mercoledì 17 marzo 2010

L'obbligo del celibato cattolico risale ai primordi, ma le eccezioni sono frequenti. Non c'entra con la pedofilia: stessa incidenza nei protestanti


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PRIMO PIANO
Di Marco Bertoncini

L'obbligo, nella Chiesa Cattolica, risale ai primordi, ma le eccezioni sono frequenti

Non c'entra con la pedofilia: stessa incidenza nei protestanti

Il celibato ecclesiastico l'hanno tirato in ballo a proposito delle accuse di pedofilia che da mezza Europa piovono sul clero cattolico.
Per meglio dire, a sproposito, soprattutto a seguito di un intervento del solito Hans Küng, il quale, non da ieri ma da alcuni decenni, è reputato ufficialmente dalla Chiesa come privato del diritto d'insegnare in nome della Chiesa stessa, ma che, per molti progressisti, (che sono quasi tutti non credenti) ha, viceversa, il dono dell'infallibilità.
Indipendentemente dai legami, per la verità assai oscuri, tra pedofilia e celibato (non si capirebbe come mai, rispetto ai sacerdoti cattolici celibi, identiche se non superiori siano le percentuali di accusati specifici fra il clero anglicano coniugato), di quando in quando si torna a parlare di sopprimere l'obbligo del celibato.
A volte autorevoli presuli si limitano a ricordare l'ovvio, cioè non essere dogma il celibato, bensì legge ecclesiastica. Altre volte cardinali o arcivescovi accennano alla possibilità che tale legge venga rivista.
Qualche chiarimento giunge d'obbligo. Intanto, sull'antichità del precetto del celibato, posto che autorevoli studi hanno mostrato come continenza e castità fossero quasi dall'epoca apostolica praticati anche dal clero sposato. Eppoi sulla riprovazione sovente emersa dai fedeli nei confronti di preti concubini, per tacere dell'insofferenza nei confronti di alti prelati, fino all'ostilità verso qualche pontefice con figli, in età rinascimentale.
Per converso, invece, sarà da ricordare che pure oggi il celibato è legge che subisce eccezioni nella Chiesa cattolica. Possono essere ordinati diaconi uomini coniugati (ma a coloro che già sono diaconi non è consentito sposarsi).
Ci sono le chiese orientali cattoliche (cui si attribuiscono una ventina di milioni di fedeli) che, come le consorelle chiese ortodosse, ammettono l'ordinazione di uomini sposati; non consentono, però, che i sacerdoti prendano moglie una volta ordinati.
Non solo: le stesse chiese orientali non permettono il matrimonio dei vescovi; infatti possono essere consacrati vescovi soltanto sacerdoti celibi. Ancora: un paio di chiese cattoliche orientali, su una ventina complessivamente, vietano l'ordinazione degli sposati. Inoltre, ed è il dato più rilevante, sacerdoti sposati possono operare solo nei territori storici delle chiese orientali cattoliche, non nella diaspora, ove oggi vive la maggioranza di quei fedeli orientali. Quindi negli Stati Uniti, ad esempio, non sarebbero ammessi (il condizionale è dovuto alle contrarie pressioni esercitate dalle chiese d'Oriente) parroci cattolici orientali con moglie.
Càpita che nel territorio storico delle chiese orientali si trovino fedeli latini, ed è appunto la chiesa cattolica latina a non ammettere il matrimonio dei preti. In queste circostanze, possono operare sacerdoti latini celibi a fianco a fianco di sacer-doti orientali sposati. Succede pure in Italia, verosimilmente per un totale di casi che non raggiunge le dita di una mano, con i preti cattolici della comunità italo-albanese coniugati, in Sicilia o in Italia meridionale, accanto ai sacerdoti latini, tutti celibi. In verità, nella stessa chiesa latina, sono ammessi sacerdoti sposati. È capitato con singoli sacerdoti anglicani o protestanti coniugati, accolti nel cattolicesimo, ri-ordinati e quindi rimasti preti.
Capiterà, in maniera più numerosa, con i sacerdoti anglicani che verranno accol-ti, insieme con loro fedeli, venendo a costituire specifici ordinariati, come previsto da papa Benedetto XVI nella costituzione apostolica Anglicanorum coetibus.
Quando, con la dissoluzione del comunismo, in Cecoslovacchia tornarono alla luce del sole sacerdoti ordinati clandestinamente, che avevano moglie, il problema fu risolto inserendoli nelle chiese orientali rutena e slovacca.
Insomma: se il celibato fu verosimilmente praticato fin nei primi secoli (diversamente da quanto si crede di solito), non è che oggi sia in assoluto interdetto nella Chiesa cattolica (come invece altrettanto comunemente si ritiene). Il Codice dei canoni delle chiese orientali sancisce che esso debba essere valutato come elemento di grande valore, ma riconosce altresì che lo stato dei sacerdoti coniugati è reputato degno «di onore».

© Copyright Italia Oggi, 17 marzo 2010 consultabile online anche qui.

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