mercoledì 17 marzo 2010

Pedofilia, il Papa: servono pentimento, rinnovamento e guarigione. Il puntuale e straordinario commento di Salvatore Izzo


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Riceviamo e con grandissimo piacere pubblichiamo questo puntuale e bellissimo commento:

PEDOFILIA: PAPA SERVONO PENTIMENTO, RINNOVAMENTO E GUARIGIONE

(AGI) - CdV, 17 mar.

(di Salvatore Izzo)

La speranza del Papa e' che la Lettera ai cattolici dell'Irlanda sugli abusi sessuali compiuti da sacerdoti - che firmera' venerdi' 19 - possa aiutare "un processo di pentimento, guarigione e rinnovamento".
"Come sapete - ha detto oggi ai pellegrini di lingua inglese presenti in piazza San Pietro all'Udienza Generale - nei mesi scorsi la Chiesa in Irlanda e' stata pesantemente scossa a causa della crisi degli abusi sui minori. Come segno della mia profonda preoccupazione preoccupazione ho scritto una lettera pastorale che affronta questa situazione dolorosa.
Firmero' questa lettera nella solennita' di San Giuseppe guardiano della sacra famiglia e patrono della Chiesa universale, e la inviero' subito dopo. Chiedo a tutti voi di leggerla per voi stessi, con cuore aperto e in spirito di fede. La mia speranza e' che essa aiutera' un processo di pentimento, guarigione e rinnovamento". Secondo quanto si e' appreso, nel documento Benedetto XVI esprimera' nuovamente "sdegno e preoccupazione" per quanto accaduto - 46 sacerdoti hanno compiuto abusi gravissimi su bambini e bambine nell'arco di un trentennio - ma anche per non essere stato ascoltato quando nel 2006 aveva sollecitato la Chiesa Irlandese a una svolta.
Papa Ratzinger, aveva chiesto in particolare ai presuli di "stabilire cosa sia avvenuto realmente nel passato, e prendere ogni provvedimento affinche' casi del genere non avvengano di nuovo".
E di "assicurarsi che i principi di giustizia siano pienamente rispettati", indennizzando "tutti coloro che sono stati colpiti da questo grave crimine". "Solo in questo modo - era stata le sua conclusione - la Chiesa in Irlanda potra' crescere piu' forte ed essere ancora piu' capace di dare testimonianza della forza redentrice della croce di Cristo".
Ma nelle scorse settimane il Pontefice ha dovuto constatare purtroppo come tutto questo sia rimasto in gran parte lettera morta. E questo non solo in Irlanda ma anche nella sua Germania, in Austria e in Olanda. E proprio dalla Germania gli sono anche arrivati degli attacchi personali, con il tentativo prima di coinvolgere suo fratello Georg, maestro per una vita del coro delle voci bianche del Duomo di Ratisbona, e poi addirittura lui personalmente.
In proposito padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha denunciato sabato scroso "un certo accanimento, a Regensburg e a Monaco" per trovare "elementi per coinvolgere personalmente il Santo Padre nelle questioni degli abusi".
Molto fiera e' stata la difesa dell'Osservatore Romano, che ha rivendicato alla Chiesa Cattolica, "a dispetto dell'immagine deformata con cui la si vuole rappresentare", di essere "l'istituzione che ha deciso di condurre la battaglia piu' chiara contro gli abusi sessuali a danno dei minori partendo dal suo interno".
"Bisogna dare atto a Benedetto XVI - ha sottolineato il giornale vaticano - di avere impresso un impulso decisivo a questa lotta, grazie anche alla sua ultra ventennale esperienza come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede".
Da cardinale, ha tenuto a rimarcare il giornale diretto dal prof. Giovanni Maria Vian, Joseph Ratzinger "ha favorito una riforma anche legislativa piu' rigorosa in materia".
Nel documento che firmera' venerdi', Papa Ratzinger ribadira' dunque gli impegni precisi che ha assunto personalmente verso le vittime degli abusi sessuali perpetrati su minorenni da parte di membri del clero.
"Il Santo Padre - ha affermato recentemente la Sala Stampa della Santa Sede - condivide l'oltraggio, il tradimento e la vergogna percepiti da cosi' tanti fedeli in Irlanda, e si e' unito a loro nella preghiera in questo momento difficile nella vita della Chiesa", invitando allo stesso tempo i cattolici irlandesi e in tutto il mondo "ad unirsi a lui nella preghiera per le vittime, le loro famiglie e tutti coloro che sono colpiti da questi crimini efferati".
Inoltre, Benedetto XVI assicurera' nella sua Lettera "tutti gli interessati che la Chiesa continuera' a seguire la grave questione con la massima attenzione, al fine di meglio comprendere come tali vergognosi eventi siano accaduti e il modo migliore per sviluppare strategie efficaci cosi' da evitare il loro ripetersi".
