martedì 9 marzo 2010

La Chiesa nella bufera in Germania. Interviene la Merkel: il Vaticano prende «molto seriamente» la questione (Caracciolo)


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La Chiesa nella bufera in Germania

Interviene la Merkel: il Vaticano prende «molto seriamente» la questione

Roberto Caracciolo

BERLINO

In un clima già teso, la Germania ha rischiato – di nuovo – l'incidente diplomatico con la Santa Sede.
Il ministro della Giustizia tedesca ha accusato il Vaticano di avere, di fatto, ostacolato le indagini delle autorità sugli episodi di abusi sessuali commessi negli anni passati in scuole cattoliche del Paese: la cancelliera Angela Merkel (Cdu) è però corsa subito ai ripari affermando pubblicamente che la Chiesa prende «molto seriamente» questa questione.
Il Vaticano, da parte sua, non ha inteso commentare in alcun modo l'episodio.
Per la seconda volta in meno di due settimane, quindi, Berlino e il Vaticano hanno rischiato di arrivare ai ferri corti.
E al centro di entrambi gli episodi c'è il ministro della Giustizia, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger (Cdu).
«In numerose scuole e istituti c'è stato un muro di silenzio», ha detto la Guardasigilli a una radio tedesca commentando i casi di abusi emersi nel Paese nelle ultime settimane.
«Penso che proprio questo muro di silenzio sia legato, certamente nelle scuole cattoliche, anche al fatto che, in linea con una direttiva del 2001, abusi così gravi vengono sottoposti al Papa in modo confidenziale e non devono essere rivelati all'esterno della Chiesa», ha aggiunto.
Secondo questa direttiva, i casi di sospetti abusi sessuali vengono esaminati internamente alla Chiesa, ha proseguito il ministro, sottolineando che la direttiva non prevede in modo specifico l'intervento immediato della procura.
Il ministro non è nuova a queste prese di posizione. Tanto che alla fine di febbraio aveva già accusato la Chiesa di non avere fatto abbastanza per far luce sugli abusi.
L'accusa era stata respinta dal presidente della Conferenza episcopale tedesca, mons. Robert Zollitsch, il quale aveva anche protestato direttamente con la leader conservatrice.
Ma questa volta la situazione è più delicata, poichè gli abusi che sarebbero stati commessi negli anni Sessanta anche nell'ambiente del coro di ragazzi di Ratisbona hanno sfiorato lo stesso fratello del papa, Georg Ratzinger, il quale all'epoca era il direttore del coro.
Non sorprende, quindi, che la Merkel abbia "corretto" in gran fretta il suo ministro.
«La Chiesa cattolica prende la questione degli abusi molto seriamente», ha detto la cancelliera, che ha poi accolto positivamente l'"apertura» e la «presa di responsabilità» del Vaticano su questo tema.
E gli stessi conservatori tedeschi hanno dimostrato ieri di non volere sottovalutare la gravità di questi episodi. L'Unione cristiano-democratica (Cdu-Csu) della Merkel ha proposto un allungamento dei termini di prescrizione per i reati di abusi sessuali.
Secondo l'ala bavarese del partito, la Csu, la legge dovrebbe prevedere un termine di prescrizione di almeno 30 anni, rispetto agli attuali 10-20 anni che vengono applicati a seconda dei casi.
La Cdu è concorde, anche se per il momento non ha indicato un possibile nuovo termine.
Da parte sua, invece, il movimento dei cattolici del dissenso «Noi siamo Chiesa» ha auspicato che sia fatta piena luce sui casi di Ratisbona e ha chiesto che lo stesso Papa dica «cosa sapeva allora e cosa ha fatto in proposito».
Intanto, la conferenza episcopale olandese farà oggi il punto sui casi di pedofilia emersi all'interno di varie strutture cattoliche del Paese, 160 quelli finora segnalati, raccolti in pochissimi giorni dopo un appello alla denuncia lanciato dai vescovi alla fine di febbraio.

© Copyright Gazzetta del sud, 9 marzo 2010

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