giovedì 4 febbraio 2010
Quaresima 2010, Il messaggio di Benedetto XVI: La giustizia più grande (Sir)
Vedi anche:
Lucetta Scaraffia: Il no al matrimonio tra omosessuali non è omofobia (Riformista)
Messaggio del Papa per la Quaresima: l'uomo senza l'amore di Dio è incapace di attuare la vera giustizia (Radio Vaticana)
Il Papa: la giustizia di Dio non è quella degli uomini (AsiaNews)
Il Papa nel Messaggio per la Quaresima: "Uscire dall'illusione dell'autosufficienza" (Sir)
Che cosa si cela dietro lo scontro tra il Vaticano e Londra? Le norme anti-discriminazione non si applicheranno alle parrocchie cattoliche (Paci)
Voli papali in low cost? (Angela Ambrogetti)
Il Papa: i Cristiani si impegnino a formare società giuste (Apcom)
Il Papa: Egosimo, sospetto, competizione, ansia di "afferrare" e "fare da sé", sono sentimenti che abitano il cuore dell'uomo (Apcom)
Il Papa: "Ciò di cui l’uomo ha più bisogno non può essergli garantito per legge. Per godere di un’esistenza in pienezza, gli è necessario qualcosa di più intimo che può essergli accordato solo gratuitamente: potremmo dire che l’uomo vive di quell’amore che solo Dio può comunicargli avendolo creato a sua immagine e somiglianza" (Messaggio del Santo Padre per la Quaresima 2010)
Don Marco Dessì, accusato di pedofilia, è stato espluso dalla Chiesa Cattolica su decreto inappellabile di Benedetto XVI (Repubblica)
La moltiplicazione dei conclavi di Scalfari (Il Riformista). Evidentemente il fondatore di Repubblica parla della Chiesa ignorandone la storia recente
Card. Kasper sulle accuse a Vian: "Non esisteva alcun motivo per una macchinazione del genere" (Galeazzi)
Caso Boffo, Mons. Negri: tentativo diabolico di togliere alla Chiesa forza nella società (Apcom e Corriere)
Il caso Boffo e le nuove tensioni: «Tutta la Chiesa sotto attacco» (Vecchi)
Secondo Mancuso, in cinque anni, Benedetto XVI non ha ancora fatto pulizia nella Chiesa!
Chiesa divisa, il richiamo del Papa (Galeazzi)
Sergio Marchionne: Quelle tute blu guidate più dal Papa che dalla Cgil
Il veleno dei cardinali. Il caso Boffo scuote la Chiesa (La Rocca ed Ansaldo). Le riflessioni del blog
Vittorio Feltri: "Non conosco né il direttore dell’Osservatore Romano né il cardinale Bertone, mai incontrati" (Il Giornale)
Wojtyla, postulatore sotto accusa. Ora a rischio la beatificazione? (La Rocca)
Nella Chiesa c'è chi cerca solo carriera e potere. Il Pontefice: «Molti lavorano per se stessi e non per la comunità» (Gasparroni)
Discorso del Papa ai vescovi inglesi, Andrew Pierce: "Io, uomo gay, sono d'accordo con il Papa"
Storia di Shazia, 12 anni, cristiana (Antonio Socci)
Il Papa: nella Chiesa per servire il Vangelo, non per far carriera (Zenit)
Discorso del Papa ai vescovi inglesi, Brendan O’Neill: lo Stato non può imporre il pensiero unico
Il Papa e lo Spirito Santo (American Papist Blog)
Silenzio dal Vaticano sul "caso" Boffo. Il Papa conferma il suo stile e stigmatizza le lotte di potere nella Chiesa (Apcom)
Dibattito in Inghilterra sulle parole del Papa ai vescovi, il rabbino Sacks: invece di giudicarle inappropriate si apra un dibattito onesto (Times)
Catherine Pepinster: "Il mio orgoglio per la visita di Benedetto XVI in Gran Bretagna" (Guardian)
Il Papa condanna la tentazione del potere nella Chiesa, mentre divampano le polemiche sul "caso" Boffo (Izzo)
Le immagini dell'esibizione del Circo Americano davanti al Papa (Rome Reports)
Il politicamente corretto inglese e la «verità» riaffermata dal Papa (Ventura)
Il Papa: "Esorto dunque tutti, pastori e laici, a coltivare questa “dimensione culturale” della fede, affinché la bellezza della verità cristiana possa essere meglio compresa e la fede possa essere veramente nutrita, rafforzata e anche difesa. In quest’Anno Sacerdotale, invito i seminaristi e i sacerdoti a stimare il valore spirituale dello studio. La qualità del ministero sacerdotale dipende anche dalla generosità con cui ci si applica allo studio delle verità rivelate" (Catechesi)
Benedetto XVI e lo scrittore Joseph Ratzinger ("Lo Svizzero")
QUARESIMA 2010 - La giustizia più grande
Il messaggio di Benedetto XVI
“Ciò di cui l’uomo ha più bisogno non può essergli garantito per legge” ma “per godere di un’esistenza in pienezza, gli è necessario qualcosa di più intimo che può essergli accordato solo gratuitamente: potremmo dire che l’uomo vive di quell’amore che solo Dio può comunicargli avendolo creato a sua immagine e somiglianza”.
