lunedì 1 marzo 2010

Cattolici e musulmani contro la violenza a sfondo religioso. Concluso ad al-Azhar l'annuale incontro bilaterale: la dichiarazione finale


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Concluso ad al-Azhar l'annuale incontro bilaterale

Cattolici e musulmani contro la violenza a sfondo religioso

Si è svolto al Cairo, il 23 e il 24 febbraio scorsi, l'incontro annuale del Comitato congiunto per il dialogo del Comitato permanente di Al-Azhar per il Dialogo tra le Religioni Monoteistiche e il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Di seguito pubblichiamo una nostra traduzione italiana della dichiarazione finale sottoscritta a conclusione dei lavori dal cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del dicastero vaticano, e dallo sceicco Muhammad Abd al-Aziz Wasil, wakil di al-Azhar e presidente del Comitato per il dialogo di al-Azhar.

Martedì 23 e mercoledì 24 febbraio il Comitato congiunto ha svolto il suo incontro annuale nella sede di al-Azhar, sotto la presidenza congiunta dello sceicco Muhammad Abd al-Aziz Wasil, wakil di al-Azhar e presidente del Comitato permanente di al-Azhar per il Dialogo con le Religioni Monoteistiche, e del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.
La delegazione di al-Azhar era così composta: professor sceicco Muhammad Abd al-Aziz, wakil di al-Azhar e presidente della Comitato permanente di al-Azhar; professor sceicco Omar al-Dieb Muhammad, membro dell'Accademia per la ricerca islamica e membro del Comitato permanente; professor Taha Musatfa Abu Kreisha, membro dell'Accademia per la ricerca islamica e membro del Comitato permanente; professor Abdallah Mabrouk al-Naggar, membro dell'Accademia per la ricerca islamica e membro del Comitato permanente; sceicco Ali Abd al-Baqi Shahata, membro dell'Accademia per la ricerca islamica e membro del Comitato permanente.
Il professor Mohammad al-Shahat al-Gendy, membro dell'Accademia per le ricerca islamica e del Comitato permanente, e il professor sceicco Ali Muhammad Fathallah, membro dell'Accademia per la ricerca islamica, che avrebbero dovuto partecipare, non hanno potuto essere presenti all'incontro.
La delegazione del Pontificio Consiglio era così composta: cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso; arcivescovo Pier Luigi Celata, segretario del Pontificio Consiglio; arcivescovo Michael Louis Fitzgerald, nunzio apostolico in Egitto; vescovo Botros Fahim Hanna, vicario del Patriarcato cattolico copto al Cairo; monsignor Khaled Akasheh, capo ufficio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso; monsignor Bernard Munomo Muyembe, officiale del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; il fratello domenicano René-Vincent de Grandlaunay, dell'Istituto di Studi Orientali del Cairo.
I partecipanti sono stati ricevuti dal Grande Imam di al-Azhar, professor sceicco Muhammad Sayyed Tantawi, che il cardinale Tauran ha ringraziato per aver condannato gli atti di violenza nei quali sono morti sei cristiani e un poliziotto musulmano a Naga Hamadi, lo scorso Natale ortodosso, per aver espresso solidarietà alle famiglie delle vittime e per aver riaffermato l'uguaglianza di diritti e di doveri per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa. Lo sceicco Tantawi ha dichiarato di aver fatto soltanto ciò che riteneva essere il suo dovere di fronte a quegli eventi tragici.
Il Comitato, con l'aiuto di documenti presentati da monsignor Bernard Munono Muyembe e dal professore Abdallah Mabrouk al-Naggar, ha esaminato il tema "Il fenomeno della violenza confessionale: comprendere il fenomeno e le sue cause e proporre soluzioni con particolare riferimento al ruolo delle religioni a questo proposito".
I membri del Comitato hanno espresso soddisfazione per il clima di rispetto e amicizia reciproci fra i partecipanti, che ha incoraggiato un aperto scambio di opinioni.
Al termine dell'incontro, i partecipanti hanno concordato sulle seguenti raccomandazioni: prestare maggiore attenzione al fatto che la strumentalizzazione della religione a scopi politici o di altra natura può essere fonte di violenza; evitare la discriminazione sulla base dell'identità religiosa; aprire il cuore al perdono e alla riconciliazione reciproci, condizioni necessarie a una coesistenza pacifica e feconda; riconoscere le similitudini e rispettare le differenze come prerequisito di una cultura di dialogo basata su valori comuni; affermare che entrambe le parti si impegnano di nuovo a riconoscere e a rispettare la dignità di ogni essere umano, senza alcuna distinzione basata sull'appartenenza etnica o religiosa; opporsi alla discriminazione religiosa in tutti i campi (leggi giuste dovrebbero garantire un'uguaglianza fondamentale); promuovere ideali di giustizia, solidarietà e cooperazione per garantire una vita pacifica e prospera a tutti; opporsi con determinazione a qualsiasi atto che tenda a creare tensioni, divisioni e conflitti nelle società; promuovere una cultura di rispetto e di dialogo reciproci attraverso l'educazione a casa, a scuola, nelle chiese e nelle moschee, diffondendo uno spirito di fraternità fra tutte le persone e la comunità; opporsi agli attacchi contro le religioni da parte dei mezzi di comunicazione sociale, in particolare sui canali satellitari, in considerazione dell'effetto pericoloso che queste trasmissioni possono avere sulla coesione sociale e sulla pace fra comunità religiose; assicurarsi che la predicazione dei responsabili religiosi nonché l'insegnamento scolastico e i libri di testo non contengano dichiarazioni o riferimenti a eventi storici che, direttamente o indirettamente, possano suscitare un atteggiamento violento fra i seguaci delle differenti religioni.
Il Comitato ha concordato sul fatto che il prossimo incontro si svolgerà a Roma nel 2011, dal 23 al 24 febbraio.

