovanna Antida Thouret: "La cosa più importante per noi è che il Papa ci parli, ci conforti nella nostra missione, ci dia indicazioni. Per questo l'odierno incontro lo viviamo con più partecipazione".
Don Gian Matteo Botto, della parrocchia di Santa Maria Madre della Provvidenza, pur esprimendosi favorevolmente sulla nuova formula dell'incontro "nata dal basso - conferma - durante una delle riunioni del consiglio presbiterale" non ha voluto tuttavia rinnegare la bontà anche della formula precedente.
"Alternare il sistema domande e risposte con questo - ha detto - è una buona idea. Certamente però, è stato anche molto significativo e importante che i sacerdoti della diocesi di Roma abbiano potuto avere un contatto diretto con il Papa e formulare domande dirette, su argomenti che gli stavano particolarmente a cuore. Per questo dico che anche la formula degli anni scorsi è una buona soluzione".
Su una cosa però tutti concordano, cioè che l'appuntamento "è sempre vissuto con entusiasmo e con gioia. Perché, oltre alla messa in Laterano presieduta dal Papa il giovedì santo, con esso abbiamo un altro momento più fraterno per ritrovarci insieme con lui. Incontrarsi è sempre un valore aggiunto".
Il Papa era accompagnato dall'arcivescovo James Michael Harvey, prefetto della Casa Pontificia, dal vescovo Paolo De Nicolò, reggente della prefettura della Casa Pontificia, dai monsignori Georg Gänswein, suo segretario particolare, e Alfred Xuereb, della segreteria particolare. Tra i presenti, i vescovi ausiliari della diocesi e il vescovo Brandolini.
A ogni sacerdote che ha partecipato all'incontro è stato donato un volume antologico di testi di Giovanni Battista Montini, risalenti al periodo in cui era arcivescovo di Milano. Si tratta della raccolta curata da padre Leonardo Sapienza, Cari sacerdoti, che abbiamo presentato nell'edizione di ieri.

(©L'Osservatore Romano - 19 febbraio 2010)

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