La Santa Sede, ribadiva ancora la nota della Sala Stampa, letta e approvata dal Pontefice, "prende molto sul serio le questioni centrali sollevate dalla relazione, ivi comprese le questioni relative alla guida dei responsabili della Chiesa locale che hanno la responsabilita' ultima nella cura pastorale dei bambini".
Bastera' la Lettera a placare l''attacco in corso, che anche in Irlanda sembra voler alzare sempre di piu' il tiro fino a pretendere le dimissioni del cardinale primate Sean Brady, che da giovane sacerdote segui' un inchiesta per conto del suo vescovo e si senti' impegnato da queesti al silenzio?
Insospettisce il fatto che gli attacchi di questi giorni seguono una serie di aggressioni mediatiche alla Santa Sede e al Papa che hanno in comune alcune "firme", come quella del teologo Hans Kung, forse i mandanti e certamente l'effetto di indebolire l'immagine della Chiesa Cattolica agli occhi dell'opinione pubblica.
E quanto questo sia considerato preoccupante lo testimonia la decisione - assolutamente inedita - di far parlare nei giorni scorsi anche l'attuale responsabile vaticano delle inchieste sulla pedofilia: il promotore di giustizia della Congregazione della Dottrina della Fede, mons. Charles J. Scicluna, che per la prima volta ha concesso un'intervista ad Avvenire, il cui testo e' stato poi diffuso in tedesco, francese, inglese e spagnolo dalla Sala Stampa della Santa Sede. Il prelato maltese - che coordina un pool di 8 persone che in questa materia e' competente a indagare su tutti i 400 mila sacerdoti del mondo - ha messo bene in chiaro una serie di cose.
Anzitutto che i casi di abusi sessuali dei quali si e' occupato il suo ufficio negli ultimi dieci anni sono stati ben 3000, ma di questi solo 300 possono essere definiti propriamente episodi di pedofilia, e tutti sono stati oggetto di indagini serie e sanzioni molto severe. E poi che la Santa Sede "incoraggia" i vescovi a rivolgersi alla giustziia civile perche' i responsabili siano arrestati e condannati anche nei tribunali dello Stato.
Infine che la prescrizione attualmente fissata a 10 anni (che decorrono pero' dal compimento dei 18 da parte della vittima) e dalla quale abitualmente gia' si deroga sara' forse tolta ufficialmente. vanno ricordate anche le parole del Papa ai vescovi americani nel corso del viaggio dell'aprile 2008 e i suoi incontri con le vittime a Washington e Sydney.
E fu proprio Ratzinger che con il documento della Congregazione per la Dottrina della Fede "De Delictis Gravioribus stabili' - nelle "linee guida" applicative del motu proprio con cui Giovanni Paolo II rafforzo' l'ex Sant'Uffizio delegandolo a giudicare in modo esclusivo nella Chiesa - che le inchieste ecclesiastiche non escludono l'azione dei giudici civili i casi di violenze e molestie, perche' alla Chiesa e' chiesto di "contribuire a evitare un crimine cosi' grave".
E' questa la linea della "tolleranza zero voluta da Ratzinger prima da cardinale della Congregazione della Dottrina della Fede e poi ribadita, da Papa, anche nell'incontro della scorsa settimana con il capo dei vescovi tedeschi, mons. Robert Zollitsch.
Una linea che sta pagando come conferma uno studio del "John Jay College", che rileva il "declino notevolissimo" dei casi denunciati a partire dai primi anni 2000. L'opinione pubblica - si fa notare - non se ne e' accorta perche' continuano a far notizia i processi in corso e le denunce che riguardano spesso episodi molto antichi, come nel caso di Ratisbona dove gli unici due abusi finora accertati risalgono alla fine degli anni '50.
Su questo terreno il Papa tedesco e' molto severo ed esigente, piu' del suo predecessore Giovanni Paolo II, tanto che non ha esitato a calare la scure anche su potenti uomini di Chiesa fin qui ritenuti intoccabili come il fondatore dei Legionari di Cristo, mons. Marcial Maciel, che nel 2006 fu privato di ogni prerogativa.
Da ultimo ha dovuto lasciare il suo posto anche il vescovo John Magee, 73 anni, che in Vaticano era stato era stato segretario privato di tre papi: Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II ed era attualmente a capo della importante diocesi di Cloyne (Irlanda): avrebbe infatti omesso di prendere provvedimenti nei confronti di due sacerdoti della sua diocesi, accusati di violenze sessuali su minori e Benedetto XVI ha gia' scelto il sostituto, l'arcivescovo Dermot Clifford.

© Copyright (AGI)

1 commento:

mariateresa ha detto...

finalmente con un po' di tempo a disposizione, vi segnalo la reazione affettuosa della gente presente alla messa e all'omelia del Cardinale Brady
http://www.irishtimes.com/newspaper/breaking/2010/0317/breaking22.html
Non commento Kung , fa troppo schifo.
E' un intervento soffocato dalla bile, verde e bavoso.