(©L'Osservatore Romano - 1-2 marzo 2010)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

E' un libro dei sogni, scritto per soggetti che vivono sulla luna anziché sulla terra.
La realtà dei fatti è ben diversa: l'Islam dei dotti finge di rigettare la violenza, quello degli iman e del popolo la utilizza contro i cristiani.

Anonimo ha detto...

Caro Anonimo, con i sogni si costruiscono le cattedrali!
E' vero che alcuni imam e una parte del popolo è contro i cristiani(ma hai mai visto, da vicino, in che condizioni sono costretti a vivere nella nostra indifferenza e a causa delle nostre azioni?) ma è anche vero che la parte più ignorante (quantitatiamente tutt'altro che trascurabile) dei cristiani odia i musulmani per partito preso. Per "correttezza politica", direi.
Io li conosco per essere stato tra di loro a lungo e so che il dialogo con loro non solo è possibile, ma è naturale. E prima o poi, con gran scandalo dei benpensanti, si avvererà.
O Sarracino

Anonimo ha detto...

La colpa principale non è quella della nostra indifferenza verso i disagiati islamici, come afferma O Saracino, che sarà pure un guaglione, ma che dell'Islam, sia detto con il dovuto rispetto, non ha capito proprio nulla.
E' quella cultura, quella ismalica, che impedisce a quei popoli di dialogare e rispettare pienamente coloro che hanno culture diverse da quella islamica. E' stupido, mi si consenta, di autoflaggellarci attribuendoci sempre, noi occidentali e cristiani, le colpe di tutti i mali che attraversano il mondo islamico. Questo modo di ragionare (o di sragionare) è un approccio molto riduttivo, sostanziamente falso, autoconsolatorio, costruito a tavolino per dimostrare che con "il tempo e la paglia matureranno le nespole". Ma quali nespole? Quelle delle armi atomiche dell'Iran, costruite per distruggere Israele, tra la tacita approvazione di larghi strati del mondo arabo-islamico.

Anonimo ha detto...

Molto arguto. Forse l'Iran avrà un giorno l'atomica. Israele ce l'ha già.