Il messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima è una riflessione “sul vasto tema della giustizia” che invita a comprendere “come e più del pane” l’uomo ha “bisogno di Dio” perché “sono certamente utili e necessari i beni materiali - del resto Gesù stesso si è preoccupato di guarire i malati, di sfamare le folle che lo seguivano e di certo condanna l’indifferenza che anche oggi costringe centinaia di milioni di esseri umani alla morte per mancanza di cibo, di acqua e di medicine -, ma la giustizia ‘distributiva’ non rende all’essere umano tutto il ‘suo’ che gli è dovuto”.
Illusione e chiusura.
Una “tentazione permanente dell’uomo”, ricorda il Pontefice, è “quella di individuare l’origine del male in una causa esteriore” e “molte delle moderne ideologie hanno, a ben vedere, questo presupposto: poiché l’ingiustizia viene ‘da fuori’, affinché regni la giustizia è sufficiente rimuovere le cause esteriori che ne impediscono l’attuazione”. Tuttavia questo modo di pensare, come ammonisce Gesù, è “ingenuo e miope” perché “l’ingiustizia, frutto del male, non ha radici esclusivamente esterne” ma “ha origine nel cuore umano, dove si trovano i germi di una misteriosa connivenza col male”. Il Santo Padre sottolinea che “l’uomo è reso fragile da una spinta profonda, che lo mortifica nella capacità di entrare in comunione con l’altro” e “aperto per natura al libero flusso della condivisione, avverte dentro di sé una strana forza di gravità che lo porta a ripiegarsi su se stesso, ad affermarsi sopra e contro gli altri: è l’egoismo, conseguenza della colpa originale”. Sono proprio Adamo ed Eva che “sedotti dalla menzogna di Satana”, ricorda il Papa, afferrano “il misterioso frutto contro il comando divino” e sostituiscono “alla logica del confidare nell’Amore quella del sospetto e della competizione” e “alla logica del ricevere, dell’attendere fiducioso dall’Altro, quella ansiosa dell’afferrare e del fare da sé” sperimentando “come risultato un senso di inquietudine e di incertezza”. Dentro al “cuore della saggezza di Israele troviamo un legame profondo tra fede nel Dio che ‘solleva dalla polvere il debole’ (Sal 113,7) e giustizia verso il prossimo”, spiega Benedetto XVI, e “la parola stessa con cui in ebraico si indica la virtù della giustizia, sedaqah, ben lo esprime” significando “da una parte, accettazione piena della volontà del Dio di Israele; dall’altra, equità nei confronti del prossimo” soprattutto “del povero, del forestiero, dell’orfano e della vedova”. I “due significati sono legati”, ribadisce il Papa, “perché il dare al povero, per l’israelita, non è altro che il contraccambio dovuto a Dio, che ha avuto pietà della miseria del suo popolo” e “per entrare nella giustizia è pertanto necessario uscire da quell’illusione di auto-sufficienza, da quello stato profondo di chiusura, che è l’origine stessa dell’ingiustizia”.
Società giuste.
“Quale è dunque la giustizia di Cristo?”, si domanda il Santo Padre: “È anzitutto la giustizia che viene dalla grazia, dove non è l’uomo che ripara, guarisce se stesso e gli altri” e “il fatto che l’‘espiazione’ avvenga nel ‘sangue’ di Gesù significa che non sono i sacrifici dell’uomo a liberarlo dal peso delle colpe, ma il gesto dell’amore di Dio che si apre fino all’estremo, fino a far passare in sé ‘la maledizione’ che spetta all’uomo, per trasmettergli in cambio la ‘benedizione’ che spetta a Dio”. La giustizia divina, precisa il Pontefice, è “profondamente diversa da quella umana” perché “Dio ha pagato per noi nel suo Figlio il prezzo del riscatto, un prezzo davvero esorbitante” ma “di fronte alla giustizia della Croce l’uomo si può ribellare, perché essa mette in evidenza che l’uomo non è un essere autarchico, ma ha bisogno di un Altro per essere pienamente se stesso”. In questo senso, prosegue il Papa, “convertirsi a Cristo, credere al Vangelo” significa “uscire dall’illusione dell’autosufficienza per scoprire e accettare la propria indigenza - indigenza degli altri e di Dio, esigenza del suo perdono e della sua amicizia” e “si capisce allora come la fede sia tutt’altro che un fatto naturale, comodo, ovvio” perché “occorre umiltà per accettare di aver bisogno che un Altro mi liberi del ‘mio’, per darmi gratuitamente il ‘suo’”. Conclude Benedetto XVI: “Grazie all’azione di Cristo, noi possiamo entrare nella giustizia ‘più grande’, che è quella dell’amore (cfr Rm 13,8-10), la giustizia di chi si sente in ogni caso sempre più debitore che creditore, perché ha ricevuto più di quanto si possa aspettare. Proprio forte di questa esperienza, il cristiano è spinto a contribuire a formare società giuste, dove tutti ricevono il necessario per vivere secondo la propria dignità di uomini e dove la giustizia è vivificata dall’amore”.
© Copyright Sir
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento